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Wrooom 2013: parla Bernhard Gobmeier

Il suo è forse il giudizio più atteso: "Evoluzione e non rivoluzione"

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Mantre il Wrooom 2013 sta procedendo e i piloti Ducati stanno per lasciare il podio ai colleghi della Ferrari Formula1, ma nel frattempo i nostri inviati a Madonna di Campiglio stanno intervistando tutte le personalità presenti al Wrooom.

Ieri è stata la volta di Andrea Dovizioso, Nicky Hayden e all’AD Gabriele del Torchio, mentre oggi a salire sul palco è stato Bernhard Gobmeier, nuovo Direttore Generale di Ducati Corse, che ha illustrato i piani della Casa di Borgo Panigale per le prossime stagioni. Come prima cosa, il manager tedesco, che è subentrato da pochi giorni a Filippo Preziosi, ci ha tenuto a precisare che nonostante i tanti nuovi arrivi (Paolo Ciabatti alla guida del programma MotoGp, Julian Thomas alla comunicazione, Andrea Iannone e Ben Spies tra i piloti oltre al "Dovi"), quella che sta partendo non deve essere intesa come una rivoluzione, quanto come un'evoluzione.

"Sono pochi giorni che ho assunto questa carica, ma ho già avuto degli input a fine dicembre, quando ho fatto la mia prima visita alla fabbrica della Ducati. Sicuramente è ancora presto per parlare dei cambiamenti che ci saranno in futuro, anche perchè siamo ancora in una fase di analisi di molte cose. Un'analisi sia tecnica che organizzativa. In generale quello che posso dire è che abbiamo intenzione di costruire sulle basi già esistenti, sfruttando tutti gli ingegneri e i tecnici qualificati che sono già presenti nella squadra. Affronteremo il tutto da un punto di vista evolutivo: il concetto quindi è evoluzione e non rivoluzione" ha esordito Gobmeier.

Nonostante sia a Borgo Panigale da pochi giorni, ha già avuto modo di farsi un'impressione positiva sull'azienda: "La mia prima impressione è stata molto positiva: per me la Ducati appare come una grande famiglia amichevole e questo è molto importante anche per il morale e per le motivazioni delle persone. L'atmosfera aziendale è davvero unica, si vede una grande dedizione del personale nei confronti del marchio e dei progetti che andremo ad affrontare. Cercheremo di basare il nostro futuro sulle cose positive che sono già presenti in azienda. Queste vanno mantenute, ma dobbiamo analizzare anche le mancanze che ci sono state dal punto di vista tecnico, organizzativo e di struttura. Come ho già detto, odio usare il termine rivoluzione anche perchè, come insegna la storia, queste non portano mai a nulla di troppo buono".

Anche se è arrivato a prendere il suo posto, Gobmeier ha spiegato poi che il legame con Filippo Preziosi rimarrà importante, avvicinando ulteriormente il reparto corse a quello produzione: "Io personalmente trarrò vantaggio dall'esperienza di Filippo Preziosi: siamo in contatto e sicuramente abbiamo un rapporto aperto per quanto riguarda le idee per portare avanti l'azienda e fare in modo che anche Ducati Corse possa fare la stessa cosa. Certamente con la sua nuova posizione garantirà un'importante legame di comunicazione tra la parte di prodotto e la parte corse dell'azienda. Ci potrà dare degli input continui, ricordandoci anche la storia ed i motivi per cui certe cose sono state fatte in un certo modo. Sicuramente io dovrò imparare molto di questo background dell'azienda, quindi è normale che dovrò andare ad esplorare il potenziale presente. Allo stesso tempo devo dire che spesso si parla di Filippo, ma sono tanti gli ingegneri di talento che fanno parte della nostra squadra, che a loro volta hanno ottime idee. Idee che proveremo a mettere insieme per migliorare la moto, ma anche il nostro modo di lavorare insieme. Questo spero che possa velocizzare il processo di sviluppo".

Secondo lui sono cinque le componenti fondamentali per un allestire programma vincente e quindi le ha volute illustrare piuttosto brevemente: "Non esiste una componente miracolosa che possa permettere un salto di qualità immediato, ma questo lo aveva già detto giustamente anche Hayden nella giornata di ieri. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco che sono importanti nelle corse. Al primo posto ci sono gli pneumatici e quindi speriamo che possa arrivare qualche miglioramento anche da parte della Bridgestone, anche se questo è un qualcosa che non dipende da noi. Anche il team, il morale e la sua motivazione sono una componente fondamentale per arrivare al successo: se tutti danno il 110% è sicuramente più facile raggiungere gli obiettivi. Ovviamente non bisogna dimenticare i piloti e noi siamo molto felici dei nostri cinque. Oggi Michele Pirro non è qui, ma anche lui avrà un ruolo importante per i collaudi e con le sue wild card. C'è anche la fortuna, ma questa la mettiamo a lato, perchè è una cosa che non abbiamo la possibilità di influenzare. Infine, c'è l'aspetto tecnico e la cosa che ci appare abbastanza chiara è che non ci dobbiamo concentrare su qualcosa in particolare, ma su tutte le entità tecniche della moto: sul motore, sull'elettronica, sul telaio e sull'aerodinamica. In nessuno di questi campi ci sarà una singola evoluzione che sconvolgerà tutto, anche perchè siamo convinto che il potenziale della moto ci sia e abbiamo delle idee da valutare: alcune si vedranno già dai prossimi test, altre più avanti nel corso della stagione".

