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Intervista ad Adriano Coppola, responsabile elettronica Team Althea SBK

Telemetria fattore strategico

Moto - News: Intervista ad Adriano Coppola, responsabile elettronica Team Althea SBK

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Durante la recente visita presso la sede del Team Althea, oltre a farci spiegare dal general manager Genesio Bevilacqua strategie e punti di forza del suo team, uno dei più forti schierati nel Mondiale Superbike, abbiamo chiesto ad Adriano Coppola, responsabile della gestione elettronica delle 1098R del team, di spiegarci come si svolge il suo lavoro.

CHI BEN COMINCIA...
- Il tuo lavoro durante un weekend di gare dove comincia?
"Comincio con l'analizzare costantemente fin dal venerdì tutti i dati della moto. E questo lo facciamo in vari modi. Il primo modo è quello di analizzare i vari canali, che sono ad esempio i giri del motore, la pressione dell'olio e le temperature, in modo da assicurarci che la meccanica sia sempre efficiente. Il secondo modo serve ad aiutare il pilota, per vedere come guida analizzando i dati in comparazione con sé stesso o con un altro pilota che normalmente è il compagno di squadra."
Siamo con Adriano di fronte al suo notebook e ci mostra un esempio di comparazione dati: sceglie due colori, zoomma, sceglie un giro 'buono' dei due piloti con tempi simili per vedere le differenze di gestione gas, freni, punti e velocità di staccata e riapertura gas. Nella fattispecie mostra un determinato punto della pista (Miller) in cui un pilota ha staccato un decimo prima dell'altro, e commenta: "Queste sono cose che il pilota non riesce a intuire perché sono frazioni di secondo e mentre guida non se ne può rendere conto, però analizzando i dati insieme a lui, ha la possibilità di capire dove c'è margine per migliorare."

LE PARTENZE

"Un'altra cosa che il pilota vuole sempre sapere è se è partito bene o male. La sua sensazione, se non ha fatto errori grossolani di cui è consapevole, è sempre di essere partito bene, ma se si vede superare allo scatto chiede cosa ha sbagliato. Ovviamente in questo caso stiamo parlando di partenze senza launch control. Per esempio, ecco una partenza da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi - Adriano ha sempre lo schermo del pc davanti mentre spiega -, poi ne è stata fatta un'altra da 2,6 secondi, ma l'obiettivo è migliorare fino a 2,5 secondi. La prima informazione che possiamo dare quindi è il tempo, poi però possiamo dargli altre informazioni. Per esempio si vede che la moto si impenna subito e quindi possiamo consigliargli di usare il freno posteriore o non aprire troppo il gas o fare lo stacco a un regime di giri più alto o più basso. Ecco, per esempio al semafoto rosso punta il gas a 10.200 giri, poi lascia la frizione, i giri calano, però la moto si impenna già dopo pochi decimi, quindi secondo me qui il problema non è stato il rilascio repentino della frizione ma un eccessivo regime di giri allo stacco. Come si può vedere quando si accorge che sta impennando è costretto a parzializzare per poi riaprire, nel frattempo la ruota è sempre a mezza altezza e lui ha perso tempo e metri, quindi questa è una partenza non troppo buona".

FIDARSI E' BENE
- L'interazione con il pilota com'è? Pende dalle tue labbra o ha imparato a guardare i grafici? Ma soprattutto quanto arriva a fidarsi di quello che gli dici?
"Dipende da alcuni fattori. Il primo è se il pilota ha un carattere portato a fidarsi ma la più importante è la bontà delle cose che gli dici. Se lui fin dalle prime gare verifica che le informazioni che gli dai gli sono utili per migliorare il suo rendimento e quindi verifica dei miglioramenti sfruttuando ciò che gli hai detto, allora si instaura un rapporto di fiducia e puoi anche arrivare a dirgli dove sta sbagliando se lui non se ne accorge. Se al contrario gli dai delle indicazioni che poi lui in pista non riesce a mettere in pratica o verifica che non sono adeguate a lui e alla sua guida, può succedere che perda fiducia e non segua le tue indicazioni o non si fidi. Poi in parte dipende anche dalla situazione del momento. Se lui si sente a posto e pensa che in quel momento quello che dà sia il meglio che si può ottenere allora può arrivare a pensare che nonostante i consigli non ci siano veri margini di miglioramento. A un certo livello è molto più importante lavorare sulla fiducia del pilota che sulla moto. Se il pilota si fida del suo team 'si butta nel fuoco', se non si fida rimane restìo ad apportare cambiamenti. La differenza, e Checa quest'anno lo sta dimostrando, è veramente minima: c'è un pilota che guida al 100% e c'è quello che guida al 101%, quest'ultimo è quello che si fida. Se il tecnico gli dice che un certo problema è stato risolto, lui entra e anche se la moto non è migliorata prova ad andare più forte."

