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La storia della Vespa Primavera

E’ stato il modello che ha motorizzato gli italiani negli anni settanta, al suono di: “E’ primavera, svegliatevi vespisti!”

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La Vespa Primavera rappresentò una vera rivoluzione nel campo degli scooters e fu protagonista delle contestazioni giovanili durante gli "anni di piombo". La sua snellezza ed il suo essere versatile e frizzante catturò prestissimo l’attenzione dei giovanissimi e diventò l’emblema di una intera generazione che si mosse con lei. Approfittiamo del ritorno in grande stile della Primavera, che è di nuovo sul mercato nelle versioni 50, 125 e 150 cc che abbiamo appena provato per approfondire la storia del modello che per primo ha avuto quel nome.

La produzione di una delle Vespa più desiderate dai giovani degli anni Settanta del secolo scorso e dagli appassionati di ogni età, contava 370.000 esemplari costruiti nell’arco di tre lustri, per un totale di ben tre serie distinte, oltre alla scattante ET3.
L’unica precorritrice, ma meno fortunata della Primavera è stata la Vespa Nuova 125, che diede vita al fenomeno delle 125 cc snelle, alleggerite di quasi 20 kg rispetto alle altre pari cilindrata coeve e "vestite" da Vespa 50 cc, con i gusci saldati al telaio. Ciò ha reso la due ruotine uno dei modelli Piaggio più apprezzati e duraturi: sotto una scocca minimale, che nulla ha a che fare con la sinuosa e voluminosa fisionomia delle altre Vespa 125, si cela infatti un motore due tempi, raffreddato ad aria, con cilindro inclinato a 45º, progettato dal valente Corradino D’Ascanio e già introdotto con la Vespa 50 risalente al 1963.

LA VESPA DEI SESSANTOTTINI

Il momento storico sul quale la Primavera si è affacciata era insaporito da svariati moti di protesta e rivoluzioni giovanili, durante i quali, l’essere di destra o di sinistra contava anche riguardo ai mezzi a motore che si possedeva: si arrivava per giunta ad affermare che la Primavera fosse di destra, mentre il classico e sempiterno "Vespone", di sinistra.
La prima Vespa dal nome della stagione degli amori si affacciò sul mercato italiano alla fine del 1967 e rimase in produzione fino al 1973: oggi si distingue facilmente dalle successive serie per via di due scritte in corsivo indicanti il modello e apposte obliquamente, sia sul lato destro del suo scudo, che al centro dello scatolato, subito sopra il fanalino posteriore. Quest’ultimo è circondato esternamente da una sagoma metallica; le manopole del manubrio sono grigie e lo sfondo del tachimetro contachilometri bianco.
La seconda serie, molto simile alla precedente e prodotta tra 1974 ed il 1976, se ne differenzia solamente riguardo alle scritte anteriori e posteriori, di diverso tipo e dritte, oltre alle manopole più moderne e nere. L’ultima delle serie, commercializzata per un solo anno, dal 1976 al 1977, monta un fanale posteriore di dimensioni più generose e di forma differente rispetto a quello del quale erano dotate le prime due versioni, oltre al mutamento dal bianco al nero del fondo del contachilometri.

PICCOLI IMPORTANTI DETTAGLI

Due interessanti aneddoti: la prima serie era ancora dotata di leve al manubrio che finivano a punta mentre, nelle serie successive, le due leve possedevano una diversa foggia, finendo con una piccola sfera che serviva al pilota per migliorarne la presa; inoltre, dal 1979, lo stelo del pedale del freno posteriore cambiava la forma della sua sezione: da tonda e smussata diventava a sezione quadrata.
La Primavera ET3, prodotta a partire dal 1976 fino al 1982, risulta decisamente più briosa rispetto alla normale perché il suo cilindro ha tre travasi, l’accensione elettronica ed il propulsore eroga 6 CV, contro i 5,5 CV delle tre serie precedenti; era inoltre dotata di una chiave di contatto sul manubrio all’altezza del faro e di una marmitta a siluro, molto diversa e più aggressiva, rispetto a quelle delle altre Vespa 125. A renderla unica, invece, sono le fasce adesive con la scritta "ELECTRONIC" che presenta sulle fiancate ed ai lati del parafango anteriore, insieme con la targhetta ET3, sita subito sopra il fanale posteriore.
Scattanti, rabbiose e frizzanti, le Vespa Primavera sono oggi molto richieste dai collezionisti, che le considerano dei giocattoli con personalità, capaci di offrire incredibili emozioni e delle accelerate, anche in curva, che rendono molto divertente il condurle. La prima serie è diventata molto rara, soprattutto se dotata di targa originale, con quotazioni sempre in crescita.

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