Negli Stati Uniti li chiamano “Lane Splitters”, i motociclisti soliti viaggiare tra le corsie per evitare il traffico delle highways e delle grandi arterie cittadine. Un comportamento che viola le norme del codice stradale in gran parte del mondo, ma che è diffuso a tutte le latitudini, e che causa spesso incidenti tra auto e moto. E nel futuro prossimo, quando le auto si guideranno da sole, i numeri potrebbero aumentare, per questo Ford ha pensato a un sistema che riveli la presenza delle moto anche nella parte posteriore del veicolo.
L’occhio attento della tecnologia
Ford ha concentrato i suoi sforzi per ideare un sistema che permetta alle auto a guida automatica a “capire” quando una moto si avvicina al posteriore dell’automobile. Tre telecamere, poste al centro e negli angoli ciechi della parte posteriore allerterebbero l’auto-pilot sulla distanza del motociclista, consentendo di frenare o sterzare a seconda della dinamica. Un sistema che potrebbe lavorare in simbiosi anche con altre tecnologie che assistono la guida manuale, e che diventerebbe un vero e proprio sistema anti-collisione aggiuntivo.
I precedenti
Quello di Ford è uno dei primi sforzi per cercare una convivenza tra il futuro dell’automobile, la guida automatizzata, e la tradizione motociclistica, che non può che non avere l’uomo come attore principale. Meno di due anni fa infatti una motociclista norvegese è stata investita da una Tesla Model S a guida automatica, che non aveva “riconosciuto” la presenza della moto sulla strada, e ancora più recentemente i test su molti sistemi FCW (Forward Collision Warning) in dotazione su auto di vari marchi hanno mostrato come nel 40% dei casi la moto non venga percepita dai sensori, mentre solo il 5% delle volte il sistema non ha individuato un’auto di piccole dimensioni.