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MotoGP, in Texas è sfida Marquez-Vinales

Il campione del mondo in carica ha sempre dominato ad Austin, ma Maverick sembra inarrestabile. Senza dimenticare Rossi e le Ducati

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C’è chi ha un conto in sospeso con Austin (Valentino), chi ha la terza vittoria stagionale da portare a casa (Vinales), chi vuole tornare a splendere proprio sul circuito dove ha sempre dominato (Marquez) e chi invece ha bisogno della gara giusta per trovare un po’ di fiducia (Lorenzo). Gli ingredienti per un weekend coi botti sembrano, insomma, esserci davvero tutti. Si riparte dal Texas, questo fine settimana, con il terzo appuntamento di una MotoGP 2017 che ha ancora tanto da raccontare (qui gli orari TV per non perdersi prove libere, qualifiche e gara).


Il Texas ha in solo dominatore


Ad Austin finora c’è un SOLO pilota e si chiama Marc Marquez. Ha sempre vinto dal 2013 ad oggi, ha sempre conquistato la pole position e per tre volte ha fatto registrare il giro più veloce. Dunque, sulla carta, è sicuramente il più accreditato a vincere anche questa edizione del GP texano. D’altronde un eventuale successo per lui rappresenterebbe un’importante iniezione di fiducia per ritrovare l’entusiasmo dopo un inizio di stagione decisamente negativo: con 13 punti, è terzo in classifica dietro a Rossi (36 punti) e Vinales (50).


I precedenti non contano


Marc però quest’anno dovrà fare i conti con un Vinales che sembra indemoniato (in senso buono): guida la Yamaha M1 con una facilità disarmante, ottenendo dei risultati impressionanti. È vero che Maverick non ha mai brillato sulla pista texana, dove è stato anche spesso sfortunato (è caduto diverse volte), ma è vero anche che da quando guida la Yamaha diventa poco sensato andare a vedere i suoi precedenti: probabilmente conviene tracciare una linea di confine tra il 2017 e gli anni precedenti.


Pilota da gara


E poi c’è Valentino Rossi che, seppur non faccia grandi cose nelle libere e nelle qualifiche, ormai ci ha abituato a delle gare da paura. “Sono un pilota da gara”, ha tra l’altro dichiarato qualche settimana fa, proprio confermando questa “trasformazione” che riesce ad avere la domenica quando si spengono i semafori rossi. Il dottore cerca conferme, è reduce da due podi stagionali (3° in Qatar e 2° in Argentina) e sa – soprattutto dopo lo scorso anno – che i mondiali si vincono stando costantemente davanti.


Il talento non si discute


Tuttavia Austin è una pista su cui le anche Ducati potrebbero sfruttare piuttosto bene il loro potenziale. Dovizioso è sicuramente quello da cui ci si può aspettare di più, il podio è alla sua portata. Su Lorenzo, invece, non bisogna farsi troppe illusioni. Il suo talento non si discute – e non sarà certo un gesto discutibile ma comprensibile a metterlo in cattiva luce – ma ha bisogno di tempo per adattarsi alla Desmosedici. Quanto ne servirà non è ancora chiaro, così come non è matematica la certezza che quello tra lui e la Ducati sarà un matrimonio felice…

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