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Trentino, guerra alle moto: dopo i limiti arriva l'esame fonometrico

Moto in Trentino Alto Adige: il limite di velocità non basta, ora le Forze dell'Ordine eseguono anche i controlli con il fonometro.

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Non c'è più pace per le moto lungo le paradisiache strade delle Dolomiti, fino a quest'anno meta di migliaia di mototuristi.

Prima l'imposizione del limite di velocità di 60 km/h, ora anche i controlli con il fonometro.

Sicurezza, pace e tranquillità

Passare da strada più desiderata a strada più indesiderata è un attimo. L'asfalto che si snoda tra le Dolomiti d'estate diventano una delle mete preferite dei mototuristi, in cerca di panorami da ricordare e anche di un po' di fresco, fuggendo dall'afa della pianura.

Ma anche solo per il semplice piacere di andare in moto. Eppure, da quest'estate, quegli stessi posti non sono più gli stessi di prima.

Tutto è iniziato con l'entrata in vigore del limite di velocità di 60 km/h per motivi di sicurezza, dice il presidente del Trentino Alto Adige, una delle regioni a statuto speciale.

Adesso si è passati a un livello superiore, che a molti motociclisti se non appare una vera e propria dichiarazione di guerra, almeno di dichiarata antipatia: infatti l'azione coordinata della Polizia Locale della provincia autonoma di Trento è rivolta al controllo del livello della rumorosità delle moto.

Così, dopo la sicurezza con l'autovelox, con l'uso del fonometro l'obiettivo principale dichiarato è quello di garantire la pace e la tranquillità di residenti, turisti ma anche la salute e la quiete degli animali dell'ambiente montano.

Dopo l'autovelox, il fonometro

La dotazione delle forze dell'ordine si arricchisce così di un nuovo strumento, il fonometro, un apparecchio che misura il livello di decibel prodotti da una fonte, in questo caso lo scarico delle moto.

Ma non solo: grazie al fonometro, è possibile stabilire in quali casi vi sia un superamento sospetto della soglia, perché le moto più rumorose spesso hanno modifiche illegali e quindi contrarie al Codice della Strada.

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Guerra alle moto: conviene?

Facendo una facile e veloce ricerca sui diversi gruppi di motociclisti nei social, l'umore non è dei più belli tra gli amanti del mototurismo e già si è trovata la soluzione per ovviare a questa soluzione.

Quella di trovare altre strade per passare un fine settimana o una giornata in sella alla propria moto, da soli, in compagnia del passeggero o con il gruppo di amici.

Cosa ne pensano gli operatori turistici di questa decisione? Già penalizzati fortemente dalla pandemia da COVID-19, i limiti di velocità più bassi e i controlli sonori sulle moto sono un deterrente per molti motociclisti e potrebbero esserci ulteriori ripercussioni sull'economia locale, che vive di turismo.

In generale tra eventi, raduni e normale attività, in Italia il mototurismo fattura circa 2 miliardi di euro (dati 2018 di JFC, società di ricerca che prepara un resoconto aggiornato con i dati sul turismo in Italia) e tra le principali destinazioni italiane, le Alpi e le Dolomiti rappresentano il 10,5% delle preferenze.

Siamo fortunati a vivere in un Paese bellissimo ricco di luoghi affascinanti e, stando alle reazioni dei motociclisti, facile che allora per le proprie vacanze possano essere dirottate verso altre mete.

Oltre alle montagne infatti ci sono altre località preferite dai mototuristi, come la Toscana (22%), la Sardegna (8%), la Sicilia (6%) e la costiera amalfitana (5%).

A quanto pare, la scelta dell'amministrazione trentina sarebbe più fastidiosa delle condizioni dei manti stradali siciliani.


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