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BMW K1300GT - LONG TEST

Su e giù per lo Stivale con la power-tourer di Monaco

Moto - Test: BMW K1300GT - LONG TEST

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L’estate purtroppo è finita e si è portata via la "nostra" K1300GT. Per quasi due mesi la Gran Turismo di lusso bavarese ci ha portato a spasso, in lungo e in largo per davvero, da Milano a Gallipoli, da Lecce a Roma e dalla Capitale a Bologna e ritorno, senza contare le centinaia di km percorsi nel traffico metropolitano o semplicemente usandola per il ‘commuting’ quotidiano. Grande, potente, comodissima, veloce e con una capacità di carico sta ‘station wagon’, nella gamma BMW la K1300GT rappresenta l’alter ego a 4 cilindri della sorella boxer R1200RT, rispetto alla quale vanta accelerazione e prestazioni velocistiche nettamente superiori, dedicate a chi da una super-tourer vuole la massima grinta quando si spalanca il gas.

4 CILINDRI DI FAMIGLIA

Il motore che spinge la K1300GT è la stessa unità a 4 cilindri in linea da 1.293 cc che equipaggia le altre ‘1300’ della serie K, (la K1300R e la K1300S), rispetto alle quali si differenzia per i valori di potenza e coppia massima e, in parte, per il carattere dell’erogazione. Se la carenata ‘S’ e la naked ‘R’ vantano infatti 175 e 173 CV rispettivamente di potenza massima (a 9.250 giri), per la GT questo valore si attesta sui 160 CV a 9.000 giri, per una coppia di 135 Nm a 8.000 giri (sono 140 gli Nm, a 8.250 giri, per le versioni più pepate). I progettisti BMW hanno scelto di ridimensionare le prestazioni assolute della versione granturismo di questa "K" per assecondare meglio l’obiettivo di offrire una tourer sì paciosa, ma anche estremamente corposa nell’erogazione. Obiettivo centrato. La K1300GT ha un carattere da macina-km di razza, è dotata di una ripresa sempre sfruttabile anche nelle marce alte, di una spinta sempre disponibile a qualsiasi regime e di una regolarità di funzionamento che non lascia a desiderare in nessuna situazione. Solo sotto i 3.000 giri c’è una minima incertezza, dovuta al dna sportivo di questo motore, ma oltre questa soglia diventa quasi "monomarcia", tanto che con il quinto e sesto rapporto inseriti si può fare davvero quasi tutto, anche muoversi nel traffico o arrampicarsi su un passo di montagna.

UNA CICLISTICA TUTTA SUA

La ciclistica si basa anche in questo caso sullo stesso layout delle altre ‘serie K’ 1300. Il telaio perimetrale in alluminio ha un andamento poco inclinato e sovrasta la bancata dei cilindri molto inclinata. All’avantreno troviamo la sospensione con sistema a "quadrilatero" Duolever, caratterizzata dall’ammortizzatore centrale la cui funzionalità è di fatto separata da quella sterzante, al posteriore c’è invece l’irrinunciabile monobraccio con trasmissione finale a cardano, un must della produzione bavarese e un elemento graditissimo da tutti i mototuristi. Il monoammortizzatore è dotato di leveraggi ed è regolabile in estensione e precarico della molla. Sulle belle ruote a 5 razze sdoppiate (con pneumatici 120/70-17" e 180/55-17") sono fissati i dischi dell’impianto frenante con sistema ABS semi-integrale di serie: il diametro di quelli anteriori è 320 mm (con pinze a 4 pistoncini), mentre il posteriore è da 294 mm (con pinza a 2 pistoncini). Di serie sono anche la sella e il manubrio regolabili in altezza (riposizionandoli sui supporti avvitati), le motovaligie laterali e il parabrezza regolabile elettricamente, mentre tutto il ‘ben di dio’ installato sull’esemplare della nostra prova (cruise-control, faro allo xeno, trip computer, baule posteriore, controllo pressione pneumatici RDC, antipattinamento ASC, sospensioni elettroniche ESA-II e antifurto elettronico) è a pagamento per una quotazione di 20.550 Euro, esattamente quanto richiesto per la ‘Exclusive Edition’, l’unica versione della K1300GT rimasta in listino.

