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Piaggio Beverly Sport Tourer Vs Honda SH300i - COMPARATIVA

A confronto i best seller del mercato. Né vincitori, né vinti!

Moto - Test: Piaggio Beverly Sport Tourer Vs Honda SH300i - COMPARATIVA

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"Il segreto del mio successo". Ve lo ricordate il film in cui un giovanissimo Michael J Fox, nel lontano 1987, da neolaureato passa ad amministratore dell'azienda dello zio, con tanto di jet aziendale pronto a partire al suo comando? Torniamo a parlare di motori, e vi spieghiamo perchè abbiamo nominato questo film cult... Cult, un oggetto che è diventato un'icona sociale, e cosa sono, se non icone il Piaggio Beverly Sport Touring 350 e l'Honda SH300i? Entrambi nati in piccole cilindrate (125 cc il primo, nel 2001, e 50cc il secondo, addirittura nel 1984), e ora cresciuti di cubatura, ma soprattutto di successo e numeri di vendite. Li abbiamo messi a confronto per capire qual è il migliore, o semplicemente a chi sono indicati. Ma iniziamo dal prezzo: l'italiano costa 4.990 euro f.c., che diventano 5.490 f.c. per la versione con ABS e ASC, mentre per il giapponese servono 4.640 f.c., cifra che diventa di 5.045 euro f.c. per il modello dotato di ABS.

STORIA E NUMERI

Prima di calarci nella parte, diamo uno sguardo al passato. Il Beverly è nato nel 2001, con cilindrate che fino ad oggi, sono passate dal 125 cc al 500 cc, con la bellezza di 310.000 unità vendute. Nel 2010 abbiamo poi l'ultimo aggiornamento, con la carrozzeria attuale, e con le due cubature di 125 e 300 cc. Oggi, 2012, registriamo l'ingresso sul mercato del Beverly Sport Touring 350. Veniamo ora al giapponese, nato addirittura nel lontano 1984 nella cilindrata di 50 cc (prodotto fino al 2004), ed evolutosi fino a 300 cc (2007) ed attualmente in gamma con tre cubature: 125, 150 e 300 cc, con quest'ultimo rinnovato e presentato a Milano nel 2010. La serie SH dal 2001 (quindi lo stesso periodo) fino ad oggi può contare qualcosa come 405.900 pezzi, ed il solo 300 cc ha fatto registrare 12.688 immatricolazioni solo nel 2011. Una curiosità, dal primo SH (il 50 cc) ad oggi, 2011 compreso, la "famiglia" di questo ruote alte ha venduto qulcosa come quasi 556.000 pezzi!

TECNICA

Non è la prima volta che abbiamo per le mani i due protagonisti della comparativa, ma desideriamo fornirvi, per rinfrescare la memoria, solo i dati più importanti. Il propulsore dell'italiano è un monocilindrico da 330 cc che sviluppa 33 CV a 8.250 giri/min e una coppia massima di 32,3 Nm a 6.250 giri/min (ha poi il carter a secco), mentre il giapponese vede una cilindrata di 279,1 cc (sempre mono) che vanta 27,2 CV a 8.500 giri/min ed una coppia massima di 26,5 Nm a 6.000 giri/min. Lo scooter di Pontedera pesa 177 Kg a secco, e con il pieno di 13 litri di carburante arriva a 190 Kg (abbiamo calcolato il peso della benzina in 9,23 Kg). Il rivale ha un peso inferiore, 167 Kg con il pieno di 9 litri (6,38 Kg il peso della benzina). Entrambi sono disponibili con ABS e frenata combinata (optional), ma il Beverly ha anche l'ASC, il controllo di trazione (sempre optional insieme all'ABS). Il primo ha un disco anteriore da 300 mm, mentre il posteriore è da 240 mm, il secondo ha due dischi dello stesso diametro: 256 mm. Le misure dei pneumatici sono di 110/70R16 davanti e 150/70R14 per il Beverly, e 110/70R16 all'anteriore e 130/70R16 al posteriore per l'SH300i. Per chi poi volesse riapprofondire la tecnica, qui trovate il test del Piaggio, e qui quello dell'Honda.

