Tu sei qui

Aprilia Tuono V4R - Test: La tempesta perfetta

Abbiamo provato la nuova bomba made in Aprilia

Moto - Test: Aprilia Tuono V4R - Test: La tempesta perfetta

Share


Buon sangue non mente, si diceva un tempo per celebrare gli alti natali di qualcuno, e mai come nei confronti di questa motocicletta il proverbio fu più azzeccato.
Aprilia lancia infatti la nuovissima Tuono V4 R, ultima nata dalla già gloriosa stirpe delle quattro cilindri a V di Noale. Appena nata, come detto, e già ha gettato nello scompiglio il segmento delle nude di elevate prestazioni, quello in cui si danno battaglia moto come la Ducati Streetfighter, la MV Brutale 1090 RR, la KTM 990 Superduke R e compagnia.

Sì, perché la nuova Tuono segue pedissequamente quanto fatto in passato in quel di Noale, quando nel 2002 tolsero la carenatura alla RSV 1000 R di allora, inventando la prima sportiva col manubrio alto, che ha portato sulle strade del mondo ben 18.000 unità immatricolate in nove anni.
La Tuono si è sempre distinta, infatti, per il suo desiderio di unire il meglio di due mondi, quello delle supersportive carenate, e quello delle naked di grossa cilindrata. E, bisogna ammetterlo, ci è sempre riuscita in pieno.
Prima di passare a descrivere la moto, vi ricordiamo i prezzi della nuova Tuono V4 R che è disponibile in tre colori: giallo, nero o argento al prezzo di 13.390 euro; se desiderate, invece, la versione dotata di APRC, dovrete mettere in conto ulteriori 2.000 euro che a nostro avviso sono davvero ben spesi.

CROMOSOMI RACING

Quando l’Aprilia lanciò, due anni addietro, la RSV 4 1000, venne subito da pensare a quando sarebbe arrivata la corrispondente versione scarenata che, puntualissima, raggiunge i concessionari 24 mesi dopo la "sorella" supersportiva.
Non si pensi, però, che il lavoro di "destrutturazione" della moto Campionessa del Mondo Superbike sia stato rapido come accadde un tempo, quando la ciclistica delle due moto era pressoché identica.
Il passaggio da carenata a nuda ha imposto oggi una globale riprogettazione del veicolo, e il motivo di ciò va essenzialmente ascritto all’incremento prestazionale cui le motociclette sono andate incontro negli ultimi anni. Spogliare una sportiva da 180 cavalli, semplicemente togliendo la carenatura e mettendo un manubrio alto sarebbe impensabile, perché l’equilibrio dinamico della moto ne risentirebbe troppo. Andiamo quindi a vedere come in Aprilia hanno agito per rendere la Tuono V4 R una supernuda di elevatissime prestazioni, senza perdere però equilibrio dinamico.

La ciclistica è stata rivista a partire dal telaio, perché l’obiettivo era di abbassare il baricentro del veicolo per limitare la tendenza all’impennata e bilanciare la perdita di massa sull’avantreno dovuta alla mancanza della carenatura e alla diversa posizione in sella del pilota.
Il telaio ha ora una diversa sezione anteriore per la quale è stata rifatta la fusione del cannotto avanzando il perno dell’asse di sterzo. Ciò ha comportato un allungamento dell’interasse di 20 mm e quindi una distribuzione delle masse più favorevole per l’avantreno. Per abbassare il baricentro, inoltre, è stata abbassata la posizione dei fulcri del motore all’interno del telaio.
Per le sospensioni l’Aprilia ha scelto un’accoppiata di elementi Sachs con forcella a steli rovesciati da 43 mm completamente regolabile e ammortizzatore con serbatoio separato in posizione piggy back, anch’esso completamente regolabile.

L’impianto frenante è di produzione Brembo, con pinze anteriori a quattro pistoncini e dischi semiflottanti da 320 mm. Si tratta di elementi fusi in due metà non al top della gamma Brembo, ma che hanno comunque mostrato un rendimento eccellente in pista.

Novità anche per le ruote, ora a tre razze sdoppiate in lega leggera fusa e per i pneumatici. La Tuono V4 R ha infatti due omologazioni per il pneumatico posteriore, la 190/55 e la nuova misura 200/55.
Per quanto riguarda l’ergonomia, la moto adotta pedane leggermente più basse rispetto alla RSV4 e, ovviamente, un bel manubrio biconico in lega leggera.
L’aerodinamica ha costituito una parte molto importante della definizione estetica della Tuono V4 R, perché si è reso necessario realizzare una semicarenatura anteriore fissa anziché ancorata alla forcella, per garantire un corretto carico aerodinamico sull’avantreno.
Come si vede dalle foto, cupolino, spoiler laterali, convogliatori aria e carenature attorno ai radiatori sono tutti studiati per convogliare convenientemente l’aria attorno alla motocicletta e per non creare portanza aerodinamica, visto che la moto è in grado di raggiungere la ragguardevole velocità di 270 km/h.

