Tu sei qui

Ducati Multistrada 1200S Touring - PROVA

Una turistica... racing. La multipurpose di Borgo Panigale

Moto - Test: Ducati Multistrada 1200S Touring - PROVA

Share


Cercate una enduro stradale che su strada sia veloce, stabile e potente come una sportiva? Una moto che sia comoda anche per il passeggero? Qualcosa di unico che tutti si girano a guardare? Un mezzo capace di emozionarvi come pochi? Insomma cercate una… multimoto! C’è ciò che fa per voi, ma si chiama Multistrada 1200, ed è una Ducati.
In commercio da poco più di un anno, questa due ruote ha alzato l’asticella di una spanna rispetto alla concorrenza, e nonostante molti costruttori abbiano poi inserito a catalogo moto sul genere, questa Ducati rimane sempre una moto da riferimento in diversi segmenti, tecnologia in primis.
Certo chi compra questa Ducati, non è un endurista. Con la Multistrada 1200 si può fare qualche strada bianca e non di più, perché in ogni caso, non è equipaggiabile con dei pneumatici tassellati. Ma quanti utilizzano le enduro/stradali per farci… enduro? Forse l’1%, non di più.
Questa due ruote però è il massimo per chi cerca una due ruote che vada forte su strada (il limite è della strada stessa per lei), dove la potenza c’è sempre, i freni rallentano la moto in spazi piccolissimi, le sospensioni garantiscono appoggio in curva e unite ad un telaio semplicemente perfetto permettono di danzare tra le curve e godere come pochi. La protettività non è affatto male, e la sicurezza è al top, grazie a controllo di trazione ed ABS.

LISCIA, GASSATA, EFFERVESCENTE, O…
L’offerta di Borgo Panigale è varia, si va infatti dal modello Base, a quello più turistico "S Touring", o più sportivi come la versione "S Sport" o addirittura la race replica "S Pikes Peak". Ognuna di queste ha una caratteristica, ma noi ci siamo concentrati (facendoci poco più di 2.000 Km) su quella più fruibile, la "S Touring", sicuramente la più completa, visto che offre non solo le prestazioni, ma anche la comodità delle borse.

CITTA’: SOFFERENZA… ESIBIZIONISTA
L’utilizzo urbano è forse il momento in cui la Multistrada 1200 "fa soffrire" di più. Il motore scalda parecchio, e soprattutto in jeans si sente. La frenata (tutta Brembo, davanti due dischi da 320 mm "frenati" da due pinze radiali a 4 pistoncini, e dietro un disco singolo da 245 mm accostato ad una pinza a pistoncino singolo) è potente e l’impianto anteriore può mettere in difficoltà vista la potenza, se non adoperata con intelletto nel caso in cui ci si pari di fronte un ostacolo all’improvviso. I consumi, essendo un 1200, diventano impegnativi, ma ciò che però è più fastidioso, è che il motore è nervoso; bisogna spesso "giocare" con la frizione quando si è nel traffico. Per fortuna però quest’ultima è morbida, ma alla lunga, il riprendere continuamente con questa, stanca. In favore però, abbiamo dei pneumatici e delle sospensioni che "digeriscono" tutto, buche, tombini, imperfezioni del manto stradale, a patto di selezionare il Riding Mode su "Urban" (100 CV) o su "Touring" (150 CV con erogazione progressiva). Questo sistema permette di modificare le sospensioni, la "cavalleria" e l’erogazione del motore. Su Touring però bisogna fare attenzione ad aprire il gas, perché nelle prime due marce si corre il rischio di lasciare la patente in Commissariato a causa degli incontrollabili impennate di potenza.

Al bar come al semaforo ci si sente protagonisti, visto gli sguardi dei curiosi, ma la sensazione di "dominio" la si ha anche alla guida, dato che si è seduti in alto e si può visualizzare tutto quello che accade davanti ai nostri occhi.
Rimanendo sulla posizione assunta dal pilota, si è comodi, con il manubrio largo che non affatica e le pedane nella giusta posizione che creano la perfetta triangolazione con la sella. Gli specchietti vibrano un po’ troppo. Comodo, invece, il sistema della chiave Hands-Free; ogni volta si evita di inserire e togliere la chiave dal cockpit. Inconfondibile il sound, da vera Ducati!

AUTOSTRADA: VELOCE E STABILE
Lasciamo la città per l’autostrada. In velocità si viaggia comodi e abbastanza protetti. A velocità codice si è "in carena", l’aria non arriva al pilota (al patto di regolare il parabrezza in posizione alta; il tester è alto 1,86 mt N.d.R.) e permette di fare diversi chilometri sicuri di non stancarsi troppo. La mappa selezionata è ovviamente la "Touring" in questo caso. La moto è stabilissima, e i sorpassi sono sempre sicuri e veloci grazie ad un’ottima riserva di potenza, anche in sesta marcia e con il passeggero. Se si vuole poi andare oltre il "ritiro patente", non c’è problema, basta ruotare la manopola del gas e la moto sfiora in un attimo cifre sul tachimetro con il numero 2 davanti. A queste velocità si è protetti, spalle a parte che sono interessate da qualche piccola turbolenza. Le manopole sono riscaldabili, su tre posizioni. Ottimo il funzionamento, quanto altrettanto brutta è l’estetica con il filo che esce da sotto, cosa inconcepibile per la fascia di prezzo. A velocità codice i consumi si stabilizzano appena sotto i 20 Km/l e di conseguenza l’autonomia aumenta, sfiorando i 300 Km se non si considera la riserva. Contenute le vibrazioni a 130 Km/h, ma bisogna dire che in caso di rallentamenti, quali traffico o lavori in corso, non si può lasciare la sesta marcia se si scende sotto gli 80 Km/h, perché il motore in prossimità dei 2.000/3.000 giri/min di strumento inizia a vibrare, trasmettendo queste ultime a tutto il mezzo. Non che rifiuti l’apertura del gas, ma non è certo dei bicilindrici più elastici.