ANALISI STATICA

Analizziamo (da fermi) ora i due scooter, per annotarne pregi e difetti. Entrambi hanno linee moderne, con l'italiano più tondeggiante e dolce, ed il giapponese più tagliente ed aggressivo. La differenza visiva che più spicca, è sicuramente il piccolo parabrezza del Piaggio, che tra l'altro ha una struttura più importante rispetto all'Honda, più a misura d'uomo e compatto. Le rifiniture del Beverly sono di ottima qualità, stringendo le plastiche tra le mani, infatti, si ha una sensazione di solidità; l'Honda non è al medesimo livello, ma è comunque alto rispetto ad altri concorrenti. Il cockpit dello scooter di Pontedera vanta uno schermo LCD sito nella parte inferiore dei tre strumenti analogici (livello benzina, tachimetro e temperatura liquido di raffreddamento), più ampio e leggibile; lo schermo, di un elegante colore blu, offre più informazioni, come la temperatura esterna (poco precisa, soprattutto quando ci si ferma ed il termometro è influenzato dal calore del motore) e l'amperaggio della batteria, tutte informazioni accessibili tramite il più comodo pulsante "Mode" al manubrio destro. Bisogna però dire che la strumentazione dell'SH300i è sì carente di temperatura esterna e amperaggio batteria, ma più intuitiva nella lettura e "pulita" agli occhi (è sempre mista, e lo schermo LCD è retroilluminato in color ambra). Peccato che i due trip ed il chilometraggio totale abbiano accesso tramite uno scomodo e troppo piccolo pulsante alla sinistra della strumentazione. Quanto ai comandi, quelli del Beverly sono fatti per mani più grandi: la distanza delle leve dalle manopole, i tasti del "pass", dell'avvisatore acustico e degli indicatori di direzione... bisogna stendere le dita completamente per sfiorarli, cosa che invece non avviene con l'SH, più a misura d'uomo e con i pulsanti più vicini ed intuitivi. Infine gli specchietti, più moderni quelli dell'italiano, anche se quelli del giapponese offrono più visibilità.

Un altro punto a favore del Piaggio, sono le luci di posizione e gli stop, in più moderni LED. L'illuminazione del fanale anteriore in notturna del primo è più profonda, ma piena di "ombre" che rendono la qualità visiva inferiore rispetto al secondo, sicuramente superiore sulle strade più buie. Analizziamo ora i vani e la capacità di carico. L'italiano ha un sottosella molto più capiente (la ruota posteriore del resto è da 14" e non da 16" N.d.R.), è dotato di luce, e l'apertura avviene con un più comodo pulsante al manubrio sinistro (c'è poi una leva di sicurezza in caso la batteria sia scarica). Si può stipare un casco Jet, catena, antiacqua e c'è ancora spazio, o due Jet, con uno dei due non dotato di visiera. Il giapponese ha spazio per un solo Jet ed un bloccadisco, è privo di luce e la sella si alza meccanicamente (bisogna girare la chiave nel blocchetto), ma nella nostra prova sopperisce con il bauletto, capiente e dalle forme dinamiche e piacevoli.

Quanto ai vani portaoggetti, entrambi hanno la comoda presa da 12V per ricaricare il cellulare. Il Beverly, dietro lo scudo, ha un vano che si apre con la serratura che ospita due vaschette laterali che trovano spazio nello scudo, ed una vaschetta più piccola sita sulla porta. In generale, offre il doppio della capienza dell'SH, che ha un solo vano, privo di serratura. Dove l'SH recupera, è però nella pedana, piatta e più capiente, dove si possono mettere comodamente le buste della spesa (il gancio esterno "sporca" però il design) o una cassetta d'acqua. Il Beverly dunque, ha pedana più piccola, quasi inesistente, visto che è lì che si trova il serbatoio. Offre quindi meno capacità di carico (anche se il gancio è a scomparsa e più curato), ed inoltre, proprio lì si trova il tappo serbatoio, troppo basso e scomodo, quanto bello esteticamente. Per le colorazioni, Giappone batte Italia 4 a 5: il Beverly è offerto nelle tinte blu, nero, bianco, rosso e grigio, mentre l'SH si "veste" in blu, nero, bianco, bianco/grigio, grigio/marrone e grigio.

SI PARTE... O QUASI
Immaginiamo di avere entrambi gli scooter parcheggiati parallelamente, e sui cavalletti centrali. Bene, il Beverly è più difficile da issare e tirar giù dal cavalletto, e pesa oggettivamente di più se lo si vuole spostare da fermi, sensazione amplificata dal fatto che il manubrio è posto in posizione più alta, e dunque richiede uno sforzo maggiore alla leva con le braccia. L'SH invece pesa meno ed è molto più manovrabile.

La posizione di guida è molto differente tra i due scooter. Il Beverly è più confortevole per piloti più alti, la sella è spaziosa e meglio rifinita, comoda, ma larga tra le gambe quando si devono mettere i piedi a terra, e dunque i meno dotati di statura faticheranno un po' di più. La sella offre però il supporto lombare. Ottima la triangolazione manubrio/sella/pedane, con le braccia ben stese e la schiena eretta. Quanto alle gambe, lo scudo è lontano dalle ginocchia, e si possono muovere i piedi solo longitudinalmente. Infine, le pedane del passeggero sono poco comode e meno ampie, ma a scomparsa. Per quanto riguarda l'SH, la sella è abbastanza spaziosa, comoda e nella parte centrale è più stretta. Si tocca dunque meglio con i piedi a terra, e si visto la pedana ampia si può cambiare posizione più facilmente, a tutto vantaggio del confort delle articolazioni inferiori. Buona la triangolazione manubrio/sella/pedane, il manubrio è più basso, ed in generale la posizione di guida è più simile agli standard scooteristici. Infine, le pedane del passeggero sono più ampie e comode, anche se non a scomparsa.