MOTORE: 167,3 CV PER LA NUDA PIU’ POTENTE…
… o forse no? In Aprilia, con la Tuono V4 R dichiarano di aver messo in produzione la naked con la maggior potenza installata in commercio, ma forse si sono dimenticati che questo record spetta ancora ai 183 cavalli della Suzuki B-King. Beh, con questo non vogliamo essere pignoli nel puntualizzare, e sappiamo bene che si tratta di moto dall’indole assai diversa, però a rigor di logica, se vogliamo spulciare il segmento delle nude, lo scettro della più potente spetta ancora all’incompresa giapponese.

Bando alle ciance, non siamo qui per le chiacchiere da bar ma per descrivere il lavoro fatto dagli ingegneri Aprilia sul motore della RSV4 per addomesticarne il carattere.
Considerata la destinazione d’uso differente e maggiormente votata alla strada, si è cercato di privilegiare l’erogazione a regimi bassi ed intermedi.
Per far ciò è stato riprogettato il diagramma della distribuzione per migliorare il riempimento ai bassi regimi e sono stati allungati i cornetti di aspirazione all’interno dell’airbox.
Per migliorare la regolarità e la fluidità ai bassi regimi, inoltre, sono state riviste le masse equilibratrici dei contralberi ed è stata incrementata la massa del volano.

L’impianto di scarico è quello di nuova generazione montato anche sulla RSV4 APRC Special Edition e dotato di una nuova valvola parzializzatrice, per abbattere ulteriormente rumore ed emissioni. La Tuono V4 R è infatti già pronta per rispettare le future norme Euro 4, quando verranno introdotte.
Il risultato di questo lavoro di "depotenziamento" è di un motore che eroga comunque la bellezza di 167,3 CV dichiarati a 11.500 giri/min con una coppia massima di 111,5 Nm a 9.500 giri/min.
Come ormai tradizione, sono tre le mappature del Ride by Wire, selezionabili al manubrio: Track, a potenza piena e rapporto diretto tra gas e apertura farfalla, Sport, a potenza piena ma con gestione del gas più dolce, e Road nella quale la potenza viene ridotta del 25%.

APRC: ELETTRONICA DA SUPERBIKE
Come detto in apertura, la Tuono V4 R è disponibile anche in configurazione APRC con una maggiorazione di prezzo di 2.000 euro.
La conosciuta dotazione elettronica Aprilia Performance Riding Control si compone di quattro caratteristiche: ATC, ALC, AWC e AQS.
Cerchiamo di spiegare l’oscuro significato di queste sigle: la prima è il ben conosciuto Traction Control il quale ha una strategia di intervento molto sofisticata, in quanto in funzione dello slittamento della ruota motrice, interviene dapprima riducendo l’apertura delle farfalle, per poi agire su anticipo e iniezione quando il grado di slip diventa eccessivo. Il sistema si basa non solo sui dati di velocità delle ruote, ma anche sull’inclinazione della moto e sull’accelerazione longitudinale.
Il Traction è ovviamente settabile su otto posizioni e si può intervenire sulla regolazione velocemente agendo sui pulsanti sul manubrio sinistro. L’ATC, inoltre, è in grado di adattarsi velocemente a pneumatici di diverse misure o costruttori, con una semplice operazione di calibrazione che il pilota può attuare velocemente.
ALC sta per Aprilia Launch Control: sistema che gestisce la coppia motrice in accelerazione per ottenere la massima accelerazione longitudinale possibile qualora la moto venga impiegata nelle competizioni per partenze al semaforo brucianti.
AWC è la sigla che identifica il controllo dell’impennata, sistema tarabile su tre posizioni, per contenere la tendenza all’impennata del veicolo. Se volete dedicarvi alle evoluzioni, ovviamente il sistema è escludibile a moto ferma.

Ultimo ma non per importanza è l’AQS il Quick shifter che permette di cambiare marcia senza chiudere il gas. Si tratta di un componente ben conosciuto ma che in Aprilia hanno personalizzato rendendo variabili i tempi di cambiata a seconda della velocità con cui il pilota agisce sul gas, identificando il tipo di guida sportiva o meno.
Il pacchetto APRC costa 2.000 euro, sicuramente un costo non abbordabilissimo, ma che consigliamo sicuramente di provare, specie se non avete un’esperienza lunghissima su moto di elevate prestazioni.

