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Aprilia Caponord 1200 Travel Pack - PROVA

Divertimento assicurato e “turismo veloce”. La granturismo on-off di Noale offre un pacchetto completo a 15.900 euro

Moto - Test: Aprilia Caponord 1200 Travel Pack - PROVA

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Il segmento delle granturismo on-off è senza dubbio quello più in fermento e dove le Case motociclistiche stanno investendo la maggior parte delle proprie risorse. Una delle ultime moto presentate è la Aprilia Caponord 1200, moto disponibile in due versioni, base, ad un prezzo di 13.500 euro e Travel Pack che, in 15.900 euro include le sospensioni ADD ed il Cruise Control, oltre che una coppia di valigie da 29 litri in tinta e il cavalletto centrale. Abbiamo provato quest’ultima per un totale di 2.000 Km, vediamo come è andata.

LA PROVA

La Caponord 1200 Travel Pack è veramente ben fatta. Plastiche, giro dei cavi, cablaggi, tutto è estremamente curato come è giusto che sia per una moto di questa fascia di prezzo e segmento (anche le borse sono ben realizzate). Regolate le leve al manubrio mettiamo in posizione più bassa il cupolino, visto il trasferimento cittadino ed il caldo estivo. La regolazione è semplice, anche se purtroppo va effettuata da fermi; sicuramente per la prossima versione i tecnici dovranno studiare un sistema che permetta di posizionarlo diversamente anche durante la guida. La strumentazione è ultracompleta e forse addirittura troppo compatta per la quantità di informazioni che ingloba; in ogni caso tutto è molto intuitivo. Avviamo il propulsore e subito viene fuori il DNA delle corse di Aprilia: un possente borbottio fuorisce dalla scarico ed il motore sale subito di giri appena si sfiora il comando del gas. Il propulsore entra presto in temperatura e dopo pochi istanti siamo pronti per lasciare il centro urbano. Mappa Touring e ATC regolato su Livello 2, mentre il sistema ADD curerà autonomamente le sospensioni. La posizione di guida è confortevole, con le braccia larghe e distese verso il manubrio, la schiena rilassata e le spalle "scariche" da alcun peso. Solo le gambe vedono una angolazione differente, con le pedane più indietreggiate di quanto ci si aspetterebbe su una enduro stradale e la sella che a metà coscia risulta troppo poco smussata. I comandi sono invece dove ognuno li vorrebbe, con la leva della frizione morbidissima. Quest’ultima è poi estremamente modulabile e lavora in simbiosi con un cambio perfetto negli innesti, anche se la rapportatura di questo è troppo lunga. In città a 50 Km/h si riesce a stento a mettere la quarta marcia; "colpevole", in senso buono, un motore più adatto ad un utilizzo sportivo che turistico ma che risulta "pastoso" nel prendere giri anche grazie ad un Ride by Wire tarato allo stato dell’arte. L’ABS non è per nulla invasivo nell’intervento, i freni offrono la corretta potenza e modulabilità e il controllo di trazione "mette una pezza" su asfalti scivolosi e pavè. Perfetto il sistema ADD: buche, porfido, tombini, tutto è "filtrato" dal sistema e ci si sente sicuri a bordo con le sospensioni che si frenano automaticamente. Una curiosità: gli indicatori di direzione si spengono da soli, ma avremmo preferito un’operazione automatica più veloce. L’intervallo è troppo lungo e si rischia, una volta svoltato, di rimanere con l’indicatore di direzione inserito per troppo tempo.

DALLA CITTA' ALLA MONTAGNA
Stiamo per entrare in autostrada e approfittiamo per effettuare il pieno alla moto di Noale (24 litri in totale) e per modificare i vari settings. Portiamo l’ATC a Livello 1 e siamo pronti per lanciarci in autostrada. A 130 Km/h il motore gira regolare e dispone sempre di un’ottima riserva di potenza per effettuare i sorpassi, mentre apprezziamo una buona protezione aerodinamica di carene, cupolino e paramani. Inseriamo il Cruise Control: questo è abbastanza preciso, ma non offre la possibilità di regolarlo se non raggiungendo la velocità desiderata per poi essere reinserito. A tal proposito, quanto il Cruise resta in stand-by, la luce verde della spia lampeggia sul cruscotto, particolare che se di giorno non crea problemi, durante la guida notturna infastidisce non poco. Giunti al casello ci accodiamo per il pagamento: il motore scalda veramente tanto le parti basse, cosa abbastanza fastidiosa, soprattutto quando si attiva la ventola del radiatore.
Finalmente ci siamo, statali in direzione passo di montagna. Soprattutto sulle prime la Caponord 1200 dà il meglio di sè: equilibrata, con un bel motore e facile da portare a spasso. Zero vibrazioni, potenza sempre adeguata… difficile chiedere di meglio. La Mappa Touring si rivela dunque il giusto compromesso, mentre l’ADD pensa al resto: nei destra sinistra le sospensioni offrono comfort e sostegno, veramente pregevoli.
Iniziamo ad addentrarci su una stradina di montagna e proviamo la Mappa Sport: il propulsore offre ancora più birra, sale di giri con più decisione e l’impegno nella guida si alza. I freni, potenti e modulabili tengono a bada i 125 CV sprigionati dal bicilindrico, mentre ci concentriamo nuovamente sulle sospensioni. In accelerazione e decelarazione non c’è beccheggio; nei destra sinistra veloci si "sentono" le sospensioni che si frenano da sole nell’idraulica, ma se la forcella ha un funzionamento impeccabile, registriamo un sottilissimo ritardo del monoammortizzatore nel ritorno idraulico. Naturalmente stiamo cercando il pelo nell’uovo, perchè il sistema è praticamente perfetto. Quanto al motore possiamo solo che spendere parole positive: tra una curva e l’altra si è letteralmente catapultati, sicuri poi di un ATC perfettamente tarato. Ci si diverte su questa Caponord 1200 e più che una moto da turismo sembra una naked più comoda e protettiva. Solo i rapporti sono un po’ troppo lunghi. Chiudiamo con i consumi, che si attestano sui 15,5/16 Km/l nella percorrenza media e con l’impianto luci: se la luce di posizione da dietro non è tra le più visibili, possiamo solo che elogiare la potenza e la nitidezza del fascio di luce garantito dai due proiettori anteriori.

