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Aprilia Shiver 750 - TEST

Il Ride by Wire parla ora tre lingue!

Moto - Test: Aprilia Shiver 750 - TEST

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Aprilia c'è! Che non ce ne voglia Guido Meda, ma quest'espressione non potevamo non usarla. Aprilia Shiver ha fatto quel piccolo passo in più che la rende, ora come non mai, una moto ancora più performante e duttile.
L'introduzione della nuova mappatura elettronica a tre modalità, ha donato ad Aprilia Shiver due nuovi volti, sino ad oggi per certi versi sconosciuti.

Il bello di un acceleratore ride by wire, è che non conosce ostacoli. Le possibilità di gestione sono pressoché infinite visto che, il tutto, viene controllato da un sistema elettronico. Ecco quindi che la prima Shiver offriva solo un piccolo assaggio di quello che poteva essere il suo potenziale: un voglio bianco su cui scrivere un vero e proprio romanzo. Con questa nuova versione di Aprilia Shiver, la casa di Noale ha messo nero su bianco, i primi tre capitoli di questo nuovo libro.
Uno, il Rain, talmente morbido e rilassato da poter consentire a Shiver di muoversi su fondi sdrucciolevoli quasi avesse un antispin, l'altro - lo Sport - molto vicino a quello della tradizione naked Aprilia: più "nudo e crudo", ideale per esaltare la raffinata ciclistica e regalare sensazioni di guida per certi versi vicine a quelle della sorella maggiore Tuono 1000 R.
L'altro volto, quello già noto ed ora riconoscibile nella modalità Touring, è invece un piacevole compromesso tra sportività e confort, ideale per la guida in coppia.

Dal fronte ciclistico e motoristico, non si rilevano novità sostanziali rispetto alla versione precedente. Confermato quindi tanto il telaio con  parte superiore a traliccio di tubi di acciaio collegata a piastre laterali molto estese, quanto il forcellone  di alluminio con capriata di irrigidimento. Stesso discorso vale ovviamente anche per il fronte propulsivo. L'appagante V2 di 90°, in grado di erogare ben 95 CV a 9.000 giri e 81 Nm di coppia massima a 7.000, è dotato di testate a quattro valvole che gestiscono l'afflusso in camera di scoppio della miscela aria/benzina che viene prodotto da un sofisticato sistema di iniezione elettronica con due corpi farfallati.
L'apertura delle farfalle non è direttamente proporzionale all'angolo di rotazione della manopola del gas, ma viene gestito da una centralina elettronica che calcola le effettive capacità del propulsore accordando, di volta in volta, l'apertura delle farfalle.
Per quanto riguarda il comparto sospensioni, Aprilia Shiver non rivela sostanziali novità ad eccezion fatta di un'aggiustatina alla taratura. Confermati quindi la forcella a steli rovesciati da 43 mm con piedini fusi in conchiglia e l'ammortizzatore laterale infulcrato direttamente al forcellone secondo lo schema cantilever, regolabile nel precarico molla e nel ritorno idraulico. Sempre all'altezza delle più rosee aspettative, si presenta anche l'impianto frenante. I dischi da 320 mm, i medesimi montati su RSV 1000 R e Tuono 1000 R, vengono stretti da pinze ad attacco radiale a quattro pistoncini. Dietro lavora, invece, un disco da 245 mm, morso da una pinza a singolo pistoncino. Piccola “chicca” sono infine le tubazioni in treccia metallica di derivazione aeronautica che eliminano il fastidioso effetto polmone delle tubazioni convenzionali, assicurando massima precisione della frenata per un impianto veramente ai massimi livelli.

