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Triumph gamma Classics 2014 – TEST

Sono le Triumph più affascinanti per chi ama il vintage. Abbiamo provato la gamma 2014: più raffinate e meglio equipaggiate, hanno prezzi che partono da 8.040 euro

Moto - Test: Triumph gamma Classics 2014 – TEST

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Triumph ha presentato alla stampa la nuova collezione 2014 dei suoi modelli Classics, con novità che riguardano look, finiture e accessori. La casa di Hinckley è stata tra le prime a credere nel segmento delle classics e a tenere duro quando il mercato non esprimeva tutto il suo potenziale. Oggi possiamo affermare che si tratta di una scommessa vinta, visto che nel 2013 questo segmento rappresenta in Italia il 34% delle vendite nella gamma Triumph e il 25% nel mondo. Nel mercato italiano delle classiche, Triumph detiene inoltre il 40% delle vendite, nonostante negli anni quasi tutte le case costruttrici siano entrate in questo segmento.

I MODELLI E LA LORO STORIA

La storia della mitica Bonneville è iniziata nel lontano 1956 quando l’americano Johnny Allen stabilì il record non ufficiale di 214,50 mph (345,20 km/h) usando un motore Triumph modificato. L’evento fu così importante per Triumph, che l’azienda decise di dare il nome della città dei Salt Flats al suo ultimo motore a due cilindri. Nacque così, nel 1959, la Triumph Bonneville T120. Il suo stile, unito alla sua leggerezza e alla sua manovrabilità, è stato la chiave del successo di questa motocicletta. La sua storia e la sua evoluzione continuano fino alla fine degli anni 80, con il motore che nel tempo passa da 650 a 750 cc. Nel 1997 riparte il progetto Bonneville bicilindrico, e la nuova moto arriverà sul mercato a dicembre 2000. L’intenzione di Triumph era quella di produrre una motocicletta che combinasse la bellezza senza tempo dei vecchi modelli con la tecnologia moderna. Il motore, inizialmente di 790 cc passerà nel tempo a 865 cc.
Nel 2003 entra in listino la versione T100, nata per celebrare il centenario del marchio. La nuova bicilindrica si discosta dal modello "base" per alcuni particolari: carter motore cromati, contagiri con relativo porta strumento in alluminio spazzolato, serbatoio dotato di ginocchiere, e segna anche un ritorno alle colorazioni sgargianti del passato. Oltre alla versione speciale T100, il primo vero sviluppo della nuova gamma "Modern Classics" è stata la Scrambler 900, una versione a ruote tassellate commercializzata dal 2006, disegnata dalla casa inglese ispirandosi alla Trophy TR6 degli anni ’60. Rispetto alla Bonneville tradizionale la Scrambler adotta un nuovo impianto di scarico alto sul lato destro della motocicletta con il caratteristico incrocio dei collettori, parafanghi accorciati, un faro più piccolo, manubrio e strumentazione dedicati, e gomme semi-tassellate.
La Thruxton nasce negli anni 60, quando i cafè racer modificavano le Bonneville con coprisella, strisce verniciate, cupolini e specchietti retrovisori montati all’estremità del manubrio, per ottenere un look e uno stile di guida più sportivi. Il nome è scelto per ricordare l'impresa sportiva ottenuta dalle Bonneville nel 1969, quando nella 500 miglia di Thruxton le sportive inglesi si classificarono al primo, secondo, terzo e quinto posto. La nuova Thruxton verrà presentata ad Eicma 2003, con poche e sapienti modifiche che hanno trasformato la "tranquilla" Bonnie in una replica delle moto da corsa degli anni ’60. Motore con cilindrata e potenza maggiorata, impianto di scarico modificato, semi manubri, pedane rialzate e altri particolari estetici.