A OGNUNO IL SUO... PILOTA
- Tu assisti tutti e due i piloti?
"No io solo Checa, per Byrne c'è un collega. Io sono il responsabile della parte elettronica in generale delle moto, non faccio il set-up, cosa che invece facevo quando lavoravo su Honda. Con Ducati c'è un ingegnere che lavora sul set-up delle moto ed è il referente per i piloti anche per altre informazioni, anche per quelle che posso fornire io."
- Hai a disposizione anche i dati di Byrne?
"Si"
- I due piloti, al di là del rapporto umano che può esserci tra di loro, fino a che punto condividono le informazioni l'uno dell'altro?
"E' stata una decisione che abbiamo preso a inizio anno, cioè condividere le informazioni dei piloti, sia quando va più forte uno che quando va più forte l'altro. Quindi abbiamo uno scambio di dati costante, e quest'anno veramente non c'è mai stato problema. Ovviamente dipende dalla politica del team e da quello che decide."
Adriano ci mostra delle nuove schermate e spiega: "Questa è la classica finestra con tre canali, velocità, giri motore e gas, e serve per vedere come guidano i piloti e dove sono le differenze, basandosi anche sui tempi per mettere a confronto due giri molto simili. In punti in cui vedi un certo canale molto scostato dal medesimo dell'altro pilota, i casi sono due, o uno dei due in quel punto va molto più forte o c'è, molto più probabile, una differenza di guida. - Indica un punto con forte scostamento - Questo è dovuto a una differenza di marcia inserita e apertura gas nello stesso punto praticamente alla stessa velocità: Byrne la fa in prima marcia, Checa in seconda. Questo è il caso in cui un pilota se non è convinto di essere a posto può arrivare a chiedere come la fa il compagno di squadra. - Mostra un altro punto della pista e vede che anche lì c'è una differenza di marcia, seconda per Byrne e terza per Checa -. In questi casi oltre alla velocità, per vedere chi è più efficace si confronta il tempo di percorrenza: se il vantaggio di uno dei due è minimo lasci fare al pilota, se invece è evidente che uno dei due va più forte è meglio dirgli che il compagno si comporta diversamente ed ha un vantaggio, ma questo solo per differenze importanti, che sono di almeno un decimo."

LA ROTTURA CAPITA

- Tu hai un piano di lavoro o segui le necessità del momento?
"Seguiamo le esigenze del momento. Come dicevamo all'inizio, l'unica cosa che facciamo come routine è controllare ad inizio weekend tutti i sensori, perché una cosa che non deve proprio succedere è che ci sia un malfunzionamento o che si rompa un sensore in gara."
- Il problema che avete avuto a Miller sulla moto di Checa (doppio stop in gara) a cos'era dovuto?
"Si è rotto un sensore che ha fermato la moto. Lo avevamo controllato, come tutti gli altri, e funzionava regolarmente. Controllando i dati successivamente si vede che cede di schianto, senza preavviso, smette di funzionare senza avvertimenti. In questo caso purtroppo ci ha privato di due vittorie. Comunque dopo i controlli di routine stampiamo dei report e li diamo ai meccanici in modo che possano cominciare il loro lavoro con una base dati condivisa e senza la necessità di informarsi su ogni elemento."

I DATI DELL'ANNO SCORSO...
- Partire da uno serie storica di dati raccolti sulla stessa pista ti agevola?
"Sicuramente, quest'anno per noi è stato un po' più complicato perché siamo passati da Honda a Ducati, da 4 a 2 cilindri. Una cosa che tengo però a dire è che non è del tutto vero che un storico con i dati degli anni precedenti sia fondamentale; ogni anno le moto sono un po' diverse, e soprattutto sono diverse le gomme. I dati sul motore sono invece utili, ovviamente se si continua a correre con la stessa moto, seppure aggiornata. Ma sui set-up della ciclistica i dati dell'anno precedente vanno davvero presi con le pinze, perché anche solo un cambio di temperatura ambientale influisce moltissimo, figuriamoci gomme con performance migliorate."

FARE IL TELEMETRISTA

- Da quanti anni fai questa professione?
"Festeggio il decimo anno, ho cominciato nel 2000 nel campionato italiano con Yamaha, marca con cui sono rimasto fino al 2004, poi il passaggio in Honda, Supersport e poi Sbk, e quest'anno Ducati."
- Cosa consiglieresti a un ragazzo che ha intenzione di intraprendere la tua professione? C'è un percorso? Degli studi migliori di altri? Una preparazione specifica?
"C'è chi viene dalla laurea in ingegneria e, lavorando nel team, ha nella telemetria uno degli strumenti di lavoro, e c'è chi fa il telemetrista di professione e si occupa esclusivamente della gestione dei dati. Il telemetrista deve scaricare i dati, analizzarli e catalogarli, perché alle diverse professionalità che possono averne bisogno occorre fornire i dati velocemente e precisamente, senza perdite di tempo. Però poi l'ingegnere è in grado anche di analizzare da solo i dati che ha chiesto. Comunque anche il telemetrista puro è una persona con esperienza, e anche quando non è un ingegnere è in grado di fornire soluzioni o consigli."
- E' una professionalità più vicina all'informatico o al tecnico?
"Più all'informatico, poi c'è l'ingegnere o il meccanico che magari fanno i telemetristi, ma dovrebbero fare altro, cioè qualcosa più attinente alla loro formazione."

UNA DOMANDA IN RITARDO

Quando abbiamo parlato con Adriano Coppola era ancora fresca la bruciante delusione della doppia rottura di Miller e quindi dello stop forzato di Checa, in quel momento ancora in lizza per ambire a una posizione in classifica di massimo prestigio. La risposta ora sembra scontata, ma un mese fa non lo era.
- Chi lo vince il Mondiale?
"Biaggi, se continua così. Lo avremmo potuto vincere anche noi, non è detta l'ultima parola, abbiamo avuto sfortuna noi, possono averla anche gli altri."

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