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Indian brevetta i fari adattivi integrati con i radar

Indian è al lavoro su un brevetto per garantire maggior sicurezza in sella, tramite un sistema integrato con i radar.

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Offensiva tecnologica di Indian sulla sicurezza: la più vecchia casa motociclistica americana ha registrato un brevetto relativo a un nuovo impianto di illuminazione adattivo, che funziona anche con abbaglianti. La novità è che può essere ampliato con un sistema radar e laser e regolato dal cruise control.

Sistema poco adatto

La sicurezza passa dalle luci. Ma il radar è la tendenza motociclistica del momento. Indian Motorcycles ha depositato i disegni per la domanda di brevetto sui fari cornering, funzionanti anche per gli abbaglianti e in combinazione con radar e laser.

Nulla di nuovo perché i fari adattivi – o cornering se preferite – sono stati introdotti per la prima volta nel 2011 dalla BMW K 1600 GT/GTL, ma in dieci anni non hanno proprio preso piede, nonostante sia una valida soluzione per aumentare la visibilità notturna e quindi anche la sicurezza, per pilota e passeggero ma anche per tutti gli altri utenti della strada.

Uno dei motivi per cui non ha riscontrato il successo che si credeva, è che questo sistema richiede spazio di installazione aggiuntivo e alimentazione e, a riguardo, un modello come la K 1600 ne ha extra.

Un sistema diverso

Quello che tutti i fari adattivi offrono è la loro capacità di illuminare la strada seguendo l'inclinazione della moto o della forcella, con gli anabbaglianti accesi.

Il sistema che sta studiando Indian è una speciale piattaforma inerziale che rivela l'inclinazione del veicolo e controlla i diversi segmenti LED di un faro, e non solo quindi quelli più esterni e anche in funziona abbagliante, in modo che la luce illumini la curva, anche quando la funzione abbagliante è attivata.

A rivelare questo progetto, i colleghi della rivista tedesca Motorrad, secondo i quali i disegni non riguardano la Roadmaster per caso, ma proprio perché questo modello è quello con spazio disponibile per l'installazione del sistema.

Sensori a volontà

Guardando l'immagine di copertina, si capisce come il frontale della Indian Roadmaster funga da display per la possibile posizione di installazione dei vari sensori e fari del sistema brevettato e i numeri 60, 54, 50, 52 e 42 rappresentano possibili sensori, mentre i numeri 40, 56 sono i fari.

Un'ulteriore novità elettronica riguarda l'adattamento dell'intensità dei fari a seconda della velocità: i tecnici Indian hanno individuato tre livelli per variare la portata e la larghezza.

A 30 km/h il cono di luce è corto e largo, allungato a 60 km/h e ristretto a 90 km/h.

Sulla Roadmaster sono stati seminati non meno di 21 sensori, ciascuno con compiti diversi, incluso quello di prossimità, e anche la tradizionale testa dell'indiano sul parafango anteriore viene citata come possibile posizione del sensore.

I sensori inoltre possono integrarsi con anche con i neo introdotti sistemi radar, ma anche con i nuovi sensori lidar, acronimo di Light Detection and Ranging, ovvero una sorta di sistema basato su laser per misurare le distanze.

In pratica funziona come un radar ma al posto di utilizzare onde radio, si serve di onde luminose e può servire per diversi scopi: avviso di angolo cieco, avvisare in caso di lunghe code e, perché no, come ausilio per il parcheggio vista la scarsa visibilità posteriore per le forme mastodontiche della Roadmaster.

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