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Aprilia Dorsoduro 1200 my 2012 - TEST

La purosangue Veneta gonfia i muscoli e supera di slancio l'insidiosa prova ai piedi dell'Etna

Moto - Test: Aprilia Dorsoduro 1200 my 2012 - TEST

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Le linee sempre affilate quasi a volersi scrollare di dosso tutto ciò che è effimero, senza perdere il vezzo di essere il riferimento di categoria. Una piccola bandiera tricolore sulla livrea, un nuovo parafango anteriore, le tabelle porta numero e le cover dello scarico alleggerite ne esaltano il carattere sportivo come a ricordare i 7 titoli mondiali vinti in classe supermotard. Grafica accattivante, colori "Fluo red" e "Glam White": la Dorsoduro model year 2012 si presenta in terra di Sicilia, alzando il livello qualità/prestazioni, disponibile in Italia a 10.990 euro con ABS e ATC inclusi.

SOFT MOTARD

I tecnici Aprilia la chiamano "soft-motard", ma sappiamo che questo è un contenitore di tecnologia fusa a passione ed emozioni. Una moto che ha saputo darsi ragione raggiungendo in breve tempo un buon successo commerciale ma soprattutto il sostegno di estimatori che ne amano le caratteristiche e ne apprezzeranno senz’altro gli aggiornamenti. Le condizioni in cui affronteremo il test sono a dir poco estreme: tortuoso il percorso immerso nel bellissimo parco regionale dell’Etna, condizioni meteo instabili per grandine e neve che ci hanno preceduto e pioggia che ci attende.

La posizione in sella è quella tecnica, peso in avanti per domare le traiettorie di questa maxi motard, le pedane rivestite in gomma hanno una posizione funzionale e confortevole, le leve sono regolabili ed accessibili. La frizione a comando idraulico aiuta la manovrabilità a bassa velocità, i freni decisamente efficaci e modulabili sono full Brembo con pinze radiali a 4 pistoncini su dischi da 320 mm sull’anteriore e pinza singolo pistoncino su disco da 240 mm al posteriore. Ma le vere armi di cui disponiamo nell’affrontare questa sfida sono l’A.T.C. (Aprilia Traction Control) e l’ABS a due canali, entrambi disinseribili singolarmente a moto ferma. Questa tecnologia, derivata direttamente dalle corse, è gestita in maniera semplice da comandi intuitivi, il tutto chiaramente leggibile sul cruscotto Matrix dove spunta in bella vista il contagiri. Il controllo di trazione ha tre configurazioni, si parte dal livello 1 da utilizzare nella guida performante fino al livello 3 ideale su fondi a bassa aderenza.

UN PO’ DI TECNICA
Finalmente abbassiamo la visiera e il sound del bicilindrico cattura l’attenzione dei passanti, il tempo di scaldare i pneumatici e subito si avverte la preannunciata maggiore maneggevolezza. Gli aggiornamenti del model 2012 hanno portato alla riduzione dell’effetto giroscopico (-15,4% all’anteriore -22,2% posteriore) grazie ai cerchi in lega alleggeriti (-2,3 kg). Il telaio misto a traliccio e alluminio pressofuso resta garanzia di rigidità torsionale oltre che fine sensibilità stilistica. Il nuovo setting della forcella a steli rovesciati da 43 mm e l’ammortizzatore laterale a gas entrambi Sachs e completamente regolabili, hanno dato maggiore stabilità grazie anche all’abbassamento del baricentro. La riduzione di peso complessiva è di circa 3 kg (considerando anche il nuovo porta targa -300 g) il che la porta ad un peso dichiarato di 209 kg con il serbatoio da 15 l a secco.

