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Moto: la guerra dei pedaggi

Questione dei pedaggi autostradali delle moto, ancora forti polemiche

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Cambiano i Governi, si alternano i politici, ma il problema pedaggi delle moto resta: la Federazione motociclistica italiana (FMI) e Confindustria Ancma hanno di recente incontrato il presidente dell'Autorità di regolazione dei Trasporti, Andrea Camanzi, per esporre la questione. L’Italia è infatti uno dei pochissimi paesi in Europa dove il pedaggio motociclistico (peraltro con tariffazione molto alta) è equiparato a quello delle auto, con il risultato che qualunque moto paga la stessa cifra di un SUV ben più grande in dimensioni e potenza. Nei Paesi europei dove le autostrade sono a pagamento, le tariffe praticate ai motociclisti sono (quasi sempre) più basse, in molti casi dimezzate rispetto ai pedaggi nostrani.


Cosa chiedono


La richiesta è di verificare se vi siano le condizioni per creare una tariffazione a parte per i veicoli a due ruote a motore. Su quali basi? Facile: le moto sono di gran lunga meno invasive dal punto di vista degli spazi occupati e dell'inquinamento; e svolgono in generale un ruolo importante nella riduzione del traffico. “Siamo convinti che la creazione di una tariffa dedicata alle due ruote favorirebbe la circolazione delle moto sulle autostrade, con vantaggi che si rifletterebbero tanto sull’industria motociclistica nazionale, che rimane la più importante d’Europa, quanto sugli stessi concessionari autostradali, che vedrebbero compensata automaticamente la rimodulazione dei pedaggi”, ha detto Corrado Capelli, presidente Ancma. “Le autostrade sono di gran lunga le strade più sicure per noi motociclisti. Una tariffa differenziata ne favorirebbe l’utilizzo, dando così un contributo alla sicurezza per le due ruote a motore. In fondo, quello che chiediamo è di essere equiparati al resto dell’Europa”, gli ha fatto eco il presidente FMI Paolo Sesti.


Tutto è nato nel 1991


Tutto ha avuto inizio il 1° gennaio 1991 in Italia, quando è stata abolita la riduzione del pedaggio autostradale per le moto. Solo pochi mesi dopo, Società Autostrade dava diritto al 40% di sconto alle moto, tramite una tessera a scalare del valore nominale di 90.000 lire, dal costo di 54.000 lire. Col numero di targa della moto accreditata all’uso. Un’iniziativa così di successo che le tessere sono sparite in pochi giorni. Da allora, il buio, e la moto paga come un SUV: un assurdo tutto italiano. Adesso non resta che attendere le prossime mosse di Camanzi.

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