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Honda CBX V12: special a 48 valvole

I 6 cilindri della CBX 1000 evidentemente erano pochi...

Moto - News: Honda CBX V12: special a 48 valvole

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La passione per la meccanica ha un limite? Noi crediamo di no. Di invenzioni strane ne abbiamo viste tante, alcune davvero al limite dell'assurdo, ma una moto con motore trasversale 12 cilindri a V da oltre 2.000 cc ci mancava.
L'ha realizzata il sudafricano Andreas Georgeades, un appassionato che ha avuto a che fare con le moto per tutta la vita, cominciando come pilota (Tourist Trophy nel 1964, GP 500 in Europa) ma diventando ben presto "costruttore" con creazioni molto insolite, a testimonianza delle sue grandi capacità tecniche e artigianali.

Questa mostruosa stradale è il frutto di un lavoro assai poco... ingegneristico. Nel senso buono dei termini ovviamente, cioè senza l'ausilio di sofisticati software di progettazione e macchinari di altissima precisione, ma con tanta cura e competenza tecnica.

Del resto con queste stesse "tecnologie" ha messo a punto altre moto, e che moto! Il pallino della motorizzazione extralarge gli è venuto molto tempo fa, ai tempi in cui correva in Canada con una moto dotata di motore automobilistico Honda 600 cc privato di raffreddamento a liquido per una più semplice alettatura per l'aria. Ma non è tutto, nel corso degli anni ha realizzato tre moto dotate di motore Ferrari, due con propulsore V6 (di cui una sovralimentata) e una con motore V8 di derivazione Ferrari 308 GTB/GTS. E' quindi evidente come non si faccia grossi problemi a mettere in pratica ciò che la sua fervida mente partorisce!

Nel caso della "Honda CBX V12" le immagini parlano da sole. La CBX 1000 era una stradale a 6 cilindri in linea con raffreddamento ad aria, distribuzione bialbero a 16 valvole e alimentazione a 6 carburatori Keihin da 28 mm. Aveva cambio a 5 rapporti e sviluppava una potenza di 105 CV a 9.000 giri.

Sulla "CBX V12" il telaio in acciaio è autocostruito per fare spazio alle due immense bancate da sei cilindri l'una, installate su un nuovo basamento costruito artigianalmente e dotato di albero a gomiti capace di ospitare due bielle su ogni manovella e da cui partono le due catene di distribuzione. Incredibile anche come Andreas sia riuscito a trovare spazio per la batteria di carburatori (senza filtro), posta nella V dei cilindri e collegata ai condotti di aspirazione tramite collettori dalla forma complessa.

Il forcellone ha un'immensa capriata che ospita il fulcro del monoammortizzatore secondo lo schema Cantilever. Cerchi, pneumatici e freni sono da sportiva moderna e le sovrastrutture sono interamente metalliche, cupolino compreso! Terrificante infine il sistema di scarico: i collettori della bancata inferiore seguono un percorso normale, sotto al motore, e sbucano in due terminali alti sul lato destro del codone, mentre i collettori della bancata posteriore passano sotto la sella e sbucano sul lato sinistro, sempre a fianco del codone. La vista posteriore è un po' old style ma davvero poderosa!

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