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Honda CB650F – TEST

La nuova media Honda punta su facilità d’uso, design aggressivo e un’elevata qualità costruttiva. Costa 7.300 euro con ABS di serie

Moto - Test: Honda CB650F – TEST

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La Honda ha appena inaugurato una nuova famiglia di moto di media cilindrata, lanciando a EICMA 2013 le CB650F e CBR650F, due moto che strizzano l’occhio a una clientela giovane in cerca di un mezzo facile con cui debuttare nel mondo delle "moto vere". Entrambe le moto stanno arrivando nelle concessionarie Honda d’Italia, dove saranno disponibili per l’acquisto a partire dal mese di maggio 2014. Oggi abbiamo provato per voi la versione naked, la CB650F, proposta in Italia in tre colorazioni: la classica tricolore Honda bianca, rossa e blu, un bel giallo acceso e un classico nero opaco, ad un prezzo di 7.300 euro f.c. con ABS di serie.

TECNICA: NON E’ LA HORNET
Nel lanciare la CB650F, in Honda si affrettano a chiarire che questa moto non è l’erede della Hornet, la nuda 600 cc che ha messo in moto decine di migliaia di Italiani a cavallo tra gli anni novanta e duemila. Negli intenti della Honda questa moto si posiziona al di sotto di una Hornet (che potrebbe tornare in listino prima o poi, ma con una diversa cilindrata), per prestazioni ed equipaggiamento, e vuole essere il primo passo nel mondo delle quattro cilindri della Casa giapponese.
Detto questo, la moto è frutto di un progetto tutto nuovo, condotto con la classica competenza Honda che è in grado di mettere in produzione prodotti di qualità elevata anche a prezzi ridotti come questi.

La nuova ciclistica è costruita con un telaio in acciaio a diamante, composto da una coppia di tubi a sezione ovale (da 64x30 mm) che partono dal cannotto di sterzo e scendono fino a saldarsi a una coppia di piastre laterali fuse. La sezione posteriore vede un robusto telaietto in tubi tondi d’acciaio, saldato a quella anteriore. La ciclistica si completa con un bel forcellone a due bracci in lega leggera, con conformazione asimmetrica per consentire il passaggio del terminale di scarico sul lato destro. La geometria della ciclistica è foriera di stabilità, visto che la moto ha un interasse di 1.450 mm, cannotto di sterzo inclinato di 25,5° e avancorsa di 101 mm. Per la sospensione anteriore Honda ha scelto una classica forcella telescopica con steli da 41 mm non regolabile e per la posteriore un ammortizzatore vincolato direttamente al forcellone, regolabile nel precarico molla. L’impianto frenante è composto da due dischi da 320 mm all’anteriore con pinze flottanti a due pistoni e un disco posteriore da 240 mm con pinza a singolo pistone; il tutto asservito da un impianto ABS a due canali. Nuovo il disegno dei cerchi in lega leggera a sei razze sdoppiate, che calzano gomme di misure standard: 120/70 all’anteriore e 180/55 al posteriore. Il peso della CB650F è di 208 kg con il serbatoio pieno.

Il motore è un classico quattro cilindri in linea della scuola giapponese. Sebbene la Honda lo identifichi con un progetto tutto nuovo, rimangono alcune somiglianze con il precedente 600 cc di Hornet e CBR600. Ad ogni modo, cambiando gli obiettivi di progetto, visto che questo motore sarebbe dovuto essere più docile, trattabile e ricco di coppia, in Honda hanno preferito ridisegnarlo completamente. Le misure di alesaggio e corsa sono di 67,0 x 46,0 mm (l’alesaggio è lo stesso del vecchio 600 cc) per una cilindrata totale di 649 cc. Il rapporto di compressione è di 11,4:1 e la potenza massima erogata è di 87 CV a 11.000 giri/min, con una coppia massima di 63 Nm a 8.000 giri/min.
Per ottenere le prestazioni volute è stata ridisegnata completamente la testata, riducendo la sezione dei condotti di aspirazione e montando una batteria di corpi farfallati di misura ridotta (32 mm). Per avere una buona erogazione della coppia riducendo anche i consumi (21 km/l nel ciclo medio WMTC). Per rendere il tutto più piacevole alla vista, in Honda hanno cercato di ridurre il più possibile tutte le tubazioni esterne al motore e hanno spostato il filtro dell’olio sotto al basamento in posizione nascosta. Ciò ha consentito di disegnare i collettori di scarico in modo che passino aderenti al motore prima di confluire inferiormente in una precamera brevettata con una doppia paratia interna che ha lo scopo di migliorare l’erogazione di coppia in basso. La citazione estetica dei quattro scarichi che scendono laterali va subito alla storica CB400F del 1975.