Il motore è accompagnato da un pedigree blasonato, può vantare una progettazione e realizzazione "all Made in Italy". L’affinamento dei processi produttivi ha permesso di garantire a questo bicilindrico a V90° Aprilia una potenza dichiarata di 130 CV (96 KW) a 8.700 giri/min. Questo motore superquadro è alimentato a iniezione elettronica con due corpi farfallati e accensione Twin Spark che garantisce una erogazione più fluida. Il raffreddamento è a liquido e la distribuzione è bialbero in testa comandato da sistema misto ingranaggi/catena. Le redini sono affidate al Ride by Wire con la possibilità di poter scegliere tra tre mappature:
Sport: quando si vuole sfruttare a pieno una potenza esagerata, ben oltre le capacità dell’utente medio, ovvero un salto verso la "dimensione pilota".
Touring: se si ha bisogno di una conduzione efficace, sempre pronta e generosa, da soli o con passeggero, su qualsiasi percorso.
Rain: quando il pneumatico potrebbe avere delle incertezze, o non vi sia continuità nell’aderenza, meglio "accontentarsi" ( si fa per dire) dei 100 cv che questa mappa ci concede.

SI PARTE: ETNA ARRIVIAMO!
Il tempo regge e l’aderenza è buona così partiamo in modalità "full power". In questa configurazione il dashboard indica la lettara "S", e al muoversi del polso destro non tarda la generosa risposta del "cuore" della Dorsoduro che spinge forte e quando si superano i 6.500 giri/min diventa davvero gustoso. In modalità sport i rettilinei sembrano sempre più brevi, ci vorrebbe un circuito dove dare sfogo a questa tempesta emozionale imbrigliata in un telaio assolutamente ben progettato. Un setting da rimorso di coscienza, perché sai che la tentazione è dietro l’angolo e se il feeling e l’esperienza sono quelli giusti puoi fare ciò che vuoi. Meglio passare a Touring, la potenza rimane la stessa ma la risposta dal gas ora è meno rabbiosa, la guida si fa più lineare e tonda, anche se al bisogno, un sorpasso o altra manovra in situazione di emergenza restano sempre facili e immediate.

Sembra proprio che il maestoso Etna voglia mettere alla frusta senza alcun compromesso la nostra maxi 1200. Le condizioni, come previsto, peggiorano, dapprima la sabbia vulcanica poi la neve che si scioglie sui tornanti per finire sotto la pioggia. Ogni fermata, tra un paesino e l’altro, ci permette di saggiare la bontà dell’ATC, un sistema evoluto e derivato da quello già montato sulla RSV4 con una doppia soglia di intervento; la prima sui corpi farfallati e la seconda sull’anticipo.
E’ come avere un box pieno zeppo di meccanici pronti darti il setting migliore, invece sei solo con la tua compagna di viaggio, pronta a garantirti la massima sicurezza ed un sorriso che ti si legge dagli occhi. Proprio quando l’aderenza ti mette in crisi, la modalità "rain " con T.C. su livello 3, ti tolgono quella tensione dalla braccia che ti blocca quando hai paura di cadere. Di tanto in tanto sulla sabbia, sulle rotaie e sul bagnato, si accende la spia ma l’intervento non è mai invasivo anzi rassicurante e grazie alla duplice soglia di intervento ti insegna a gestire la derapata. Basta un click e la sfida è vinta!

Una guida precisa, appagante e divertente. Rispetto alla versione precedente troviamo maggiore handling ed un software decisamente più fruibile. La Dorsoduro vuole essere una moto dall’uso quotidiano, versatile, e si propone anche con un "kit borse" davvero ben fatto e completo; il consiglio è di evitare itinerari monotoni come l’autostrada. Per i più esigenti ci sono gli scarichi Arrow in titanio, la frizione antisaltellamento e componentistica in carbonio.
Molte le personalizzazioni e persino la possibilità di auto-calibrare il traction control in funzione del cambio del pneumatico, mantenendo una velocità di 30km/h in seconda marcia per 8 secondi.
Sulla strada del ritorno sembra che la natura abbia placato la sua forza quasi a riconoscere il valore di questo avversario. L’elmo si alza e ci si gode un paesaggio meraviglioso, lasciamo la Sicilia con un ricordo indelebile di un confronto straordinario.

In questo test abbiamo utilizzato:
Casco: Scorpion Exo 750-Air
Tuta, guanti: Rev'It Combi Warrior
Stivali: TCX

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