LE NOVITÀ DEI MODEL YEAR 2014

La versione 2014 della Bonneville vanta nuovi silenziatori riprogettati che donano un sound ancor più cupo e gustoso. Tre sono le nuove colorazioni proposte: Phantom Black, Lunar Silver e Crystal White/Sapphire Blue, mentre la classica decal del serbatoio della Bonneville viene sostituita da un badge a rilievo. Il blocco cilindri e la testata del motore prevedono nuove finiture per le alette di raffreddamento, mentre le tubazioni del radiatore dell’olio vengono rese meno evidenti attraverso una verniciatura in nero opaco. Il design della nuova sella della Bonneville prevede l’accostamento di due diversi tessuti vinilici a contrasto e un nuovo materiale per l’imbottitura che dovrebbero garantire un comfort migliore. Sulla nuova Bonneville viene ora fornita di serie la maniglia posteriore per il passeggero in colore nero.
La T100 2014 ha una nuova verniciatura in Fusion White e Aurum Gold che si ispira alla Bonneville del 1964, con la suddivisione stilizzata dei colori che prosegue sul parafango anteriore e sul posteriore. Come la sorella da cui deriva, anche la T100 riceve gli stessi aggiornamenti all’impianto di scarico e alle alette di raffreddamento della testata. La maniglia posteriore in questo caso è cromata e viene fornita di serie la protezione catena. Oltre alla colorazione in oro e bianco, ispirata al modello del 1964, la nuova Bonneville T100 è disponibile anche nell’abbinamento Jet Black/Cranberry Red, già in gamma. Inoltre Triumph propone la T100 anche in una colorazione tutta nera, denominata T100 Black, colore che veste non solo la carrozzeria ma esteso anche ai cerchi ruota, mozzi, manubrio, forcella, supporti parafango, specchi retrovisori e maniglione posteriore.
Come per altri modelli della gamma Classics, anche la Scrambler riceve il trattamento "back to black" per tubazioni del radiatore, manubrio, cerchi e mozzi ruota oltre al coperchio della pompa freno posteriore. La sella ha un nuovo look ancor più classico, con logo Triumph in rilievo sulla parte posteriore. Sono disponibili due nuove colorazioni: il particolare Matt Pacific Blue e la combinazione di Lunar Silver e Diablo red.
Per il Model Year 2014 la Thruxton vanta nuovi scarichi a megafono che regalano un sound più libero ed accattivante. La Thruxton guadagna anche le stesse lavorazioni sulle alette di raffreddamento della testata e i condotti dell’olio neri come sulle Bonneville, oltre a un paracatena cromato. Di serie vengono offerti anche il cupolino in tinta con fascia centrale che si abbina al coprisella coordinato. Disponibile nelle colorazioni Phantom Black e Brooklands Green.
Tutti i nuovi modelli sono disponibili nei concessionari Italiani dal mese di settembre 2013. I prezzi partono da 8.040 euro per la Bonneville e da 9.550 euro per T100, Thruxton e Scrambler.

ALLA GUIDA DI TUTTI I MODELLI 2014

Il test dei modelli 2014 si è svolto tra le splendide strade che si inerpicano tra le colline veronesi e il lago di garda, dove siamo stati accompagnati da Mr. Martini in persona, concessionario Triumph di zona ma soprattutto uno dei preparatori di special su base Triumph più bravi a famosi d’Europa, che ci ha fatto da guida a bordo della sua Scrambler, sapientemente customizzata. Partiamo salendo sulla Bonneville, che dà la sensazione di essere su una moto di cilindrata molto più piccola, tanto è stretta e tanto è piccolo il suo serbatoio. Tutto è pulito ed essenziale, come per esempio la strumentazione che è ridotta a tachimetro e qualche spia luminosa in stile retrò. Il manubrio è dritto e piuttosto ravvicinato, la sella è la più bassa in gamma ed è abbastanza confortevole, e la posizione di guida risulta molto naturale.
La guida della Bonneville "normale" è quella che tra tutte risulterà la più pura, semplice ed efficace in tutte le situazioni. Per lei ci sentiamo di utilizzare una frase che normalmente è attribuita alle Honda, dopo pochi metri sembra di averla sempre guidata, tanto è facile e intuitiva. Il motore dotato di 68 cv è educato, sempre fluido anche ai regimi molto bassi, e con tanta coppia che da soddisfazione nella guida reale, a discapito di una potenza massima non elevata. La guida è sveltissima, maneggevolezza assoluta grazie anche agli pneumatici di piccola sezione rispetto alle moto più moderne a cui siamo ormai abituati, senza denunciare difetti di stabilità alle velocità più elevate. Ci si rende conto di questa estrema agilità soprattutto scendendo dalle altre moto del test, sulle quali in questo senso prevale. Questa leggerezza unita alla magrezza e alla sella bassa, si traducono anche in estrema facilità di guida, ideale anche per il pubblico femminile.

