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Headbanger al Motor Bike Expo 2011 di Verona

Due anteprime su base Knuckle e Pan e altre sorprese a Verona

Moto - News: Headbanger al Motor Bike Expo 2011 di Verona

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Headbanger, il marchio milanese nato nel corso del 2009 grazie all’incontro tra due nomi, quello di Giorgio Sandi e quello di Luciano Andreoli ha portato al Motor Bike Expo molte novità che contribuiranno indubbiamente alla crescita del brand.

KNUCKLE E PAN

Visto che tra i presupposti fondamentali di Headbanger c’è il recupero del sapore che alcuni propulsori "storici" della scuola americana sapevano conferire alle moto, a Verona sono state svelate al pubblico due nuove custom: una motorizzata Knucklehead e una con propulsore Panhead. L’idea che si pone dietro a queste realizzazioni è di proporre moto attuali spinte da propulsori che richiamano epoche passate, ma attualizzati per il terzo millennio. In particolare, il motore Knuckle rappresenta una pietra miliare perché è il primo motore a valvole in testa che la Harley produsse nel 1936. Le due moto sono ben differenti tra loro: quella motorizzata Panhead è un classico Bobber con ruote da 16 pollici e manubrio extralarge, mentre la moto con propulsore Knuckle ha un aspetto tipicamente Short Track.

OLIO E, PERCHE’ NO… BIRRA
Sono due le altre novità lanciate da Giorgio Sandi, non meno importanti per la crescita e lo sviluppo del brand. La prima riguarda gli aspetti manutentivi della moto, l’altra quelli ludici.
In particolare, considerando che i motori che spingono le Headbanger sono per lo più dei Crate Engines riedizioni di motori del passato, richiedono lubrificanti appositi per rendere al meglio.
Headbanger ha siglato quindi un accordo di fornitura con la Valvoline, che ha realizzato delle gradazioni apposite per questi propulsori che saranno commercializzate con il marchio Headbanger.
L’altra novità, di stampo squisitamente ludico, è la nascita della Headbanger Old School Strong Ale, una birra ambrata venduta con il marchio milanese.

A TU PER TU CON GIORGIO SANDI

Abbiamo approfittato della presenza a Verona di Giorgio Sandi patron della Headbanger per una intervista sul marchio.

Dr. Sandi, perché Headbanger?
La Headbanger nasce da un mio desiderio di avere una motocicletta con un sapore d’altri tempi, semplice, essenziale e scevra di tutta quella tecnologia e della plastica che caratterizzano le moto odierne. Purtroppo i grandi costruttori non possono più permettersi di costruire moto così, e di conseguenza si è venuta pian piano scoprendo una nicchia di mercato.
Siccome ci sono dei motociclisti adulti, come me, che hanno in passato apprezzato quel genere di motociclette e anche motociclisti giovani che cercano un diverso modo di vivere la motocicletta, abbiamo pensato di lanciare il marchio Headbanger.


Lei però non sembra un customizer nel senso classico del termine; qual è il suo background?
Io ho studiato economia e commercio, e da sempre ho lavorato come manager negli ambienti più disparati, dalla Unilever al campo farmaceutico, dalla chimica ai dolci ai panettoni. Ho lavorato per la Sisal e ora che sono uscito da una esperienza in cui è stata venduta un’azienda che aveva fatto registrare una forte crescita, ho pensato di impegnarmi nel campo delle moto.
Con Headbanger ho voluto creare una sorta di Made in Italy delle moto, in cui a parte i motori che ci arrivano dall’America, tutto il resto è realizzato qui da noi. Il concetto è di avere una base tecnica comune a tutte, sulla quale poi eseguire quante più variazioni possibile; quindi una sorta di atelier che non ha la presunzione di creare opere d’arte, ma moto vere, funzionali e soprattutto omologate.


E’ possibile adottare i canoni del marketing tradizionale delle grandi aziende ad un mercato piccolo e specializzato come quello motociclistico?
Bisogna industrializzare al meglio il processo, applicando i concetti di marketing a quegli aspetti che possono riceverli, e poi lavorare su un’immagine molto forte. E un’immagine forte deriva da scelte forti, e quindi abbiamo scelto di avere prodotti made in italy e motori dalla forte caratterizzazione. Oltre a ciò conta applicare il concettosi Made in Italy a tutto il contorno che ruota attorno al brand, come il merchandising che contribuisce a divulgare l’immagine del brand in giro per il mondo. Io credo che in questo senso la lezione di marketing del Made in Italy sia fortemente vincente.

Quanto è stato fatto fin’ora e che prospettive di produzione e di crescita avete per il futuro?
Ovviamente parliamo di piccoli numeri, però sappiamo di non avere attualmente concorrenti nel mondo. Paradossalmente abbiamo più richieste dall’estero che dall’Italia, dalla Francia, dal Qatar, dall’Argentina, dal Brasile, quindi evidentemente qualcuno inizia ad accorgersi che esistiamo. L’obiettivo è di essere e rimanere una piccola azienda e aggregare attorno a noi persone che sposano i nostri ideali e che vogliano far crescere pian piano questo concetto di motocicletta, e dalle premesse che stiamo vedendo ci sono ottimi presupposti affinchè ciò accada.

Ci parli dell’omologazione delle Headbanger
Quello dell’omologazione è un presupposto su cui siamo stati molto rigidi. Siamo partiti dal concetto che non ha senso comprare una moto "normale" omologata e poi cambiarci tutti i pezzi, perché così facendo l’acquirente si ritroverebbe con in mano una moto che perde l’omologazione, la garanzia etc. Abbiamo scelto quindi di avere una scheda tecnica molto molto ampia, realizzata su una base tecnica comune, sulla quale il cliente può spaziare enormemente per realizzare la moto più adatta ai suoi desideri. Se guardate le nostre moto, infatti, sono tutte diverse tra loro, magari in un piccolo particolare, ma a conti fatti escono dalla Headbanger perfettamente omologate.

State sviluppando una rete vendita?
Per un marchio così piccolo è impensabile parlare di rete, però quello che vogliamo fare è partecipare a quanti più eventi possibile di settore e trovare lì le persone giuste che abbiano la nostra stessa passione, affiancata, però, da competenze tecniche e commerciali. Attualmente abbiamo un Truck che girerà per l’Italia per far provare le moto e partecipare agli eventi e stiamo valutando ora anche la possibilità di partecipare a Motodays a Roma.

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