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La Dakar secondo Manuel Lucchese: la resa dei conti

Price vince per la seconda volta, aiutato anche da una serie di episodi rocamboleschi, mentre non mancano le polemiche a fine rally

Moto - News: La Dakar secondo Manuel Lucchese: la resa dei conti

L’edizione 2019 della Dakar è decisamente stata una delle più avvincenti degli ultimi 10 anni a livello sportivo, con la classifica generale in continuo cambiamento ed eclatanti colpi di scena che ci hanno tenuti incollati al tracking online fino all’ultima speciale, con Quintanilla e Price che si sono giocati il tutto per tutto. 


Honda al cardiopalma


Tante le sorprese della seconda settimana di gara, partendo da quella che sembrava una gara perfetta per il team Honda, che nonostante avesse perso il proprio pilota di punta, Joan Barreda, era riuscita a portarsi al comando nella settimana tappa con Ricky Brabec. L’americano sembrava avere tutto sotto controllo e stava amministrando il suo vantaggio, quando improvvisamente il suo motore ha ceduto lasciandolo sconvolto in mezzo al deserto. Anche l’anno scorso ha dovuto abbandonare per lo stesso motivo, sempre a poche tappe dalla fine. Un duro colpo per Honda che a questo punto sembrava avere ancora Kevin Benavides in lizza per la vittoria, fino a quando la giuria di gara ha deciso di applicargli una penalità di 3 ore per comportamento antisportivo, visto che il pilota argentino aveva un foglio attaccato sulla moto con le indicazioni per tagliare una parte di prova speciale. Questa penalità ha frantumato i sogni di Honda e per l'ennesima volta la vittoria della Dakar è svanita dalle mani della casa giapponese.


Yamaha: Maledetta sfortuna


Yamaha con Adrien Van Beveren stava facendo un’eccellente gara: il francese quasi sempre nella top 5 in tutte le speciali era giunto alla partenza della penultima tappa in quarta posizione con un distacco di soli 9 minuti dal leader. Partito all’attacco Adrien è arrivato a 16 km dal traguardo ed anche il suo motore ha dato forfait, con il francese in lacrime. Nonostante la rottura del motore Adrien ha dimostrato di essere un pilota davvero ferreo e umile, non dandosi per vinto e volendo comunque riuscire a salvare il risultato della top 15. Il francese ha trovato un pick up che ha caricato lui e la moto, ed ha percorso gli ultimi 16 km sul pick-up raggiungendo il bivacco. Qui però la giuria ha deciso di squalificarlo. Nonostante tutto Adrien ha dimostrato di avere il vero spirito della Dakar, dove bisogna non arrendersi mai, fino alla fine, a scapito di tanti altri piloti moderni invece che al primo piccolo guasto si ritirano.


KTM: luci ed ombre


Penultima tappa che ha riservato altre sorprese anche per KTM con una penalità inflitta a Sam Sunderland di 1 ora per la presunta manomissione del sistema Iritrack, per poter trarre vantaggio e non partire primo nella prova speciale. L’iritrack è un sistema di sicurezza montato su tutti i mezzi che in caso di malfunzionamento l’organizzazione richiede la riparazione prima di entrare in prova speciale, dove eventuali ritardi non comportano nessuna penalità. Ovviamente se un pilota lo manomette volontariamente, così da non dover partire primo e aprire la strada nel deserto, arriva la penalità per comportamento anti-sportivo, che a Sunderland è costata la lotta per la vittoria.


Price sul velluto 


Arriviamo all’ultima prova speciale con Toby Price in testa con solo 1 minuto di vantaggio sul pilota Husqvarna  Pablo Quintanilla e 6 minuti sul pilota KTM Matthias Walkner. Pablo, partito con il coltello tra i denti e disposto a tutto per vincere la sua prima Dakar, si è preso molti rischi, tra cui uno che avrebbe potuto chiudere la sua carriera per sempre: arriva su una duna molto alta troppo veloce, rimane con l’acceleratore spalancato e compie un salto incredibile, ripreso dalle telecamere dell’elicottero saltando giu da una duna altissima e atterrando in maniera scomposta. Il pilota perde conoscenza, alimentando minuti di grande tensione. Giungono subito i soccorritori ed anche Toby Price, suo diretto rivale, arriva sul luogo dell’incidente visto che partiva qualche minuto dietro a Quintanilla, fermandosi per accertarsi delle sue condizioni. Passano quasi 20 minuti con Pablo a terra, e incredibilmente il cileno si rialza con l’aiuto dello staff medico e risale in sella per finire la prova speciale terminando al terzo posto nella classifica finale della Dakar. Gli verrà diagnosticata una frattura al piede, procuratasi durante l’incredibile salto. Toby Price così ha vita quasi facile dovendo amministrare il vantaggio su Walkner, ma non per questo rallenta e vince la sua prima e unica prova speciale di questa Dakar aggiudicandosi la vittoria finale per la seconda volta (L’australiano vinse l’edizione 2016). L’austriaco Matthias Walkner (vincitore dell’edizione 2018) si piazza al secondo posto ed incredibilmente viene rivista la penalità di Sam Sunderland, che viene neutralizzata riportando il pilota inglese e vincitore della Dakar 2017 in terza posizione. Saranno molte le critiche da parte di Pablo Quintanilla, che si vede così soffiare via il terzo gradino del podio dopo aver rischiato la vita per tentar di vincere. KTM così vince la Dakar per la 18° volta consecutiva e piazza i vincitori delle ultime 3 Dakar su tutti i gradini del podio. Husqvarna con Pablo Quintanilla e Andrew Short occupa rispettivamente la quarta e quinta posizione, Yamaha chiude al sesto posto con Xavier De Soultrait, unico pilota del team dei tre diapason rimasto in gara. Honda si deve invece accontentare del settimo posto di Nacho Cornejo, pilota che ricopriva il ruolo di portatore d’acqua del team.


Gli italiani 


I nostri connazionali al traguardo sono invece gli stessi 3 che erano giunti alla tappa di riposo, con Maruzio Gerini che termina con un eccellente 14° posto, il rookie Mirko Pavan con uno stupendo recupero in sella alla sua Beta RR430 Rally della Rebel X Sports, chiude 54° assoluto e con un inaspettato 4° posto nella categoria Original by Motul, la vecchia Malles Moto. Chiude il gruppo degli italiani Gabriele Minelli alla 73° posizione. Di 137 moto partite solo 76 hanno tagliato il traguardo in questa edizione della Dakar piena di colpi di scena e sicuramente difficile dal punto di vista tecnico. Ora rimane solo che aspettare marzo quando dovrebbero essere annunciate da ASO le nazioni che ospiteranno la Dakar 2020: non è detto che possa esserci anche in questo caso qualche grande novità inaspettata.


 

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