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Roland Sands Design KTM 690 CafeMoto

Era una 690 Enduro R, ora è una raffinatissima Cafè Racer in perfetto Roland Sands Style

Moto - News: Roland Sands Design KTM 690 CafeMoto

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Torniamo a parlare di Roland Sands pochi giorni dopo avervi fatto vedere lo psichedelico video The Art of the Machine con il quale Roland dà la sua personale interpretazione del bello che c’è negli oggetti meccanici. Oggi vi proponiamo una delle ultime realizzazioni della RSD, una interessantissima special costruita sulla base della KTM 690 Enduro R. Sì, proprio la conosciuta enduro austriaca della famiglia delle dual sport, ossia quelle enduro non specialistiche al 100% utilizzabili anche su strada, trasformata dalle mani di Sands in una spettacolare cafè racer.

Chi ci legge da un po’ ricorderà sicuramente che Roland già un paio d’anni addietro aveva realizzato una moto simile nella filosofia ma partendo da una KTM 525 EXC Motard di una sua cliente. In quel caso le modifiche tecniche alla moto furono molto limitate e buona parte della meccanica rimase invariata e Roland si concentrò quasi esclusivamente sull’estetica della moto. L’esperienza però aguzza l’ingegno e Roland Sands stavolta ha adottato un approccio completamente diverso, salvando solo telaio e motore della moto e ricostruendo tutto il resto. Oltretutto, come vedete dalle foto, alla RSD sono partiti da una moto nuova di pacca, cercata con pazienza nella rete KTM USA in modo da accaparrarsi due degli ultimi esemplari disponibili. Due? Si perché Sands ha già in cantiere un’altra special da costruire sulla stessa base, ma di ispirazione flat track.

DAL TASSELLO AL RADIALE

L’obiettivo finale di questa special era di costruire una Cafè Racer che pesasse meno di 135 kg con un motore da 65 cavalli o poco più, e la KTM 690 Enduro R era la candidata perfetta per questo progetto, visto che di serie pesa 138 kg.
Il lavoro di Ronald Sands inizia, come sempre, da un bozzetto disegnato su carta, utile a fissare l’obiettivo finale del progetto, per poi passare allo smontaggio della meccanica. Negli intenti della RSD c’era la necessità di dare un tocco classicheggiante alla moto e quindi è stato deciso di eliminare il forcellone crossistico a due bracci e di disegnarne uno apposito monobraccio. Decise le quote geometriche, Roland è passato a sagomare i tubi in acciaio al cromo molibdeno e a fissarli nella maschera di saldatura costruendo un bel traliccio che ricorda, nelle forme, quello delle Ducati Monster serie SR. Per il mozzo eccentrico Sands ha contattato un altro famoso customizer statunitense, Gregg des Jardins della Gregg’s Custom che da anni si è specializzato nella costruizione di forcelloni monobraccio completi di mozzo e corone in ergal lavorate dal pieno.

Per i cerchi ovviamente si è attinto a ciò che la RSD ha in casa e quindi ad una coppia di Morris a sette razze ricavati dal pieno disegnati e costruiti proprio da Roland. La forcella è stata costruita prendendo steli e foderi di quella originale, accorciandola tantissimo nella escursione ed eliminando i piedini a perno avanzato per montarne una coppia in ergal ricavati dal pieno. L’impianto frenante è monodisco con una pinza Brembo monoblocco a quattro pistoni e pompa freno Brembo al manubrio.
Il telaietto posteriore è stato del tutto ricostruito realizzando una sottile struttura tubolare su cui montare un codino battuto a mano in lamiera d’alluminio e inclinato in modo da offrire continuità stilistica al serbatoio che ci si appoggia sopra. Il tutto è stato poi verniciato a polveri in bianco latte dalla Olympic powder coating mentre il serbatoio, la coda e i le carenature del radiatore sono state verniciate dalla Airtrix. La sella è stata realizzata in pelle traforata cucita a mano dalla Bitchin Seat Co.

Il motore è stato solo affinato nelle prestazioni senza stravolgerlo, montando un filtro aria cilindrico e rivedendo la mappatura ma soprattutto costruendo un impianto di scarico montato sul lato destro della moto anziché a sinistra e montandoci un terminale a trombone corto e tagliato a fetta di salame. L’idea iniziale prevedeva che lo scarico passasse in basso per poi terminare sotto al motore, ma in corso d’opera si è preferito abbandonare questa strada in favore di una soluzione forse meno inconsueta ma più filante.
E ora? Beh, non ci resta che aspettare la prossima realizzazione su base KTM che Roland sta progettando.

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