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Ducati e Lamborghini: auto e moto non sono mai state così vicine

Dall'Italia alla Francia, fino al circuito Paul Ricard, per un week-end di pura passione

Moto - News: Ducati e Lamborghini: auto e moto non sono mai state così vicine

Anche se amiamo profondamente le due ruote, ci sono esperienze che non ci possono lasciare indifferenti. Come quella vissuta lungo l’arco di un week-end speciale, che insieme ad una Ducati SuperSport S, ad una Ducati Multistrada 1200 Pikes Peak e a due Lamborghini Huracán, mi ha portato a percorrere 650 km da Bologna a Le Castellet, per vivere un’intensa due giorni di passione sul circuito Paul Ricard.


Tutto pronto


Venerdì. Il primo appuntamento è a Borgo Panigale, sede della Ducati. I saluti, le foto di rito, poi subito in sella e via, verso Sant'Agata Bolognese, quartier generale della Casa del Toro. Sono pochi i chilometri che dividono questi due templi della passione motoristica, ma la vicinanza, come scoprirò durante il viaggio, non è solo geografica. E neppure il fatto di essere parte della scuderia Volkswagen, riesce a spiegare realmente il legame profondo tra due universi solo all’apparenza distanti, perché raramente a bordo di un’auto capita di percepire sensazioni “motociclistiche” così; e altrettanto raramente un marchio moto riesce a far capolino tra i sogni più proibiti degli appassionati, delle 2 e delle 4 ruote.


La mia “Rossa” preferita...


Il viagio inizia e parto in sella alla Multistrada. Comoda e protettiva, allevia la noia del primo tratto autostradale con le sue apprezzate doti da passista. Poi sui curvoni della Cisa mi riconcilio con le dinamiche motociclistiche e mi godo finalmente qualche bella piega. La doppia anima del crossover bolognese è senza dubbio la sua vera forza: comoda per andarci a spasso… ma anche Ducati fino all’ultimo bullone quando si cercano prestazioni e piacere di guida. Questa particolare versione Pikes Peak, non è altro che una S con sospensioni differenti (delle Öhlins completamente regolabili equipaggiate con posteriore TTX36), componentistica in carbonio ultraleggera e silenziatore omologato Termignoni; oltre alla livrea dedicata, che richiama la leggendaria gara che si corre in Colorado. Intanto i chilometri passano e arriva il primo cambio: salgo sulla Ducati SuperSport S, la versione più raffinata della sportiva stradale arrivata nel 2017. Nonostante l’impostazione di guida d’attacco, il comfort in sella è decisamente buono: anche sulle lunghe distanze non si soffre. E poi su questa S - oltre ad una componentistica di primo livello - di serie c’è anche il Quick Shift up/down, il sistema elettronico che permette il cambio marcia senza frizione… una volta provato diventa una droga e non si torna più indietro. L’arrivo in Liguria, dopo qualche chilometro, segna la fine della mia giornata su due ruote, da qui in avanti proseguirò in auto ma si tratta solo di un arrivederci. Per fortuna, infatti, nei giorni successivi potrò gustare le due Ducati lungo le belle curve nei dintorni del circuito Paul Ricard, dove hanno dato il meglio di sé. La mia preferita? Con la Multistrada sin dall’inizio è stato amore… ma la SuperSport S mi ha davvero conquistato.


