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Harley-Davidson Street 750 – TEST

La famiglia Harley si allarga verso il basso con la Street 750. Facile e divertente con prezzi a partire da 7.800 euro su strada

Moto - Test: Harley-Davidson Street 750 – TEST

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Quello di oggi è un mercato sempre più complesso da comprendere appieno. Globalità e crisi hanno portato il panorama motociclistico mondiale a cambiamenti radicali che solo dieci anni fa sarebbero stati impensabili. Tutte le Case si sono organizzate per far fronte da un lato alle difficoltà dei mercati "adulti" del vecchio continente, e per ascoltare le esigenze dei mercati emergenti dall’altro. Queste necessità hanno portato alla nascita di nuove linee di prodotto che hanno difficile il compito di soddisfare bisogni a volte contrastanti tra loro. Un esempio chiaro di quanto detto è proprio la nuova Harley-Davidson Street 750, che abbiamo appena provato per voi in Spagna, sulle strade di Madrid e dintorni.

STREET 750: IL PRIMO PASSO NEL MONDO HARLEY
La Street 750 viene prodotta nei nuovi stabilimenti indiani che l’Harley ha impiantato a Bawal; la scelta non è casuale, visto che proprio quello indiano è un mercato che sta espandendosi esponenzialmente verso le medie e grosse cilindrate. Come sappiamo, la moto viene prodotta in due versioni, 500 e 750 cc, di cui solo quella superiore raggiungerà, per il momento, il mercato europeo. Da noi la Street 750 è già disponibile nei concessionari Harley-Davidson al prezzo di 7.800 euro chiavi in mano per la colorazione nera ucida, mentre il modello completamente nero opaco e quello rosso bordeaux lucido costano 200 euro in più.
Sicuramente ci troviamo di fronte a una quotazione che è la più bassa mai dichiarata dalla casa di Milwaukee, ma in tutta sincerità, forse ci aspettavamo un posizionamento ancora più aggressivo.

TECNICA: CICLISTICA ROBUSTA
La Street 750 è costruita attorno a un nuovo telaio in tubi d’acciaio: la struttura è a doppia culla chiusa e la grossa sezione dei tubi indica che questo telaio è stato pensato per durare a lungo, specie sulle strade non proprio perfette che si trovano in paesi come l’India. Il forcellone è un semplice profilato rettangolare in acciaio, anch’esso progettato per essere robusto prima ancora che bello da guardare. L’interasse è di 1.534 mm e l’angolo di inclinazione del cannotto di sterzo è di 32 gradi. Per le sospensioni è stata scelta una tradizionale forcella telescopica all’anteriore, supportata da una coppia di ammortizzatori posteriori laterali con la possibilità di variarne il precarico molle. I cerchi sono una coppia di elementi in lega leggera a sette razze dal disegno molto piacevole, con l’anteriore da 17 pollici e il posteriore da 15. La gommatura scelta da Harley prevede un’accoppiata con anteriore da 100/80 mm e posteriore da 140/75, mentre per i freni sono stati scelti una coppia di dischi, ciascuno serrato da una pinza flottante a due pistoni. L'ABS non è previsto al momento.

TECNICA: MOTORE MODERNO
Il motore è sicuramente il componente più interessante della Street 750. La Casa di Milwaukee ha inaugurato una nuova famiglia di propulsori chiamata Revolution X che, come testimonia il nome stesso, "rivoluziona" il concetto di motore Harley. Lo fa a partire, infatti, dalla disposizione dei cilindri, non più a 45° come tradizione vuole, ma a 60° come l’altro motore Revolution di casa H-D (quello della V-Rod). L’altra novità riguarda l’adozione del raffreddamento a liquido, ma questa è oggigiorno una scelta pressoché obbligata se si vogliono realizzare motori puliti ed efficienti. A conti fatti il Revolution X è un bicilindrico longitudinale con distribuzione quattro valvole per cilindro, con alesaggio e corsa di 85,0 x 66,0 mm. Il rapporto di compressione è di 10,5:1 e l’alimentazione è ad iniezione elettronica con singolo corpo farfallato. Il cambio è in blocco col propulsore (che ha lubrificazione a carter umido), con frizione multidisco in bagno d’olio e sei rapporti ad innesti frontali.
Le prestazioni del motore Revolution X 750 sono di 48 cavalli, in modo da rientrare nei limiti delle patenti europee A2, per 60 Nm di coppia erogati a 4.000 giri/min.