DESIGN ITALIANO

Non ci sono dubbi, il family look Aprilia è stato mantenuto sulla nuova Caponord 1200, lo stesso "sguardo" della RSV4, RS4 125 ed SRV 850. Cupolino e parabrezza (regolabile in altezza) sono il frutto di ore di sessioni in galleria del vento e non mancano di serie i robusti paramani. Tutto questo, insieme ai profili delle fiancate laterali che sono stati disegnati per essere poco invasivi, offrono un’ampia protezione aerodinamica. La posizione di guida è stata studiata per garantire al pilota il massimo del comfort con la schiena eretta e decontratta; il rider siede poi su una sella che vanta cuciture rosse (840 mm l’altezza da terra). Il passeggero invece ha una porzione di sella più ampia e piatta e separata da quella del pilota. Come già detto le valigie hanno una capienza di 29 litri ed una volta installate rimangono molto aderenti alla moto, creando un "ingombro" di 908 mm. Una volta tolte poi, si può regolare il silenziatore in altezza per un look ancora più sportivo. La strumentazione è completamente digitale e comprende un pannello LCD che integra diverse funzioni quali tachimetro, contagiri, odometro generale e due parziali, livello carburante e temperatura del liquido di raffreddamento. Oltre a tutte queste informazioni, il pannello include l’indicatore della mappatura selezionata (S, T o R) e quello della regolazione elettrica del precarico molla dell’ammortizzatore. Non manca l’indicatore della marcia inserita, il livello di regolazione dell’ATC ed il funzionamento delle manopole riscaldabili (previste in optional). Ai lati troviamo le spie di servizio per riserva di carburante, abilitazione/disabilitazione di ABS, ATC e ACC. Quanto ai pulsanti, oltre ai soliti comandi sulla sinistra (Mode per il menu, indicatori di direzione, clacson e abbaglianti), sulla destra troviamo il tasto per attivare le manopole riscaldabili e il Cruise Control. Tre le colorazioni disponibili: grigio, bianco e rosso.

BICILINDRICO DA 125 CV

Il propulsore deriva da quello della Aprilia Dorsoduro 1200 (da 1.197 cc), ma ovviamente è stato "adattato" all’utilizzo più turistico. E’ stato infatti oggetto di importanti evoluzioni, sia a livello di software che di hardware, tutto per ottenere un’erogazione più progressiva. I dati parlano di 125 CV a 8.250 giri/min ed una coppia massima di 11,7 kgm a 6.800 giri/min. Si tratta naturalmente di un bicilindrico a V di 90° dotato di raffreddamento a liquido, quattro valvole per cilindro e con distribuzione bialbero in testa comandata da un sistema misto ingranaggi/catena. L’accensione è a doppia candela e l’alimentazione è a iniezione elettronica di tipo "speed density" con due corpi farfallati e doppi iniettori "multiholes" per ciascun corpo. Le pipette vedono le bobine integrate di tipo Stick-coil ed è prevista l’ormai immancabile tecnologia Ride by Wire. Il cambio è a sei marce e la frizione, a bagno d’olio, si aziona tramite un comando idraulico. Quanto alla rapportatura finale, la Caponord 1200 vede una 17/42.

