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La Vespa è un'opera d'arte: vietato copiarla

I giudici rigettano la richiesta dei cinesi di Taizhou Zhongneng per la produzione dello scooter Ves sequestrato ad EICMA 2013

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Una sentenza destinata a fare storia. Il Tribunale di Torino ha dichiarato che la Vespa, dato il suo alto contenuto di design, non può e non deve essere oggetto di plagio nelle sue forme distintive. Forme che sono di appartenenza esclusiva del Gruppo Piaggio.


I fatti


In occasione di EICMA 2013, la Guardia di Finanza aveva sequestrato undici scooter appartenenti a sette diversi espositori. Nella fattispecie, i mezzi in mostra agli stand milanesi avevano forme che erano palese imitazione di quelle del famose scooter di Pontedera. Già negli anni precedenti si erano verificate operazioni simili per altri marchi, in quella occasione i militari di Rho avevano agito su segnalazione della Piaggio per tutelare i diritti di un particolare "marchio tridimensionale" registrato dal costruttore di Pontedera.


Nessuno tocchi la Vespa


A questa operazione della Compagnia di Rho - Nucleo Mobile - aveva risposto una delle 7 aziende coinvolte nell'operazione di sequestro, la cinese Taizhou Zhongneng, che aveva subito inoltrato reclamo citando la stessa Piaggio con la richiesta di annullamento del sequestro oltre ad escludere il reato di contraffazione ravvisato – nel caso specifico - nelle forme dello scooter Vespa. Reclamo inutile. La scorsa settimana i giudici del Tribunale di Torino hanno rigettato le richieste e messo fine alla causa. Le forme della Vespa sono patrimonio esclusivo di Piaggio dal 1946 e costituiscono il cosiddetto “marchio tridimensionale” registrato, che protegge il design di Vespa. Un titolo che rappresenta un elemento di difesa per le linee tipiche del famoso scooter di Pontedera.

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