COSTRUZIONE: LUCI E OMBRE
Analizzando la nuova Street 750 sul piano tecnico ci siamo imbattuti in una costruzione che convince per alcuni aspetti, mentre altri lasciano un po’ a desiderare. Di sicuro il motore è la parte meglio confezionata, con fusioni precise e superfici lisce e ben lavorate. Allo stesso modo anche la realizzazione del telaio appare ben eseguita, con saldature ben fatte e verniciatura brillante e robusta. Dove la moto pecca un po’ è nella componentistica secondaria, come le staffe di supporto delle pedane, davvero grossolane, e nella bulloneria di estrazione economica e spesso non omogenea nella finitura. Tornando agli aspetti positivi troviamo le belle fusioni dei cerchi in lega e le buone finiture del coperchio filtro e delle protezioni degli scarichi. Salendo verso il ponte di comando incontriamo qualche altra caduta di stile: i blocchetti elettrici sono di estrazione economica ma a disturbare maggiormente sono i cablaggi elettrici in bella vista e raccolti in modo disordinato accanto al cannotto di sterzo. In buona sostanza, la Street 750, è stata costruita con un occhio alla robustezza, ma è suscettibile di qualche affinamento nel tempo...

IL TEST

Ma veniamo alla prova della Street 750. La posizione di guida è confortevole, con la sella a soli 709 mm da terra che permetterà a chiunque di padroneggiare facilmente i 222 kg in ordine di marcia di cui la moto è accreditata. Le pedane sono abbastanza centrate e il manubrio è a portata di mano. Il busto si trova eretto con le spalle solo appena piegate in avanti. La strumentazione è ridotta all’osso: tachimetro, contachilometri e le spie di servizio devono bastare all’utente della Harley Street. Peccato, avremmo gradito almeno il contagiri, magari piccolino.
In movimento si apprezza subito il comfort di guida, l’imbottitura della sella è molto spessa e le sospensioni incassano bene le buche senza problemi, coadiuvate nel loro lavoro dai pneumatici con spalla alta. Il piccolo cupolino tutto sommato devia sufficientemente l'aria dal corpo del pilota, permettendo di viaggiare anche per lunghi tratti senza affaticarsi.

Il motore è ancora una volta la parte meglio riuscita della Street: al minimo ha un sound marcato che lo identifica subito come un motore Harley, ma non ha la rumorosità meccanica dei più famosi bicilindrici H-D, e questo lo rende un motore adatto a una rosa di utilizzatori molto ampia. L’erogazione è piacevolmente piena fin dai regimi più bassi e il piccolo bicilindrico sale di giri allegramente, mostrando anche un carattere marcato. La spaziatura dei rapporti è corretta e insistendo un po’ con le marce si scoprono anche delle doti di allungo interessanti, che permettono alla Street 750 di viaggiare anche in autostrada senza restare indietro. Tra i pregi del Revolution X dobbiamo citare anche la totale assenza di vibrazioni, altro particolare che lo rende un motore H-D "anomalo"…

Il comportamento dinamico è valido: la stabilità in rettilineo è ok, mentre ancor prima di affrontare delle curve ci domandiamo come sarà il comportamento di questa moto con una gomma posteriore così alta e con poca spalla. La Street 750 si mostra docile e facile da portare tra le curve; l’effettiva differenza di spalla tra gomma anteriore e posteriore rende la fase di discesa in piega non del tutto omogenea, ma presa la necessaria confidenza con la sensazione di un posteriore che scende poco in curva, si va via tranquilli. Le possibilità di piega sono limitate dalle interferenze della moto col suolo: a sinistra è la pedalina a toccare e questo non è un problema, mentre a destra si struscia presto con la copertura dello scarico, quindi è bene fare attenzione a non esagerare perché c’è il rischio che si impunti sull’asfalto.
Il comportamento dei freni è studiato per un utente poco smaliziato: il disco anteriore ha poco mordente e anche tirando con forza la leva la potenza disponibile resta limitata. Meglio chiamare sempre in causa il freno posteriore che ha una comportamento più deciso e usare i freni sempre in coppia. Non è previsto, per il momento, un impianto ABS.

STREET 750: UNA HARLEY NON HARLEY?
A conti fatti la Street 750 mostra delle caratteristiche che normalmente non sono quelle di una Harley-Davidson. Nell’uso quotidiano è facilissima, agile nel traffico caotico delle metropoli (solo lo stacco della frizione è migliorabile), docile nell’uso frequente, non vibra ed è confortevole pur essendo una moto essenziale. Insomma, è una Harley diversa da quelle che la casa statunitense ci ha sempre mostrato; una moto che si rivolge a un cliente di conquista, uno che ha sempre guardato le custom americane e non ne ha mai comprata una per tanti motivi, ma che potrebbe essere tentato da un prezzo di acquisto abbordabile e da una facilità di gestione superiore. Certo, poi spetterà al brand fidelizzare il nuovo cliente e portarlo verso acquisti più "tradizionali" della Casa di Milwaukee.

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