STATE COMODI

Agile o animale da autostrada? Il pane della K1300GT è sicuramente più il viaggio ad andatura di crociera che non la strada tutte curve. Non significa che tra i tornanti non ci si diverta ma con quasi 290 kg da portare a spasso (senza optionals) risulta molto più piacevole pennellare le traiettorie su una bella statale scorrevole o su una tortuosa autostrada che non salire a bere il caffè sul proprio passo preferito. Del resto le quote ciclistiche non lasciano dubbi a questo proposito: l’interasse è di 1.572 mm e l’avancorsa è pari a 112 mm per un’inclinazione dello sterzo di 29,4°, valori da passista che predilige la stabilità ad alta velocità, anche a pieno carico, ad una "inutile" maneggevolezza di cui probabilmente il cliente tipo di questa moto non sente il bisogno. In sella poi si vive quasi l’esperienza del "salotto": manubrio in alto, parabrezza rialzato, strumentazione sottocontrollo e ottima protezione aerodinamica rendono ogni trasferimento facile e piacevole, consapevoli di un livello di protettività che in tantissime occasioni fa passare in secondo piano l’esigenza di un abbigliamento tecnico completo.

6.000 KM IN POLTRONA
A fine luglio, al momento del ritiro, il contakm della "nostra" K1300GT segnava circa 22.000 km. L’obiettivo era percorrere almeno 5.000 km per mettere alla prova tutte le qualità che fanno scegliere una granturismo di questo tipo a clienti non solo piuttosto benestanti ma anche esigenti in fatto di turismo a lungo raggio. A metà settembre abbiamo riconsegnato la moto con più di 28.000 km, dopo il lungo girovagare di cui vi abbiamo parlato in apertura di servizio. Impossibile non promuovere a pieni voti la K1300GT. Ovviamente l’uso che se ne deve fare è proprio questo: tanta strada extraurbana e un bel po’ di autostrada, limitando se possibile l’utilizzo in ambito urbano, soprattutto se abitate in zone congestionate dal traffico dove la mole e gli ingombri non vi renderebbero la vita facile. In questi frangenti non è certo impacciata ma sfruttare una moto simile per gli spostamenti cittadini è come assegnare il ruolo di utilitaria a una grossa e potente berlina.

"OOH.. ISSA"
Difetti? A nostro avviso il cavalletto centrale avrebbe bisogno di un maggior braccio di leva perché anche salendovi sopra con tutto il peso lo sforzo richiesto per issarla in parcheggio è eccessivo. I consumi sono più che accettabili; raramente si scende sotto i 15 km/litro e andando tranquilli non è difficile superare i 17 km/litro. Con il serbatoio da 24 litri, di cui 4 litri di riserva, significa potersi fermare anche ogni 300 km tra un rifornimento e l’altro senza aspettare l’accensione della spia gialla di segnalazione carburante. Non ci è piaciuto granché il cambio; non che sia impreciso o lento ma gli innesti sono sempre piuttosto rumorosi. Per quanto riguarda le finiture nulla da eccepire: le plastiche sono di qualità molto buona, gli accoppiamenti abbastanza precisi e il layout di comandi e accessori piuttosto pratico. A questo proposito segnaliamo i blocchetti elettrici ‘internazionali’, cioè non tipicamente BMW con, ad esempio, gli indicatori di direzione separati per lato destro e sinistro, i serbatoi degli olii di freno e frizione esposti anziché integrati nei comandi e uno spazio per il passeggero decisamente apprezzabile, con pedane basse e pratiche maniglie di supporto.

IN ATTESA DELLA 1600…
La K1300GT è una granturismo che affascina per le prestazioni e convince per la fruibilità generale. Comoda e veloce è destinata però a restare in listino per non molto ancora. Dovrà necessariamente fare spazio all’imminente arrivo della K1600GT con motore a 6 cilindri, sorte che probabilmente condividerà con la K1200LT, l’ultima superstite della nobile stirpe delle BMW serie K con motore a sogliola, prossima alla pensione a causa dell’altrettanto imminente K1600GTL.
Dal canto nostro siamo ultrafelici di aver potuto provare per oltre 6.000 km una delle migliori passiste in circolazione e che sul mercato dell’usato faranno la felicità di tanti mototuristi!

L'AMMIRAGLIA BAVARESE... SI PAGA
Motore e componentistica al top, elettronica ultra ricercata e optional che aumentano il comfort e la capacità di carico: volete tutto questo, lo volete griffato BMW e magari pagarlo poco? Impossibile, ma i 20.550 euro della K1300GT Exclusive Edition attualmente in listino rispecchiano appieno i contenuti di una moto che, tra la concorrenza a 4 cilindri, spicca più di tutte per blasone e qualità.

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