IN SELLA: LA TEMPESTA PERFETTA
La nostra prova della Tuono V4 R si è tenuta sia su pista, a Valencia, che su strada sulle colline nei dintorni della città spagnola.
La posizione di guida cataloga innegabilmente questa moto tra le nude sportive. La posizione del manubrio è infatti abbastanza avanzata e bassa per dare al pilota un controllo eccellente sull’avantreno. Le pedane sono leggermente più basse rispetto alla RSV4, ma non in maniera sensibile. La postura che ne deriva è certamente più comoda rispetto alla supersportiva, ma comunque non rilassata. Il passeggero, invece, non se la passa per niente bene. La sua sella è molto stretta per via del codino affusolato e, sebbene ci siano due maniglie integrate sotto di essa, la postura è decisamente scomoda.
Iniziamo il nostro test con la parte più divertente: la pista!
La prova della Tuono V4 R si potrebbe concludere con un paio di superlativi, visto che la moto è davvero il massimo del divertimento, però cercheremo di entrare un po’ più nello specifico.
Ci bastano pochissimi giri per entrare in confidenza con la moto e per riprendere le misure al tracciato di Valencia, sul quale mancavamo da un po’ di tempo. Contando sull’ottimo feeling offertoci dai Pirelli Diablo Supercorsa SP, iniziamo subito a spingere per capire le reazioni della Tuono.
In breve tempo si ritrova il piacere di guida già conosciuto sulla RSV4 1000 amplificato dalle sensazioni che solo il manubrio largo può regalare. La Tuono V4 R si inserisce il curva al solo pensiero e si avventa alla corda come una supersportiva sa fare. In fase di percorrenza si riescono a tenere traiettorie strettissime pur sviluppando velocità molto alte e mantenendo ampissime possibilità di correzione della traiettoria. Anche esagerando in staccata, infatti, è possibile mollare i freni quando si è proprio agli sgoccioli e buttare la moto in piega, certi che l’avantreno non farà scherzi.
Il comportamento delle sospensioni è davvero buono, soprattutto se si pensa che siamo al cospetto di elementi sì sportivi ma certo non al top della qualità disponibile. La forcella scorre molto bene e in percorrenza di curva fornisce al pilota un feedback sull’avantreno davvero egregio. L’ammortizzatore è invece tarato abbastanza sul duro, come si compete ad una vera sportiva e garantisce al retrotreno una trazione ottima. Già a metà curva è possibile dare gas con decisione e fare strada senza che il pneumatico posteriore perda aderenza, grazie anche all’aiuto dell’Aprc.
In merito ad esso, in pista abbiamo apprezzato moltissimo la possibilità di agire istantaneamente sulla sua taratura in base alle esigenze. Abbiamo iniziato la giornata impostandolo sul valore 6, per poi scendere fino al 3 al crescere delle nostre prestazioni. In pista, inoltre, quando si va alla ricerca del tempo, si apprezza molto, in uscita dalle curve di seconda marcia, la presenza dell’anti impennata, che permette di far strada senza perdere tempo in coreografie.
Anche il cambio elettronico si è comportato benissimo, con passaggi di rapporto davvero repentini.

Il motore della Tuono V4 R ha il medesimo carattere della sua versione più sportiva, ma è più delicato nell’erogazione e ha più coppia ai bassi. In pista abbiamo provato a girare sia con il riding mode Track che con lo Sport, trovando il più sportivo maggiormente adatto alle curve veloci, mentre nei tornantini stretti, dove si scende di più di regime, si trova più efficace guidare con la mappa Sport, perchè è più dolce al riattacco del gas.
In pista è davvero difficile trovare un difetto alla Tuono V4 R, volendo proprio essere pignoli, la protezione offerta dal cupolino in rettilineo è davvero scarsa in relazione alle velocità che è in grado di sviluppare, e sicuramente sarebbe proficuo adottare un plexiglas leggermente rialzato.

Abbiamo guidato la Tuono V4 R anche su strade aperte, ritrovando la medesima agilità provata in pista. La Tuono va fortissimo anche su strada, laddove consigliamo di adottare una taratura del Traction control più conservativa, usando ad esempio il valore 7.
Sulle strade aperte, però, si soffre un po’ per via della taratura piuttosto rigida dell’ammortizzatore, che alla lunga affatica un po’ la schiena del pilota.
A fine test stiliamo il nostro verdetto: la nuova Aprilia Tuono V4 R irrompe sul mercato come una tempesta, con prestazioni da vera sportiva sia su strada che in pista, dove mostra il meglio di sé, regalando un divertimento davvero esagerato.
Il rovescio della medaglia allora, se c’è, dov’è? Beh, certamente possiamo sostenere che il design della Tuono è di quelli che dividerà nettamente i giudizi degli appassionati. Noi ci limitiamo a giudicarne le prestazioni e lasciamo a voi di dire la vostra sul gradimento estetico.

In questo test abbiamo utilizzato:

Casco X-Lite X802
Tuta, Stivali, Guanti Alpinestars

Articoli che potrebbero interessarti