Ieri Dovizioso aveva parlato di un piano biennale per tornare al top e anche Gobmeier sembra concorde con il suo pilota: "Condivido l'approccio generale di Andrea, perchè dobbiamo affrontare questa nuova sfida come un progetto a medio-lungo termine, sia da parte della Ducati che da parte dell'azienda madre Audi. Le corse sono il DNA della Ducati, quindi continueremo in questa direzione. Come diceva ieri anche Andrea, questa sarà una stagione in cui dovremo fare un'importante sviluppo della moto, con l'obiettivo di raggiungere dei risultati importanti, ma siamo consapevoli del fatto che per recuperare su chi è davanti rispetto a noi, ovvero l'elite attuale della MotoGp, serviranno molto lavoro, molta dedizione, ma anche del tempo".

Pur essendo anche lui un tecnico, per di più dotato di una certa esperienza, non sembra troppo intenzionato ad andare a mettere il naso nel lavoro degli ingegneri, dando comunque la sua disponibilità a portare nuove idee: "Io sono un ingegnere e gli ingegneri amano affrontare le questioni tecniche, amano "giocare", ma io ho appreso nell'arco della mia carriera che è meglio lasciare che siano i tecnici più esperti a fare il loro lavoro. Chiaramente avendo una mia esperienza anche io proverò a dare i miei input, le mie idee: in passato ho lavorato proprio allo sviluppo di alcuni motori e da allora la fisica non è cambiata, ma credo che la cosa più importante da parte mia sarà porre le domande giuste a chi deve trovare le risposte".

La situazione che arriva ad affrontare in Ducati è simile a quella che ha trovato quando era entrato in BMW. Una sfida che ha saputo vincere, portando lo scorso anno Marco Melandri vicino alla conquista del Mondiale Superbike: "Quando ho parlato la prima volta con gli ingegneri della Ducati mi è capitato spesso di sorridere, perchè i problemi di cui mi parlavano erano sostanzialmente gli stessi di quando ero arrivato in BMW. E' chiaro che poi tutti vogliono sempre cercare di tirare fuori il meglio, quindi è facile sentire parlare di problemi, che spesso sono gli stessi, come ad esempio la carenza di grip".

Anche se la sua avventura in Rosso è iniziata da poco, qualcosa da migliorare lo ha già trovato: "Una cosa che ho notato, e questo è un qualcosa che abbiamo affrontato subito, è che secondo me va migliorata la comunicazione tra ciò che accade in pista con i piloti e coloro che lavorano in fabbrica. Valentino si è spesso lamentato a mezzo stampa, parlando di alcune carenze ed effettivamente bisogna ammettere che ce ne sono state alcune. Quello che devo dire comunque è che tutti si sono approcciati in maniera positiva alle novità e che c'è la voglia di seguire i nuovi input".

Il legame con Audi potrà essere sicuramente importante, favorendo un interscambio di tecnologia, soprattutto a livello di ricerca scientifica: "Dovremo fare una distinzione tra i tipi di tecnologia: l'Audi non ha esperienza nel campo delle moto, quindi la Ducati dovrà provare a reggersi sulle sue gambe. Dovremo gestire noi le sfide che ci riguardano direttamente. Nelle corse alcune cose sono simili tra auto e moto, ma ce ne sono anche davvero tante che sono diverse. L'Audi in ogni caso ci aiuterà in quei campi nei quali non abbiamo sufficienti risorse. Un esempio può essere il campo della ricerca scentifica, da sempre una specialità di casa Audi, che in questo modo potrebbe anche accrescere il suo bagaglio di conoscenze. Dunque, ci sarà uno scambio di informazioni costante e credo che entrambe le aziende potranno trarne beneficio".

Un altro dei punti fermi voluti da Gobmeier è quello di uno sviluppo più mirato ed approfondito. Sviluppo che partirà dal provare a tirare fuori tutto il potenziale dalla moto attuale: "Noi partiremo con questa moto come base. Una moto che è stata sviluppata l'anno scorso, senza però riuscire a raggiungere il suo rendimento ottimale. Quindi pensiamo che ci sia ancora molto potenziale che non è stato esplorato e il primo step è quello di provare a modificarla per raggiungere la sua prestazione ottimale. Contemporaneamente abbiamo un paio di novità pianificate che riguardano telaio, elettronica e motore, che però dovranno essere valutate prima di diventare uno step evolutivo definitivo. Uno dei motivi per cui abbiamo rafforzato la squadra dei collaudatori è che vogliamo che tutte le novità vengano testate per capire se effettivamente possono dare dei vantaggi alla performance della moto, ovviamente senza intaccarne l'affidabilità. In passato forse ci sono stati troppi cambiamenti, che hanno creato anche un po' di confusione ed è per questo che in futuro non ci vogliamo affidare a soluzioni che non abbiano già comprovato il loro potenziale".