T100: PIU' STILE
Cambiamo moto salendo sulla T100, per cercare di cogliere le differenze con la versione standard. La posizione di guida è un po’ diversa, per via di un manubrio leggermente più alto e piegato verso l’interno con delle manopole dalla sezione molto più grossa delle altre. Tecnicamente la differenza più importante è data dai cerchi a raggi, con l’anteriore dal diametro di 19’’ e il peso maggiore di 5 kg. Sembrano cose da nulla ma in pratica il comportamento varia in maniera sensibile, perdendo parte di quell’agilità e guadagnando forse qualcosa come sensazione di stabilità, grazie ad un avantreno più pesante e solido. La moto si inserisce quindi in curva con minore rapidità, ma poi si stabilizza e disegna traiettorie molto precise. Per tutto il resto rimane una Bonneville, e la scelta tra questa e la standard è una questione di gusti personali. La standard vince per agilità e leggerezza mentre la T100 ha sicuramente uno stile più personale e ricercato e rimane comunque godibilissima su strada.

SCRAMBLER: PIU' FASHION
Passando alla Scrambler le variazioni sul tema sono invece molto più evidenti. Il manubrio è decisamente più largo e alto e più distante dal pilota, obbligando ad una posizione di guida con le braccia più distese. Inoltre la sella è più alta da terra. La marmitta laterale alta è affascinante, ma si fa sentire, nel senso che la gamba destra da fermo ci poggerebbe sopra se solo non ci fossero delle paratie isolanti, non proprio una cosa comoda nè fresca. Il motore in questo caso eroga 59 cv, ma il valore di coppia rimane lo stesso, e infatti le differenze si sentono soltanto se si vanno a cercare le prestazioni massime, ma in un utilizzo più consono alla tipologia di queste moto la distanza con la Bonneville è abbastanza trascurabile. La differenza sostanziale alla guida è data dalle gomme tassellate. Si sente che in curva la moto si muove di più, la gomma stessa se stressata si muove, ma i reali limiti di tenuta laterale restano alti, e permettono ritmi sostenuti su percorsi sinuosi stradali. Per essere efficaci è opportuno guidarla un po’ più di corpo rispetto, per esempio, alla Bonneville, sfruttando la maggiore leva offerta dal manubrio negli ingressi in curva e nei cambi di direzione. La guida risulta globalmente piacevole e dona sempre quella bella sensazione di pilotare un mezzo speciale. Inoltre nel gruppo è l’unica che accetta di buon grado anche qualche escursione fuoristrada risultando quindi anche il modello più polivalente.

THRUXTON: PIU' RACER
Infine abbiamo provato la Thruxton. Questo modello, in particolare, fa sentire proiettati in un’epoca diversa, per via soprattutto della sua caratterizzazione stilistica e per le specifiche tecniche. Ci si sente davvero un pilota d’altri tempi. La guida ovviamente è condizionata dalla diversa posizione che si assume in sella, caricata sull’anteriore per via dei due semimanubri che prendono il posto dei manubri alti delle altre. Tutto sommato la posizione non risulta neanche eccessivamente scomoda, ed è quella più favorevole negli spostamenti autostradali, dove si apprezza anche un minimo riparo aerodinamico offerto dal cupolino posto davanti alla strumentazione. I semimanubri donano grande precisione all’avantreno e permettono di disegnare traiettorie millimetriche. Le possibilità di piega sono elevate e limitate solo dalle stretta sezione degli pneumatici. Il motore eroga 69 cv e le prestazioni effettive non variano in maniera significativa rispetto alle Bonneville. Gli impianti frenanti di tutti i modelli, dotati di disco singolo all’anteriore e al posteriore, sono piuttosto equivalenti nel funzionamento, con una potenza offerta adeguata alle prestazioni e tale da non mettere mai in apprensione, e una buona modulabilità offerta dalle leve. Niente da lamentarsi anche per il consumo di carburante, tutte le moto sono sobrie e permettono buone autonomie di marcia.

CONCLUSIONI

Gli organizzatori del test hanno colto nel segno, facendoci testare queste motociclette su un percorso ideale, fatto di belle strade da guidare, e appaganti anche per la vista di splendidi panorami montani e romantiche località turistiche sul lago di Garda. Forse anche questa ambientazione ha contribuito all’esperienza di guida che questi modelli ci hanno regalato. Vincenti dal punto di vista del design retrò, così alla moda di questi tempi, ottimo anche per fare bella figura al bar dell’aperitivo in qualsiasi città o località turistica. Ma vincenti anche perché permettono di tornare a vivere il motociclismo in maniera più rilassata ma al tempo stesso appagante. E non parliamo solo di appagamento mentale, perché le Classics Triumph si lasciano anche guidare molto bene, riprendono, frenano e piegano senza troppe rinunce rispetto a modelli più moderni, sono facili da guidare e hanno un fascino imbattibile.

ABBIGLIAMENTO TEST

In questo test abbiamo utilizzato:
Giacca e pantaloni tecnici: Arlen Ness
Stivali: Gaerne
Casco: AGV

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