Comodo il passeggero, nella corretta posizione e con i maniglioni posizionati giustamente.
Discorso borse… non creano ondeggiamenti nemmeno alle alte velocità, ma sono un po’ laboriose da aprire e chiudere per via dei ganci di sicurezza siti agli opposti esterni. Poco capienti, se utilizzate in due permettono al massimo un paio di cambi.
Interessante la strumentazione, con una quantità enorme di dati offerti (bellissima la colorazione blu, questi è costruito dalla MTA di Lodi), dalla velocità alle varie medie di consumi e quant’altro. Comodo il vano portaoggetti per riporre il telefono e il biglietto autostradale (che però tende ad aprirsi), un must per questo tipo di moto. Segnaliamo una cosa sulla quale è meglio fare attenzione: per togliere la sella, bisogna utilizzare la serratura troppo vicina agli scarichi, e basta un centimetro per scottarsi.

EXTRAURBANO: ALTO GODIMENTO
E finalmente siamo nel suo habitat naturale. Le strade extraurbane, dove includiamo statali e passi di montagna. Per le prime, si preferisce sempre la mappatura "Touring". C’è sempre un’ottima riserva di potenza per sorpassare, tanta da essere "fiondati" fuori dai curvoni, dove la moto ha una stabilità da riferimento. Il bagnato non preoccupa, il DTC (Ducati Traction Control) "mette una pezza" su tutto, come anche l’ABS, preciso nell’intervento e che oltre ad aumentare la sicurezza del mezzo, "aiuta" a livello psicologico, sicuri di avere sempre un angelo che, ci salverà da eventuali bloccaggi della ruota anteriore.

Arrampicandosi su per la montagna e spingendo un po’ di più, si avvertono delle sospensioni leggermente cedevoli. Nessun problema, si regolano elettronicamente, e sia da soli che in due, la moto permette numeri da circo. Si va forte con questa moto quando si vuole, sicuri anche del grip offerto dalle Pirelli Scorpion Trail di primo equipaggiamento. Volendo qualcosa di più ci si può anche spingere oltre e selezionare il Riding Mode su "Sport". L’erogazione si fa più cattiva e appuntita, il DTC consente ancora più… gioco, e le sospensioni diventano rigide e da supersportiva pura (seppur scorrendo e assorbendo bene le imperfezioni stradali). La frenata è potentissima e abbastanza modulabile, mentre non convince il freno posteriore, senza forza e che costringe il piede ad una torsione verso l’interno poco naturale che alla lunga stanca. Si snocciolano le marce, il cambio è preciso (meno quando si cambia ai bassi regimi) e ci si dimentica di una eccessiva durezza, a patto di utilizzare stivali tecnici. Se volete arrivare primi su al passo, comodi, e senza sudare, Multistrada 1200 è ciò che fa per voi.
Quando si scende dal passo, il divertimento è il medesimo. Frenate potenti, inserimenti veloci, e se si toglie l’ABS, l’antisaltellamento di serie regala coreografiche derapate in inserimento. Le sospensioni poi, sostengono in frenata e assecondano la guida.

Rientriamo al box, dove analizziamo la Multistrada 1200 da fermi. La qualità dei materiali è buona (anche se non superiore della vecchia Multi 1100), e mentre abbiamo in testa ancora il rumore dello scarico effettuiamo le nostre considerazioni finali. E’ una moto adatta a rider esperti, divertente come poche, sicure, appagante per l’occhio e per… il polso destro. Ha piccole imperfezioni abbastanza trascurabili e che magari con la versione successiva potrebbero essere sistemate (filo manopole su tutto). Se vorrete utilizzare la Multistrada 1200 nei week-end, con o senza passeggero troverete in lei una delle migliori moto in circolazione. Rossa, nera o bianca le colorazioni. Il prezzo è un po’ alto, ma giustificato dall’ampio utilizzo di tecnologia. 19.250 euro chiavi in mano per mettersela in garage, cifra che diventa di 14.990 per la Base (senza Ohlins da 48 mm regolabili elettronicamente, borse laterali, manopole riscaldate e cavalletto centrale) che ha la forcella Marzocchi all’anteriore e Sachs al posteriore. Per quanto riguarda l’enduro, senza tassello e con la ruota da 17, si può solo fare la strada bianca per raggiungere l’agriturismo in collina senza avere la paura di finire per terra, ma nulla di più. Una moto piacevole, unica, leggera (in città si sposta facilmente grazie ai soli 189 Kg). Da non sottovalutare il primo controllo gioco valvole, da effettuare a 24.000 Km, cifra raddoppiata per questo Testastretta 11° rispetto al Testastretta Evoluzione.


In questo test abbiamo utilizzato:

Casco Nolan
Giacca e guanti Dainese
Stivali Alpinestars

__

Articoli che potrebbero interessarti