GENTLEMEN, START YOUR ENGINES!
E finalmente, avviamo i motori! Quanto al Beverly, per avviare il propulsore (almeno di questo scooter che abbiamo in prova) bisogna leggermente insistere sul pulsante. Le vibrazioni da fermi sono superiori, anche a motore caldo, ma non risultano comunque particolarmente fastidiose quando si attende il verde al semaforo. Il propulsore entra in temperatura dopo pochissimo, e come noteremo più avanti, nel traffico, la ventola non è mai entrata in funzione. In generale è più rumoroso, sia di meccanica, che come "sound" di scarico. L'SH invece si avvia più facilmente, basta sfiorare il pulsantino, ed il monocilindrico "prende vita". Da fermo vibra meno, sia a propulsore freddo che a caldo, ed è più silenzioso in generale. Ci vuole più tempo per far entrare il motore in temperatura, ma nel traffico abbiamo notato che spesso è entrata in funzione la ventola (non arriva però alcun calore al pilota).

SENSAZIONI IN SELLA

Si parte! Volete sapere chi vince nello scatto da fermo al semaforo? Ve lo diciamo subito! Fino a 90 Km/h gli scooter hanno praticamente la stessa accelerazione, ma poi il Beverly mette dietro l'SH, ed inoltre come velocità massima guadagna 10 Km/h in più. In generale lo scooter italiano da l'idea di essere meno pronto in partenza, ma è "colpa" della frizione in bagno d'olio che dona una sensazione "più motociclistica", perchè lo scatto è comunque buono. Nel traffico, il "passaggio folle/frizione" è superiore rispetto al giapponese, è più dolce. Certo questo richiede un po' di abitudine, mentre l'SH offre una sensazione più vicina alle abitudini dello scooterista.

Il due ruote di Pontedera nel traffico cittadino è meno agile, ma è più adatto nelle trasferte fuori porta, grazie ad un miglior riparo aerodinamico e ad una stabilità superiore. Stabilità garantita da sospensioni più rigide, a patto di non prendere sconnessioni, altrimenti queste reagiscono un po' troppo secche, e lo scooter "perde la corda". L'SH300i nel traffico è dunque più agile, consente manovre veloci e si può "zig-zagare" avendo tutto sotto controllo. Ha però meno riparo dinamico, ma ha un comportamento più omogeneo. E parliamo di aerodinamica, di protezione, dunque: il Beverly ripara di più, l'aria arriva solo su casco grazie al parabrezza. Su ginocchia e piedi non c'è aria, che si avverte solo sui fianchi passati gli 80 Km/h. L'SH invece è completamente esposto, su petto e casco arriva tutta l'aria, e sui fianchi e ginocchia pure, quando si superano i 60 Km/h. Bisogna però dire che i piedi sono un po' più protetti in caso di pioggia. Quanto al confort di guida in città, tra buche, tombini e pavè, sicuramente l'Honda è superiore, perchè assorbe le sconnessioni senza problemi e senza perdere l'assetto.

"Tiriamo" i freni! L'italiano convince di più, ma bisogna "strizzare" parecchio le leve. Perfetto il funzionamento della frenata combinata (agendo sulla leva destra si attivano due pistoncini della pinza anteriore, mentre la sinistra aziona sia il terzo pistoncino davanti che il freno posteriore). Difficile arrivare al bloccaggio di entrambe le ruote, ma il freno anteriore è meno modulabile di quello del giapponese. L'SH frena leggermente meno (in questo test avevamo la versione C-ABS, con il sistema anctibloccaggio che funziona alla perfezione), ma l'anteriore come detto, è più modulabile. Con entrambi gli scooter però, ci si ferma in pochissimi metri. Un cenno ai pneumatici di primo equipaggiamento: il Piaggio in questo test aveva come "scarpe" i Michelin City Grip, coperture che abbiamo trovato leggermente "scivolose" sull'asciutto, ma che sul bagnato si sono rivelate ottime, con un buon grip e che offrono sicurezza. L'Honda, invece, adottava i Bridgestone Hoop B03/B02 Pro, che sull'asciutto sono uno scalino sopra le coperture francesi. Sicurezza in curva, buon grip in frenata, anche se sul bagnato sono inferiori alle Michelin.

CONCLUSIONI

Il Piaggio Beverly Sport Touring 350 è sicuramente più indicato per chi magari abita fuori dal centro urbano, e ci si reca per lavoro ogni giorno. Più stabilità sul veloce, più motore (ricordiamo che ha però circa 50cc in più), ma è leggermente più assetato; 22,5 Km/l i consumi rilevati nel misto con una guida "allegra". L'Honda SH300i è invece perfetto per chi abita in città, uno "scooter da gimkana", più divertente e con consumi inferiori (24,5 Km/l sempre con guida "allegra" nel misto), ma meno protettivo. In ogni caso consigliamo vivamente le versioni dotate di ABS, senza sottovalutare il fatto che il Beverly ha anche il controllo di trazione, accessorio importante quando l'asfalto è bagnato o in presenza di pavè e sampietrini.

ABBIGLIAMENTO TEST

In questo test abbiamo utilizzato:
Casco Nolan
Casco Shark
Giacche Tucano Urbano
Guanti Spidi
Guanti Alpinestars

Foto: Federico Oddone

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