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Honda Integra 750 S 2016 - TEST

Un mezzo che vuole offrire sensazioni motociclistiche unite alla praticità e al comfort di uno scooter. Abbiamo provato per voi l'ultima versione 2016...

Moto - Test: Honda Integra 750 S 2016 - TEST

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A 4 anni dal lancio, prosegue il percorso di crescita di Honda Integra, mezzo “fusion” per eccellenza che si propone di unire le doti dinamiche e le performance tipiche di una moto con la praticità e il comfort di uno scooter. La versione 2016, che abbiamo provato lungo le belle strade intorno a Malaga, non riceve alcuno stravolgimento sul fronte del look ma beneficia di diverse migliorie che rendono ancora più appagante l’esperienza d’uso. A partire dal rinnovato cambio DCT - vero elemento caratterizzante dell’Integra - che guadagna una nuova mappatura Sport selezionabile su 3 livelli - S1, S2 ed S3 - oltre a diversi altri aggiornamenti. Ma procediamo con ordine...


Cosa cambia e cosa no…


A spingere il mezzo troviamo il solito (e solido) bicilindrico parallelo a corsa lunga da 745 cc, che in questa versione riceve l’omologazione Euro4, mantenendo inalterati i valori di potenza (55 CV a 6.250 giri/min) e coppia (68 Nm a 4.750 giri/min).
Anche il telaio, e gran parte della ciclistica sono rimasti gli stessi, ad eccezione di una nuova forcella marcata Showa - dotata di sistema Dual Bending Valves, per un maggior sostegno e un’azione più progressiva - e di una pinza freno Nissin all’anteriore.
Come accennato, il sistema DCT si rinnova invece profondamente con l’arrivo di 3 inediti livelli per la mappatura Sport, che consentono di modulare la resa dinamica in base alle circostanze: S1 può essere considerato l'anello di congiunzione tra la vecchia mappa Sport e la Drive; S2 corrisponde quasi esattamente alla mappa Sport in uso nella precedente versione; mentre S3 offre la massima grinta prestazionale e fa girare il motore più in alto a qualsiasi andatura. Ma il nuovo DCT si contraddistingue anche per una migliore risposta all’apri e chiudi del comando del gas, soprattutto alle andature più basse, oltre che per un inedito (e interessante) sensore di pendenza, in grado di riconoscere se si sta guidando in salita o in discesa e di inserire - di conseguenza - la marcia più adatta.
Per quanto riguarda il design - va detto - si fa una gran fatica a distinguere il modello 2016 dal precedente, sebbene ad uno sguardo più attento, non sfuggano i nuovi raffinati fari a LED per il fanale anteriore e per la luce posteriore. Quest’ultima è inoltre adesso integrata nel codino… una soluzione che rende le linee del retrotreno più filanti. Bella e avveniristica, poi, la strumentazione a retroilluminazione negativa, con colorazione dell’illuminazione che può essere personalizzata e modificata in base a diversi parametri.


A tutto TEST


In sella all’integra la sensazione iniziale è quella di trovarsi a bordo di un maxi-scooter... poi, però, ti assesti meglio, afferri il manubrio leggermente avanzato, senti i piedi che vorrebbero arretrare come in cerca delle pedaline. Insomma, avverti un impulso molto motociclistico, un qualcosa che ti viene subito voglia di assecondare. Poi ti sciogli un po', ti lasci andare, appoggi i piedi sulle pedane in maniera naturale (la superficie non è tantissima ma sufficiente) e scopri il piacere di una postura più rilassata e confortevole... a dimostrazione che basta solo salire in sella per comprendere quanto l’INTEGRAzione tra moto e scooter sia profonda su questo mezzo. Poi dai un colpo allo start, “inserisci la marcia” ed è tutto chiaro: non stai guidando né una moto, né uno scooter… ma un po’ tutti e due.
Guidando in città la manovrabilità è eccellente. Integra lo piazzi ovunque con facilità e lo slalom tra le auto è un gioco da ragazzi. In questo contesto - oltre alla maggiore dolcezza nell’apri e chiudi - ho apprezzato molto il nuovo livello S1 della mappatura Sport: un pizzico di verve in più rispetto alla più tranquilla Drive (viceversa ottima sui lunghi tratti a velocità di crociera per tenere sotto controllo i consumi) ma mai impegnativa da gestire nel traffico. Non che S2 lo sia (impegnativa) ma di sicuro offre il meglio di sé quando si vuole guidare svelti su un bel percorso fuori porta. S3, infine, è la mappa giusta per assecondare i pruriti sportivi... ovunque essi si manifestino.


