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Darren Kuo Revolver: la moto che “spara”

Frutto del progetto di uno studente di Taiwan, la Revolver è alimentata ad aria compressa. Farà la fine della “Eolo?”

Moto - News: Darren Kuo Revolver: la moto che “spara”

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Ve la ricordate la "Eolo"? Era una micro vettura che venne presentata nel 2001 al Motor Show di Bologna, ad opera dell’ingegnere Guy Negre, che aveva la particolarità di essere spinta da un motore ad aria compressa. Il progetto venne rapidamente accantonato tra mille polemiche su ipotetici tentativi di boicottaggio da parte della grandi case automobilistiche e dalle major del petrolio (sollevati anche dall’allora comico Beppe Grillo), e solo ora potrebbe arrivare alla commercializzazione, dopo molti anni di affinamenti e sperimentazioni. Vi starete chiedendo che c’entri la Eolo con le moto… c’entra, anche se in effetti di punti in comune ce ne sono pochi, perché dall’altra parte del globo stavolta salta fuori una moto spinta da un motore ad aria compressa: la Revolver.

DA TAIWAN CON RUMORE…
L’idea di inventare una motocicletta che venga alimentata solo ad aria compressa è venuta a Darren Kuo, studente di Taiwan che si è dedicato al suo progetto sulla scorta di una ricerca locale che indicherebbe le motociclette come responsabili del 20% dell’inquinamento nel paese asiatico. Oltre a progettarla, Darren ne ha anche costruito un prototipo in scala 1:1 da impiegare per i primi esperimenti. Il nome "Revolver" non è affatto scelto a caso perché il tipo di motore utilizzato per spingere la motocicletta è appunto un tamburo rotante con dei cilindri in cui si espande l’aria compressa, e la sua forma ricorda in tutto quella del tamburo di una pistola a sei colpi.

Questo genere di macchine utilizzatrici sono molto comuni nell’industria e la tecnologia dei motori ad aria compressa è diffusissima in tutto il mondo ed a basso costo, quindi l’idea di usare un motore del genere per la trazione non è affatto balzana, ma si scontra con dei problemi operativi decisamente ingenti. In primis la coppia erogabile dipende fortemente dalla pressione dell’aria, che quindi va immagazzinata in quantità e a pressione molto elevata (centinaia di atmosfere) con tutti i problemi che ne derivano. Il secondo problema è che l’autonomia di un veicolo che va ad aria è legata agli stessi fattori, di non facile soluzione, specie su una motocicletta dove ingombri e peso sono drammaticamente importanti. Insomma: non siamo certi che la tecnologia sia pronta per un passo del genere, ma un plauso va comunque a Darren Kuo per averci provato e anche per aver riproposto soluzioni tecniche raffinate come il forcellone anteriore oscillante in stile Bimota Tesi.

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