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Lesioni lievi: per il risarcimento il medico è sufficiente

Sentenza della Cassazione in difesa degli utenti deboli della strada, come i motociclisti

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Nell’eterna battaglia delle lesioni lievi, e del risarcimento assicurativo, si inserisce ora una sentenza della Cassazione di importanza capitale: la 1272/2018 (terza sezione civile). Che dà pienamente ragione agli utenti deboli della strada, e torto alle compagnie che non vogliono rimborsare in modo equo e rapido i centauri e gli automobilisti.


La legge del 2012


Tutto ha inizio nel 2012 (c'erano i tecnici del Governo Monti), con la legge 27 che dice: le lesioni di lieve entità, che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, non potranno dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente. E poi: “Il danno alla persona per lesioni di lieve entità è risarcito solo a seguito di riscontro medico legale, da cui risulti visivamente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione”. Parliamo di lesioni fisiche con invalidità permanente sotto il 9%. L’obiettivo, in teoria, è arginare il fenomeno delle truffe Rca: i falsi malati, specie coi fasulli colpi di frusta. Ma qual è la traduzione dal burocratese di queste norme?


Due interpretazioni


Stando alle compagnie, i danni lievi sono risarcibili solo se suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo. Quindi, se c’è la radiografia, allora si ha il rimborso. Ma stando ai medici legali le cose sono molto diverse: basta il parere del medico stesso. Così la pensa anche la Cassazione: “Il rigore che il legislatore ha dimostrato di esigere non può essere inteso, però, come pure alcuni hanno sostenuto, nel senso che la prova della lesione debba essere fornita esclusivamente con l’accertamento clinico strumentale”. Attenzione al principio sacrosanto: “È l’accertamento medico legale a stabilire se la lesione sussista e quale percentuale sia a essa ricollegabile”. Parole in difesa anche degli utenti deboli, come i motociclisti, così tanto esposti alle lesioni fisiche in caso di sinistro.


In parole semplici


Per capire se c’è la lesione, semplifica l’Unarca (Unione avvocati responsabilità civile assicurativa), “serve l’esperienza clinica dello specialista, che fornisca una conclusione scientificamente documentata e giuridicamente ineccepibile”. E ovviamente “occorre rigore, per combattere le frodi, che ci sono e vanno estirpate, anzitutto con il lavoro delle compagnie”. Il nostro consiglio? Tutelatevi con un esperto in infortunistica stradale o un legale, così da avere un indennizzo equo e rapido.

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