CICLISTICA

Il telaio prevede una struttura mista (traliccio di tubi in acciaio ad alta resistenza collegato a una coppia di piastre in alluminio pressofuso) ma rispetto alla cugina da motard l’avancorsa passa da 118 a 125 mm e l’interasse da 1.528 a 1.565 mm. Il telaietto posteriore è stato rivisto, in modo da poter garantire la giusta solidità per assicurare i bagagli senza problemi. Le sospensioni del modello base prevedono una forcella USD da 43 mm completamente regolabile (estensione, compressione e precarico della molla) ed un monoammortizzatore posizionato lateralmente e collegato al forcellone in alluminio regolabile manualmente nel precarico molla e nell’idraulica in estensione (la versione ADD la analizzeremo sotto). Le ruote, in alluminio, calzano pneumatici delle seguenti misure: 120/70-17 all’anteriore e 180/55-17 al posteriore. L’impianto frenante Brembo prevede all’avantreno una coppia di dischi flottanti in acciaio di 320 mm e delle pinze monoblocco a 4 pistoncini ad attacco radiale, mentre al retrotreno vi è un disco da 240 mm ed una pinza flottante a singolo pistoncino. Di serie l’impianto ABS disinseribile a due canali separati. Il peso a secco è di 214 Kg che diventano 228 per la versione Travel Pack. 24 litri è invece la capacità del serbatoio, di cui 5 di riserva.

TANTA ELETTRONICA

E veniamo all’elettronica di questa moto, fornendovi… le sigle che andiamo ad analizzare: RbW, ABS; ATC, ACC e ADD. Ricordiamo prima che il sistema di trasporto dati viaggia attraverso una linea CAN, tecnologia che permette di diminuire la quantità di cavi elettrici presenti e, per supportare tanta elettronica vi è un nuovo generatore di corrente da 690W (più potente di quello installato sulla Dorsoduro 1200). La Casa di Noale è stata la prima a credere nel Ride by Wire, l’acceleratore di tipo elettronico (ricordate la prima Shiver 750 nel 2007?) che sullla granturismo on-off ora proposta ha raggiunto l’apice dello sviluppo. Sulla Caponord 1200 è poi prevista una tripla mappatura (Rain, Touring e Sport) selezionabile anche in corsa dal pilota che garantisce tre "caratteri" differenti. La Sport offre il massimo delle prestazioni (erogazione pronta ed esplosiva), la Touring garantisce la medesima potenza della prima ma con un’erogazione più "morbida" (per la guida quotidiana ed il turismo) ed infine la Rain, dove la potenza è limitata a 100 CV (in condizioni di scarsa aderenza). Passiamo ora all’ABS e all’ATC (Aprilia Traction Control) entrambi disinseribili e di serie. Il primo è a due canali e garantisce la massima sicurezza in caso di fondo scivoloso, mentre il secondo consente di ottenere la corretta aderenza ed è regolabile su tre interventi di controllo: il Livello 1 permette un minimo di slittamento della ruota posteriore, il Livello 2 è adatto alla città e al turismo ed infine il Livello 3 è tarato per le situazioni dove si presenta un asfalto molto viscido. E veniamo alle ultime due sigle, l’ACC e l’ADD, sistemi disponibili con l’allestimento Travel Pack. Il primo è l’Aprilia Cruise Control, tecnologia che consente di impostare una velocità e di mantenerla a prescindere se si presentino salite o discese. Naturalmente si disattiva appena si toccano i freni, la frizione o il pulsante Cruise Control. La funzione è quella di affaticarsi di meno e consumare meno carburante.
Passiamo ora all’Aprilia Dynamic Damping, il sistema dinamico di sospensioni semiattive sviluppato da Aprilia e coperto da quattro brevetti che abbiamo già avuto modo di approfondire con un’intervista al progettista Andrea Ricci e che sfrutta componentistica utilizzata nell’automotive. In sostanza questa tecnologia misura l’energia trasmessa al veicolo dalle asperità dell’asfalto e simultaneamente adegua la taratura dell’idraulica sia della forcella che dell’ammortizzatore tramite un algoritmo "comfort oriented" brevettato che combina i principi dei noti algoritmi skyhook e acceleration driven damping. Il sistema poi riconosce le varie fasi di guida come accelerazione, rilascio del gas, frenata e gas costante e adegua il setting autonomamente. Tra i vari sensori, la Casa di Noale ne ha brevettato uno di pressione che "registra" i movimenti in estensione della forcella. Il Travel Pack poi, include un ammortizzatore che permette di regolare elettricamente il precarico della molla su quattro posizioni predefinite: pilota, pilota con passeggero, pilota con valigie e pilota e passeggero con valigie. Il tutto è ovviamente visualizzato sullo schermo LCD. In ogni caso però, il sistema è in grado di controllare automaticamente il precarico della molla e di conseguenza adeguarlo in base al "peso", sia questo il pieno di carburante o eventuali bagagli e/o passeggero.

CI PIACE

Qualità costruttiva
Elettronica
Propulsore

NON CI PIACE

Rapporti trasmissione finale
Consumi migliorabili

ABBIGLIAMENTO TEST

In questo test abbiamo utilizzato:
Nolan N44
Guanti e giacca OJ

[Foto: Francesco Attardo]

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