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Kawasaki ZX-6R Ninja

L'evoluzione l'ha resa più docile

Moto - News: Kawasaki ZX-6R Ninja

L’ho detto sin dal primo giorno che l’ho vista. Questa Kawasaki ZX-6R è quanto di più prototipale abbia mai visto in una moto di serie. Correva l’anno 2003…ed ancora oggi, quando la vedo sfrecciare in pista o su strada, penso che quella moto fosse una vera e propria fucina di idee da applicare al modello successivo.

Ed in effetti, la ZX-6R ’05 è tutt’altra moto…anche se della vecchia sono rimasti molti dettagli, tra cui spiccano la doppia cilindrata, l’impianto frenante a pinze radiali, la forcella a steli rovesciati, mentre il resto è stato totalmente evoluto.

Più…moto
Meno prototipo e più moto, anche in sella. La nuova Ninja di media cilindrata è leggermente più comoda ed una volta in sella da l’idea di essere pensata non solo per andare forte. C’è qualche cm in più e le rifiniture sono meno scarne: molto bella, ad esempio, la piastra superiore di sterzo alleggerita o la fattura del terminale di scarico sottosella.

Per quanto concerne il telaio, la ZX-6R è piuttosto tradizionalista rispetto alle sue connazionali Honda e Yamaha. Niente pressofusione, ma un concreto telaio in alluminio scatolato, caratterizzato da misure completamente diverse rispetto al passato. Diminuisce, ad esempio, di 7 mm l’interasse ma allo stesso tempo è stato allungato il braccio della sospensione a tutto vantaggio della progressività della reazione e dell’efficacia sulle regolazioni.

Dietro cambia tutto
Piccoli dettali? Non proprio, anche perché sul “lavoro” del retrotreno si è concentrato gran parte del lavoro dei tecnici Kawasaki: non è stata scartata nemmeno una efficace frizione antisaltellamento, che rimedia ad un cronico saltellamento del posteriore in staccata del modello 2003.
Numeri nuovi anche davanti. Il nuovo telaio ha permesso di adottare un angolo di sterzo più aperto (passa da 24.5° a 25°), fattore che ha collaborato ad un discreto aumento dell’avancorsa che sale da 97 a 106 mm. Nuova anche la forcella Showa a steli rovesciati ed i dischi freno a margherita, morsi da pinze ad attacco radiale gestite anteriormente da una pompa anch’essa radiale.

130 CV!
Anche il propulsore è stato aggiornato. Grazie a nuovi alberi a cammes ed una testata ridisegnata (la valvola di aspirazione, ad esempio, è 1 mm più grande) la potenza del 636 cc. in dotazione alla verdona sale a quota 130 CV a 14.000, con un picco di coppia a 11.500 giri pari a 70.5 Nm.

Roba da togliere il fiato, frutto anche di un nuovo sistema di iniezione elettronica dotato di due iniettori per cilindro, di cui uno posizionato sopra le trombette di aspirazione - che ha anche il compito di monitorare costantemente la miscela aria/benzina per mantenere entro la soglia Euro2 le emissioni inquinanti.

Peso? 164 kg, equivalenti a 62.195 euro al kg. Una cifra – 10.200 euro – sostanzialmente allineata con le richieste delle rivali e decisamente interessante viste le qualità del prodotto.


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