L'obiettivo è chiaramente quello di rendere la GP13 più guidabile da tutti i piloti, senza snaturarla però da quelli che sono i tratti caratteristici della Ducati: "Io ho una mia filosofia personale: la moto deve essere guidabile per tutti i piloti e non una "belva" in grado di andare forte solo con Stoner. Però voglio chiarire che noi non faremo mai una moto super facile in stile Yamaha, la Ducati deve avere un suo carattere, quindi non copieremo la concorrenza. Noi vogliamo aderire alla storia e alla filosofia di questo marchio, perchè siamo convinti che possa darci ottimi risultati. Detto questo è palese che dovremo rendere la Desmosedici più guidabile, senza però andare a disperdere i suoi tratti più caratteristici".

Quando poi gli è stato chiesto se in futuro si potrà vedere il ritorno della struttura con il motore portante, magari con una squadra satellite, Gobmeier è stato piuttosto categorico nello smentire questa possibilità: "Il motore portante è un concetto che la Ducati ha utilizzato in passato in MotoGp ed ha dei vantaggi che sono stati trasferiti bene sulla 1199 Panigale, che è una moto agile e leggera e che immagino sarà una delle migliori Superbike in circolazione. Con l'arrivo di Audi comunque non abbiamo tutte queste risorse in più rispetto al passato da permetterci di poter realizzare una seconda struttura ed una moto differente. Inoltre ci sono delle buone ragioni se siamo passati da quel tipo di soluzione all'attuale telaio perimetrale. Una è sicuramente legata ai regolamenti sui motori: oggi ne abbiamo sei per tutta la stagione, ma dal 2014 diventeranno cinque ed un telaio più convenzionale garantisce ovviamente una maggior possibilità di modifiche. Il nostro obiettivo deve essere quello di evolvere il telaio attuale e renderlo competitivo".

Tra i gossip si parla anche di un nuovo telaio realizzato dalla Suter, il cui arrivo sarebbe imminente, ma su questo argomento il Direttore Generale non si è voluto sbilanciare: "C'è un accordo tra la Suter e la Ducati e prevede che la Suter sia un fornitore tecnico, come lo era anche in precedenza. Noi non dobbiamo rivelare quali siano queste componenti, ma si tratta di una normale collaborazione tra aziende. So che ci sono state parecchie voci rispetto a quello che sarà il ruolo della Suter, ma in questo momento non voglio dire altro".

E un'altra smentita piuttosto secca è arrivata legata alla possibilità che nel 2014 possa sparire il sistema desmodromico e che possa venire modificata la struttura a 90° del motore: "Non vediamo nessuna ragione per modificare quella che è una tecnologia che funziona bene per passare ad un qualcosa che non fa parte del DNA dell'azienda. Il motore Desmodromico è un pezzo di storia della Ducati e continueremo su questa strada, almeno fino a quando non saranno le regole ad impedirci il suo utilizzo. Anche perchè, avendo visto anche i dati, non trovo alcuna ragione per privarci di questa tecnologia. Per quanto riguarda la configurazione del motore, questa rimarrà con uno schema a 90°, anche se proveremo a migliorarla. Attraverso le analisi che abbiamo fatto in fabbrica abbiamo capito che bisogna proseguire sulla strada dell'attuale V per trovare il giusto compromesso tra le prestazioni a la guidabilità".

Sul tema del futuro cambiamento dei regolamenti ha poi aggiunto: "Le regole cambieranno nel 2014 e successivamente nel 2017, quindi resteremo in contatto con la Dorna e con MSMA per avere delle normative che possano essere positive per lo sport e per lo spettacolo, ma che ci consentano anche di ridurre i costi. Tutti affrontiamo gli stessi problemi, soprattutto le piccole aziende come la nostra, quindi ci stiamo già preparando in vista del 2014, anche perchè molti si dimenticano della grande pianificazione che va fatta per portare avanti lo sviluppo di una moto, che parte anche due anni prima. Ogni cambiamento porta a nuove opportunità, quindi noi vogliamo affrontare questa sfida con grande motivazione, provando a ridurre il gap fin da questa stagione e poi con la nuova occasione che ci verrà data dalle nuove regole. Il nostro obiettivo è ovviamente questo".

Inevitabile, infine, una piccola battuta anche sull'importanza della Superbike per Ducati: "Per la Ducati entrambi i campionati sono molto importanti, anche perchè uno è un campionato per prototipi puri ed l'apice della sfida tecnologica per i produttori mondiali. In Superbike invece si sfidano delle moto di derivazione stradale e in futuro dovrebbero arrivare anche importanti novità regolamentari. Ezpeleta quindi ha garantito che rimarranno due campionati di altissimo livello, ma confrontabili solo sotto pochi punti di vista".

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