Oltre 600 CV e un sound da brividi


Salire su una Lamborghini Huracán è come lasciarsi avvolgere da una scultura di metallo. L’abitacolo, curatissimo, i sedili da vera supersportiva e una sensazione di precisione e controllo immediata non appena si afferra il volante. I primi chilometri li passiamo a fare amicizia, mentre tutt’attorno mi circonda una colonna sonora da brividi: il sound di un V10 purosangue da oltre 600 CV, al punto che di accendere lo stereo proprio non se ne parla. Stupisce come al giorno d’oggi, grazie all’elettronica, anche un’auto con un potenziale così esplosivo sia perfettamente gestibile su strade normali. Tutto risulta facile, e quando durante la sosta per il pranzo mi ritrovo a fare manovre tra le viuzze di una cittadina ligure, con tanto di pavé, semafori e pedoni ovunque, quasi mi dimentico di essere a bordo di una supercar, se non fosse per il piccolo particolare di avere tutti gli occhi puntati addosso. Il fascino estetico di questa Lamborghini non si discute. La strada per Le Castellet è ancora lunga e ci rimettiamo presto in marcia. In Francia il traffico si riduce e gli spazi per godersi le accelerazioni della Huracán aumentano. Il cambio automatico è precisissimo e quando si schiaccia il pedale a fondo la progressione è graffiante. Chiaramente il carattere dell’erogazione cambia in base a ciascuno dei riding mode - Strada, Sport e Corsa - selezionabili tramite lo switch al volante che gestisce “ANIMA” (Adaptive Network Intelligence MAnagement), ovvero il sistema che calibra tutte le impostazioni dell’auto in base al tipo di guida. Persino il sound del motore cambia, una sinfonia che nella modalità Corsa fa venire i brividi dietro la schiena. La prima giornata termina con l’arrivo in albergo a tarda sera, ma il meglio deve ancora arrivare.


Emozioni che non dimentichi


L’indomani sveglia presto per raggiungere il circuito. Durante il week-end il Paul Ricard ospiterà l’affascinante Blancpain GT Series Endurance Cup/1000 km (gara di oltre 6 ore con arrivo in notturna) e il Lamborghini Super Trofeo. La quantità di meraviglie della meccanica parcheggiate nel paddock è da togliere il fiato. Ma tra passeggiate in pitlane, visite ai box e griglie di partenza, c’è anche spazio per ulteriore divertimento di guida. Si inizia il sabato, con la “parata in pista” come da programma. Ma la parola "parata" non deve trarre in inganno, dopo aver assegnato una Lamborghini ad ogni partecipante (nel mio caso una Huracán) entrati in circuito, un paio di curve e… gas a tavoletta. Non me lo faccio ripetere due volte. Via il cambio automatico, ANIMA impostata su Sport e si parte. Durante primo giro prendo confidenza con la pista, le palette al volante sono precisissime e le cambiate fulminee. Rispetto ad una moto, mezzo che uso più frequentemente tra i cordoli, non sono tanto le accelerazioni a colpirmi, quanto la brutalità delle decelerazioni e la possibilità di sfruttare molto più motore in percorrenza e in uscita, dove si può osare sul serio. Al secondo giro passo da Sport a Corsa e il ritmo sale ulteriormente. La Huracán è incollata all’asfalto e mi perdona anche qualche piccola sbavatura nelle traiettorie. Si prosegue ancora un po’, poi la “parata” finisce. Peccato! Ma il divertimento no. Il giorno dopo, infatti, si replica, ma stavolta come passeggero al fianco di un pilota professionista: tre giri, una overdose di adrenalina a bordo di Lamborghini Huracán e Aventador. Un’emozione unica che riesco a leggere negli occhi di tutti quelli attorno a me - giornalisti, addetti ai lavori, ospiti o semplici appassionati - che hanno provato la stessa esperienza.


Ecco cosa li unisce...


Cosa unisce quindi Ducati e Lamborghini? La passione per la velocità e per l’eccellenza tecnica, certo. Ma anche la capacità dei due marchi di incontrare “il proprio popolo”. Come sa perfettamente chi ha partecipato, ad esempio, ad una World Ducati Week, dove puoi vedere il top management della Casa di Borgo Panigale parlare di moto, con gli appassionati, come se si fosse tutti amici di vecchia data. Esattamente come ho visto fare in questi giorni a Maurizio Reggiani, Direttore Ricerca & Sviluppo di Lamborghini, sempre disponibile con chiunque per 2 chiacchiere sulle sue “creature”. È questa, quindi, la ricetta per avvicinare i sogni alla realtà? Non proprio, purtroppo basta dare uno sguardo ai listini per tornare subito con i piedi per terra: la Lamborghini Huracán ha un costo intorno ai 200.000 euro, mentre per la Ducati Multistrada 1200 Pikes Peak ne occorrono 23.990 e 14.690 per la carenata SuperSport S. Ma va bene così!

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