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Si conclude "Viaggiare per un sogno: oltre le barriere"

Pietro Rosenwirth ha terminato il suo viaggio

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A metà maggio parlammo di Pietro Rosenwirth (43 anni, fondatore dell’Associazione umanista "Viaggiare per un sogno: oltre le barriere" - Onlus, è affetto da una patologia degenerativa congenita che comporta un importante handicap motorio) ed il suo viaggio denominato "Viaggiare per un sogno: oltre le barriere". Ora ci siamo, Pietro ed il suo Handybike (uno scooter trasformato in tre ruote), hanno concluso il loro viaggio. L'ultima tappa è stata quella dell'incontro all’Ambasciata italiana a Lubiana, alla presenza delle autorità locali, per poi ritornare nella sua Trieste, città di partenza.

IL VIAGGIO

Il primo giugno Pietro ha lasciato la sua città, per giungere il giorno successivo a Genova per un incontro promosso dal Centro delle Culture. Il 6 giugno è arrivato a Marsiglia, per conoscersi con il Console Generale Paolo De Nicolo e per poi proseguire a Barcellona, dove l'8 giugno è stato ricevuto dal Comune della città spagnola. Quattro giorni dopo era a Valencia, ed il 14 giugno a Madrid, dove il biker triestino ha ricevuto il benvenuto in città. Il giorno seguente Rosenwirth ha incontrato alle 12 l'Assessore Comunale alle Politiche Sociali Rocìo de la Hoz nella sede centrale del Comune (Dirección General de Igualdad de Oportunidades Área de Gobierno de Familia y Servicios Sociales Ayuntamiento de Madrid), dove ha illustrato il suo progetto "Viaggiare per un Sogno: Oltre le Barriere" e presentato la Convenzione ONU sui diritti dei disabili.

Il 21 giugno era poi a Tolosa e poi a Bordeaux, dove è stato ricevuto dall'Associazione Paralizzati di Francia. Il 28 è stato a Parigi, dove ha riscontrato diverse difficoltà: agli automobilisti intolleranti non appena si è immerso nel traffico cittadino che in più occasioni hanno messo a repentaglio la sua incolumità (nonostante il contrassegno di portatore di handicap ben visibile sul mezzo), si sono infatti aggiunti gli ostacoli di tipo fisico, scale e percorsi accidentati che ne hanno impedito la circolazione in scooter ma anche la deambulazione a piedi. Il Comune di Parigi non ha poi accolto il biker e, a completare la serie di esperienze negative nella capitale, la negata visita alla torre Eiffel, simbolo della città. Per i disabili infatti, anche con parziale mobilità, il monumento, pur essendo dotato di ascensori che portano fino in cima, per "motivi di sicurezza", come spiegano i responsabili, è accessibile solo fino al secondo piano, ovvero la sola base della struttura. Per i disabili inoltre non sono previsti particolari percorsi agevolati per evitare le ore di coda sotto il sole cocente. "Un'inaccettabile discriminazione - secondo Rosenwirth - che viola ogni principio di uguaglianza e solidarietà".

Dopo un paio di giorni, Pietro ha salutato Parigi, dopo aver incontrato il Console Luca Maestripieri, per poi proseguire verso Bruxelles (città accessibilissima ai disabili), dove nel palazzo municipale ha incontrato l’Assessore alle politiche sociali Fatiha Saidi, alcune organizzazioni che operano con i disabili e il Console italiano. Il 3 luglio è giunto a Rotterdam, dove nel palazzo municipale è stato ricevuto dal Vice Sindaco Korrie Louwess insieme ai principali rappresentanti delle organizzazioni cittadine che operano con i disabili. Un Paese, l'Olanda, che Pietro ha definito "avanti" quanto all'attenzione per i disabili: "L'Olanda è tra i primi paesi ad impegnarsi nell'applicazione della Convenzione ONU sui diritti dei disabili" e ancora, "... sono rimasto molto colpito dall'ordine della città, sicuramente fattore positivo per un portatore di handicap – ha detto Rosenwirth al termine degli incontri istituzionali, quando gli è stato possibile visitare Rotterdam - perfino la parte antica è stata completamente rimessa a nuovo. A parte qualche cantiere, la città è ben accessibile, anche se per la sua perfezione e cura sembra fatta di Lego". Rosenwirth si è poi spostato ad Amsterdam (6 luglio), dove ha riscontrato una situazione opposta a quella di Rotterdam. Nella "Venezia del Nord" è stato ricevuto al Consolato d'Italia dal Console Romiti e dalla Vice Console Calderaro, ed ha così definito la città strappata al mare: "Le barriere architettoniche sono pressoché infinite tra la conformazione della città stessa e il discutibile approccio delle Pubbliche Amministrazioni: come fin troppo spesso accade, tante parole ma ben pochi fatti in proporzione alle potenzialità".

E' poi toccato a Berlino ricevere Pietro, dove la giornata è iniziata passando in sella allo speciale scooter trike dalla Porta di Brandeburgo. Si è recato all'Ambasciata d'Italia dove è stato ricevuto dall’Incaricato d’Affari Giovanni Pugliese e dal Consigliere per l’Emigrazione e gli Affari Sociali Massimo Darchini, i quali hanno salutato l’impegno del disabile nella sensibilizzazione a favore dell’abbattimento delle barriere non solo architettoniche e fisiche ma anche burocratiche e culturali. Berlino è una città come poche: "Quale posto migliore di questo – ha detto ai giornalisti della Rai intervenuti in loco Rosenwirth – per auspicare, dopo quelle fisiche e ideologiche già demolite in questa città dove la convivenza è sinonimo di diversità, l'abbattimento delle barriere architettoniche, per garantire dignità e pari diritti anche ai disabili". Il 13 luglio è stata poi la volta di Praga, dove il disabile triestino si è incontrato con il Presidente del Consiglio Nazionale per le persone disabili Vaclav Krasa (questo rappresenta 118 associazioni), che si è impegnato a collaborare con Rosenwirth nel progetto "APP Accessibility" di cui Pietro è testimonial come concordato con la FAMMACocemfe di Madrid a seguito dell’incontro di Madrid.

Il 17 luglio Pietro è giunto a Salisburgo, dove il Sindaco l'ha ospitato e si è detto pronto a collaborare nel progetto internazionale "APP Accessibility". Due giorni dopo Rosenwirth è giunto a Tarvisio, ed anche qui il Sindaco l'ha ricevuto, dove insieme all'assessore alle politiche sociali, la Dott.ssa Campana, è stata sottoscritta la "Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità". Infine, due giorni fa Pietro ha raggiunto l'ultima tappa prima del rientro a Trieste, Lubiana, dove presso l'Ambasciata italiana ha incontrato il Consigliere Comunale Sašo Rink.

50 giorni di viaggio, 10.000 chilometri, ma soprattutto la speranza che le tante "firme" si siano veramente impegnate e si impegneranno a lavorare per i diritti dei disabili e per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Pietro è la dimostrazione di come non ci si debba mai fermare davanti alle difficoltà della vita. Intanto, mentre si attende la conferenza stampa, il biker triestino sta già mettendo giù le basi per il prossimo viaggio che si terrà l'anno prossimo nei paesi del Nord Europa.

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