Auto e moto, mondi così diversi eppure così vicini. Ma fino a dove può spingersi l'unione di 2 e 4 ruote? Generalmente, le uniche tecnologie condivise nell'epoca moderna sono di tipo elettronico, ma la storia ci racconta che sono state parecchie le auto ad aver montato sotto al cofano un motore motociclistico. Queste 5 che abbiamo scelto sono rappresentanti di un'intera categoria.
Volkswagen XL Sport
Prendete una super efficiente auto ibrida plug-in diesel, ultraleggera e al limite dello sperimentale come la Volkswagen XL1 e piazzatele sotto il cofano il motore bicilindrico di una motocicletta come il V2 della Ducati 1199 Superleggera, il mitico desmodromico da 200 CV. Il risultato è un’aerodinamica e futuribile concept coupé con Cx di 0,258 che pesa 890 kg, raggiunge i 270 km/h e scatta da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi. Addio percorrenze chilometriche infinite e benvenuta sportività!
Morgan 3 Wheeler
Non è proprio un'auto, perchè ha tre ruote, ma ha un abitacolo, i pedali e un volante, quindi possiamo inserirla in questa categoria. La 3 Wheeler è nata tantissimi anni fa dall'ingegno dei tecnici dell'inglese Morgan, e con il passare degli anni non ha cambiato il suo stile e la sua tecnica, ma soltanto i motori e la ciclistica. Motore bicilindrico a V davanti alle ruote anteriori, abitacolo e trazione nella singola ruota posteriore, niente di più. Nell'ultima e più recente versione è dotata di un motore S&S X-Wedge da 1983cc a 5 marce, ma nella lunga storia del modello abbiamo visto montati anche motori Moto Guzzi.
Radical SR1
Una barchetta da competizione, omologata per la strada, ma decisamente poco adatta all'uso quotidiano. Questa piccola bestia da cronoscalata è un tripudio di divertimento e leggerezza. Compatta e aerodinamica, è dotata del motore della Suzuki GSX-R 1300 Hayabusa, il 4 cilindri da 185 CV della prima versione che nel telaio leggerissimo della Radical riesce a toccare i 230 all'ora e sopportare 2,3 g di accelerazione laterale
Suzuki GSX-R/4
Una piccola roadster con i cerchi da 20" e una carrozzeria dal design avanzato, progettata quale esercizio di stile e dimostrazione di alcune nuove tecnologie ed stata esposta in alcuni saloni dell'auto nel 2001, ma non ha avuto alcun seguito commerciale. Sotto il cofano c'è anche qui il 1300 4-in-linea della Hayabusa, una garanzia per coppia, velocità e affidabilità. Rimarrà per sempre un concept, ma sarebbe stata un'ottima sportiva stradale.
Honda S500
Quando in Giappone ci si muoveva solo con moto e piccoli scooter, l'idea di produrre auto doveva per forza attingere dall'esperienza fatta sulle due ruote. Per questo quando Honda produsse la sua prima auto, la S 500 (anche in altre cilindrate S 360 e S 600), decise di dotarla di un motore di derivazione motociclistica, che a metà anni sessanta veniva montato sulle serie CB. Il 4 cilindri in linea con camme in testa erogava 44 cavalli e aveva 4 marce, più la trasmissione finale a catena direttamente sulle ruote posteriori. Fu la nascita di un colosso mondiale dell'automobilismo.