IL TEST: SUPERFACILE
Ci avviciniamo alla CB650F per comprenderne meglio le forme: le linee sono volutamente semplici e il corpo della moto dà una sensazione di grande compattezza. I volumi tendono a sbilanciarsi in avanti per dare aggressività all’insieme e infatti serbatoio, convogliatori laterali e fanale sembrano far parte di un unico elemento visuale tondeggiante. Il codino è molto corto e rivolto verso l’alto per spostare le masse verso l’avantreno e lasciare al forcellone il compito di governare l’estetica del retrotreno.
La CB650F è compatta alla vista ma anche per il pilota, che siede ad una quota di 810 mm, ma che risulta abbastanza confortevole per i più bassi visto che l’arco del cavallo è stretto e si tocca terra con facilità. Il busto siede eretto sulla sella e il manubrio è ben a portata di mano per una posizione di guida che non affatica neanche dopo otto ore consecutive in sella. La sensazione che si riceve è di essere molto ben inseriti nel corpo della moto e il comfort offerto dalla sella è ottimo.

Girata la chiave e dato contatto si ritrova il conosciuto sound di un quattro cilindri Honda, sempre molto garbato ma riconoscibile anche a distanza. Nei primi chilometri ci concentriamo subito sul motore per capire se le promesse di Honda sono veritiere: in effetti l’elasticità di marcia del quattro cilindri è esemplare, con una erogazione lineare che non presenta incertezze (ma neanche acuti) da 2.000 giri fino al limitatore. Sulle rotatorie che affollano le strade spagnole è possibile lasciare inserita la sesta facendo scendere il motore fino a 1.500 giri e poi spalancare il gas senza avvertire rifiuti. Salendo di regime l’erogazione si fa più divertente, e tenendo il motore su di giri si può anche guidare sportivamente portandolo verso il limitatore e godendo di un sound che diventa più affascinante.

In movimento la ciclistica conferma che la geometria non è un’opinione e la CB650F si mostra molto facile e intuitiva in qualsiasi circostanza. La fase di discesa in piega è facile anche se la velocità di inserimento non è quella di una sportiva, ma raggiunta l’inclinazione ideale la CB650F segue la traiettoria impostata con buona precisione. Molto valida la trazione in uscita di curva, merito del forcellone lungo e del limitato trasferimento di carico. Nel misto la CB digerisce bene i frequenti cambi di direzione, anche se la ciclistica si dimostra più improntata alla stabilità che alla maneggevolezza estrema.
Il comportamento delle sospensioni è buono: incassano bene le asperità e sono molto scorrevoli nella prima parte di escursione; mentre nella seconda metà della corsa tendono un po’ a "murare", quindi se vedete un grosso avvallamento siate pronti a sollevarvi sulle pedane.
Ottimi i freni, la potenza a disposizione è perfetta per questo tipo di moto e il profilo ondulato dei dischi offre una prontezza nella prima fase di frenata che piace anche all’utente più smaliziato. Perfetto l’intervento dell’ABS sull’asse anteriore, mentre è un po’ invasivo sul freno posteriore.

A CONTI FATTI: LA MOTO DEL BOX ACCANTO
A fine test volendo riassumere in breve la nostra valutazione sulla CB650F ci piace azzardare un paragone con la classica ragazza della porta accanto… Carina, poco appariscente, discreta, ma che conoscendola meglio si può trasformare in una fantastica compagna per un rapporto a lunga scadenza. Sì, questo è proprio il grande pregio della CB650F, ma sfortunatamente è anche il suo unico limite… cosa manca, infatti, alla ragazza della porta accanto per farla diventare un grande amore? Un pizzico di carattere in più...

In questo test abbiamo utilizzato:
Casco Nolan
Giacca Dainese
Jeans Dainese
Guanti Dainese
Paraschiena Dainese
Stivali Dainese

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