La posizione in sella è ottima. Giusto punto d'incontro tra sportività e comodità, il triangolo sella-manubrio-pedane invita ad una seduta eretta senza caricare minimamente sui polsi grazie soprattutto alle pedane sufficientemente avanzate. Il manubrio in alluminio a sezione biconica – Tuono docet! -, si presenta alto e largo offrendo fin da subito un elevato feeling con l'anteriore.
Rispetto alla versione precedente, la nuova Aprilia Shiver è stata leggermente “seduta” al posteriore ed ora la sella si trova ad 810 mm da terra... i meno fortunati in altezza ringraziano, ma tale soluzione porterà con sé altre caratteristiche oltre a quella di poggiare i piedi con più sicurezza? Lo vedremo a breve!

Dando voce al bicilindrico veneziano, si viene avvolti da un sound inimitabile. Calibrato con l'accordatore? Magico orecchio degli ingegneri? Pura casualità? Non si sa, ma sta di fatto che il suono prodotto è una vera e propria melodia. Con il medesimo tasto con cui si accende e spegne Aprilia Shiver, si può selezionare la mappatura che più si addice alle necessità. Rain: più saggio di abilità nel gestire a piacimento l'elettronica che mappatura utile, offre un'erogazione da “scooterone” rivolta principalmente alla guida sul bagnato, ma tanto bagnato...  Touring “copia” quasi alla perfezione la configurazione standard della prima Shiver.

Perfetta per l'uso cittadino grazie ad un'erogazione docile e mansueta ai bassi, nella guida un po' più spinta, rivela alcune delle caratteristiche offerte dalla vera novità: la mappatura Sport. Stessa potenza della sorella Touring, ma tanta tanta cattiveria in più nell'erogazione, “Sport” è quello che mancava! Il V2 Aprilia non chiedeva altro che poter esser sfruttato come Dio comanda: “arrabbiato” fin da subito e feroce fino al limitatore...insomma, uno spettacolo. Decisamente inadatta alla guida in città ed in mezzo al traffico, nel misto di montagna mette nelle mani del centauro un propulsore pronto e reattivo. Agile nei cambi di direzione, Aprilia Shiver danza letteralmente fra le curve entrando rapida e precisa. Ad una guida aggressiva saltano fuori alcune caratteristiche migliorabili soprattutto per quanto riguarda il comparto sospensioni. Il posteriore “seduto” tende ad affossarsi nelle uscite di curve a gas aperto ed il mono posteriore, complice anche il nuovo settaggio, non riesce a contrastare alla perfezione, con il risultato di un alleggerimento dell'anteriore in uscita.

In fase di frenata, la forcella risponde bene anche grazie ad una maggiore resistenza nell'affossamento -rispetto al precedente modello – che riduce il trasferimento di carico all'anteriore. A dar manforte concorrono poi un freno motore reattivo e puntuale ed una coppia di freni decisamente all'altezza delle più rosee aspettative, grazie ad una forza più generosa ed una maggior resistenza allo sforzo. Aprilia Shiver si presenta quindi eccellente negli inserimenti in curva e nei cambi di direzione mentre perde qualche punto – comunque sempre oltre il più che buono! - nelle percorrenze di curve molto veloci e nelle uscite “sparate” in cui il posteriore non contrasta a sufficienza la forza centrifuga.
La moto è bellissima guidata da soli, ma anche in coppia non è certo male! Aprilia Shiver ben si addice alla guida di coppia grazie ad una seduta del passeggero alta e con le pedane che non pongono le ginocchia all'altezza delle orecchie!
Il compagno di viaggio dovrà però fare i conti con il catalizzatore posto proprio sotto il cuscino... e scalda, veramente molto!

Come per i polli di una nota azienda agricola, Aprilia Shiver si porta a casa un secco “10+” quasi interamente guadagnato grazie alla mappatura “Sport”. Se con la prima versione, la nuda di Noale ha sofferto un po', con questo MY 08 Aprilia Shiver può finalmente concorrere a testa più che alta contro le rivali del segmento.
8.200 euro f.c. è un prezzo forse non proprio da entry level, ma vista la qualità di numerose scelte e soluzioni e visto soprattutto il V2 di Noale, Aprilia Shiver non fa assolutamente rimpiangere quei pochi euro in più investiti.

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