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Triumph Tiger Sport 2016 - TEST

Il crossover inglese diventa più tecnologico ma anche più performante grazie al rinnovato 3 cilindri da 1050 cc

Moto - Test: Triumph Tiger Sport 2016 - TEST

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In Triumph la definiscono una “Sport Adventure Bike”. Che in parole povere vuol dire una moto adatta ad andar forte, a macinare km, anche in coppia, e all'uso quotidiano. Insomma, una tuttofare. Stiamo parlando della Tiger Sport, che nel 2016 rivede leggermente il suo look, ma soprattutto ottimizza il tre cilindri da 1050cc: è più potente ai medio-bassi regimi e offre una erogazione molto fluida. Prevede di serie ride by wire con tre mappe e controllo della trazione disattivabile. È già disponibile nelle concessionarie nelle due nuove tinte – Aluminium Silver con dettagli in tinta rossa o Matt Black con dettagli giallo fluo – a partire da 12.800 euro (350 in più rispetto al modello precedente). L'abbiamo provata sulle strade della Costa Azzurra per scoprirne pregi e difetti.


Le novità a bordo


La nuova Triumph Tiger Sport 2016 si rifà leggermente il look. Spiccano il nuovo parabrezza regolabile manualmente, che beneficia della presenza di piccoli deflettori laterali, i paramani e la nuova sella. Le novità importanti però sono tutte sotto l'abito da crossover arrabbiata. Il motore tre cilindri in linea raffreddato a liquido da 1.050cc (Euro4) riceve un bel po' modifiche, tra cui: nuova testata, nuove prese d'aria e nuovo design dei pistoni. Rispetto al modello precedente vede crescere la coppia ai medio-bassi regimi ma non la potenza complessiva: 126 CV a 9.475 giri/min e 106 Nm a 7.000 giri/min, con consumi dichiarati di 5,2l/100km. C'è ora il ride by wire con tre mappe – Road, Sport e Rain – e il traction control di serie (con setting automatico) disinseribile. Completano il pacchetto elettronico il Cruise Control, utile soprattutto nelle lunghe percorrenze, e la presa USB. Il nuovo scarico migliora le performance e l'efficienza. La nuova frizione richiede uno sforzo ridotto del 48% rispetto al passato. Invariato il cambio manuale a sei marce. Così come non subisce cambiamenti strutturali la ciclistica. Il telaio è a doppia trave in alluminio, come il monobraccio. Davanti c'è una forcella Showa a steli rovesciati da 43mm, con escursione da 140mm, regolabile in precarico, estensione e compressione. Mentre dietro troviamo un mono Showa, con escursione di 155mm, regolabile nel precarico e nel ritorno. La frenata è affidata davanti a un doppio disco flottante da 320mm con pinze radiali Nissin a 4 pistoncini e dietro a un disco da 255mm con pinza Nissin a 2 pistoncini. L'ABS è di serie. Il peso a secco è di 218 kg e la capacità del serbatoio di 20 litri.


A tutto TEST


Triumph Tiger Sport 2016 è una moto dalla buona qualità costruttiva, curata in ogni minimo dettaglio. La posizione di guida è naturale, comoda e adatta a un uso a 360°. La geometria sella-pedane-manubrio è ottimale. Non ci si stanca nemmeno dopo tanti km. La sella standard (830mm) potrebbe mettere in difficoltà i meno alti, ma in opzione è possibile scegliere una sella più bassa (o più alta). Non è un peso piuma, ma tutto sommato ha buone doti di agilità e maneggevolezza. Il nuovo cupolino ha il gran vantaggio di poter essere regolato in pochi secondi e garantisce una buona protezione aerodinamica, grazie anche ai deflettori laterali. Molto piacevole il sound del nuovo scarico, che ha permesso inoltre un incremento della potenza ai medi regimi ed emissioni di CO2 più contenute.
E veniamo al tre cilindri Triumph. È stato rivisto in alcuni dettagli e oggi offre un’erogazione ancor più corposa proprio lì dove serve: nel mezzo. È gestito dal nuovo ride by wire con tre mappe: Road, Sport e Rain. Nella modalità Road la fluidità in apertura di gas è straordinaria: l’apri e chiudi è a dir poco perfetto. I 126 CV vengono scatenati sull'asfalto con dolcezza. Si va forte, insomma, ma con piacere, senza fare fatica. Cambiando in Sport la potenza resta la stessa, ma cambia la risposta del comando del gas: è decisamente più immediata, più pronta (ma mai troppo brusca) e ben si sposa con una guida allegra. La modalità Rain taglia la potenza a 100 CV ed è consigliata esclusivamente nella guida su fondo stradale scivoloso. Il controllo della trazione non ha bisogno di essere settato: si adatta automaticamente alla mappa utilizzata per il motore. Ed è un gran pregio. In Sport e Road garantisce lo stesso tipo di intervento: poco invasivo e piuttosto progressivo. In Rain, chiaramente, si fa sentire con anticipo.
L’aumento della coppia ai medi invita a tirare poco le marce e a usare di più il cambio: morbido e preciso, ma che tende leggermente a indurirsi se strapazzato. Importante il lavoro svolto sulla leva della frizione: non stanca mai, nemmeno in città tra le auto.
La ciclistica resta invece invariata ma cambia leggermente il setting del mono e delle forcella, generando una nuova distribuzione di pesi. Che su strada si traduce in un feeling ancora maggiore: Triumph Tiger 2016 all’occorrenza si trasforma in una sportiva vera, garantendo grande stabilità alle andature più sostenute e un buon comportamento dinamico tra le curve (merito anche delle Pirelli Angel ST).
Mi ha colpito molto positivamente la frenata, su cui si è intervenuti in maniera quasi chirurgica: il doppio disco anteriore garantisce una risposta ancor più immediata e decisa; non è necessario strizzare la leva per fermare la moto, per intenderci.


Conclusioni


Se cercate una moto di qualità, che rappresenti il giusto compromesso tra comfort, sportività e versatilità, probabilmente la Triumph Tiger Sport potrebbe fare al vostro caso. È comoda e ha un bel motore. Diverte anche il motociclista più esperto e con due valigie (disponibili in opzione) riesce a trasformarsi in un'ottima compagna di viaggio. Non è certo regalata, ma è pur sempre un Triumph: garantisce uno standard alto in termini di materiali, rifiniture e non solo.


Abbigliamento


Casco: AGV K-3 SV
Giacca: Dainese Super Speed D-Dry Jacket
Guanti: Dainese Rainlong D-Dry Gloves
Pantaloni: Dainese Tempest D-Dry Pants
Stivali: Dainese Tempest D-WP Boot

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