La strada si apre ed è il momento di mettere alla prova le doti da passista. Prima però, un piccolo dato sui consumi che - esattamente come per il precedente modello - si confermano eccellenti. Anche esagerando col gas (leggi pure, esagerando molto) la media è rimasta sempre attorno ai 25 km/l, rendendo più che credibile il dato dichiarato di 28,6 Km/l nel ciclo medio WMTC. Dicevamo, sui lunghi tratti a velocità costante emergono tutte le doti richieste ad un mezzo che deve saper garantire spostamenti confortevoli nel day by day anche a chi si muove su autostrade e tangenziali: Integra è accogliete anche per piloti alti, che non sono costretti ad assumere una postura rannicchiata; la sella, poi, è sì un po’ dura ma ben sagomata, mentre la protettività dello scudo anteriore tiene corpo e gambe al riparo. Solo il parabrezza lascia il casco e le spalle esposti più di quanto non si desidererebbe. Nel complesso, però, grazie anche alle scarse vibrazioni, durante le lunghe percorrenze si sta piuttosto comodi.
Ma è quando si decide di voler affrontare un bel tratto di strada ricco di curve, che l’anima più motociclistica di questo mezzo emerge prepotente. Telaio, freni e - nel complesso - una ciclistica che lavora molto bene, consentono ritmi generalmente sconosciuti ai “semplici” maxi-scooter. I cambi di direzione sono svelti e il rigore in fase di inserimento e percorrenza invita ad osare… il tutto senza mai far calare la piacevole sensazione di solidità e feeling. Insomma, ci si diverte con l’Integra - e molto - in tutta sicurezza!


Passando a ciò che mi ha convinto meno, mi viene subito in mente il vano portaoggetti in cui si riesce ad infilare davvero poco. E non basta la presenza di un altro piccolo scomparto, sulla parte sinistra dello scudo, a far cambiare la situazione. Ok, Honda per ovviare si premura di fornire il bauletto posteriore di serie ma, sicuramente, per quanto riguarda lo “stivaggio puro” si potrebbe fare qualcosa di più. Da un punto di vista dinamico, invece, l’unico appunto riguarda l’entrata in gioco un po’ troppo repentina dell’ABS sul freno posteriore, che si fa sentire eccessivamente sulla leva.


Conclusioni


Un mezzo, l’Integra, che quando fu presentato divise subito tutti tra scettici e non. A distanza di 4 anni, gli integristi - passatemi il termine - sono oramai una realtà consolidata, fatta di utenti ben lieti di godere di un mezzo supertecnologico, dai consumi parchi e allo stesso tempo pratico e divertente. Insomma, scooter, moto, ibrido, non ibrido, mezzo a sé… che importa? Integra ha di fatto inaugurato un nuovo filone di mobilità su due ruote e porta avanti il concetto con convinzione. E in questa ultima versione 2016 convince ancora di più anche me, soprattutto grazie al deciso passo avanti compiuto da un sistema DCT, sempre più vicino alla perfezione.


Honda Integra è disponibile nelle concessionarie del marchio giapponese a partire da 9.390 euro f.c. (con bauletto da 45 litri compreso nel prezzo).


Abbigliamento utilizzato:


Casco: Kabuto ibuki
Giubbotto: Alpinestars Bogotà Drystar
Pantalone: Ixon Owen
Stivali: Alpinestars New land Gore-Tex
Guanti: Alpinestars Corozal

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