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Tourist Trophy 2016 - Il viaggio di andata

Una lunga galoppata in sella, in solitario, fino all'Isola di Man. Ecco come...

Moto - News: Tourist Trophy 2016 - Il viaggio di andata

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Raggiungere l’isola di Man in moto, dall’Italia, in solitario, per assistere al Tourist Trophy. Un’esperienza che sognavo da tempo. Lo scopo, raccontare l’atmosfera di uno degli eventi (chiamarla gara è riduttivo) più affascinanti al mondo... ma anche una mission speciale: mettere alla frusta, in un vero hard test sul campo con migliaia di chilometri da percorrere e in ogni condizione, un affascinante mezzo come il Crossover BMW S 1000 XR, ma anche l’ultimo pneumatico sport touring targato Metzeler (l’ambizioso Roadtec 01) e un outfit tecnico completo, Dainese/AGV, con cui far fronte ai capricci meteorologici del profondo nord.


La salita verso Man


Non è semplice organizzare una trasferta del genere, soprattutto quando è necessario coniugare tempo a disposizione e voglia di godersi qualche bel tratto guidato lungo il percorso. In attesa del piatto forte - ovvero i giorni che trascorrerò sull’isola (dove sono appena arrivato) - ho deciso quindi di regalarmi qualche bel passaggio alpino... ma anche di andare alla scoperta di un angolo di Francia “motociclistica” che da tempo desideravo attraversare e, per il resto, lunghe percorrenze ben diluite. Al ritorno, invece, tenterò una sorta di long run per testare le qualità da passista della S 1000 XR sulle lunghe distanze “in un colpo solo”. Ma andiamo per gradi. A seguire, il percorso dell’andata in sintesi, oltre ad alcune considerazioni sulla moto e sull’equipaggiamento tecnico.


L’itinerario


Da Milano ho deciso di percorrere la SS 36, carezzando il lago di Lecco con i suoi splendidi scorci fino a raggiungere il passo Spluga (con le sue atmosfere selvagge e i tornanti vorticosi), dopo aver attraversato Chiavenna e Madesimo. Entrato in Svizzera, ho proseguito poi lungo la bella e ondulata statale 13 (da non confondere con la superstrada che le corre affianco), che ricama curve morbide in invitanti tra le montagne. Poi, un tratto di autostrada fino a Colmar, splendida località alsaziana cui dedicare una piacevole passeggiata. Se in Svizzera decidete di utilizzare superstrade e/o autostrade, ricordatevi di munirvi dell’apposita vignetta.
Il secondo giorno, da Colmar, ho deciso di passare la mattinata alla scoperta “motociclistica” di qualche bel colle francese nel Parco Nazionale dei Vosgi (come il celebre col du Bonhomme). Poi tanta autostrada fino a Bruges, città che sa sempre come sedurre un viaggiatore.
Tappa seguente, la vicina Dunkerque per attraversare la Manica in traghetto (più suggestivo dell’Eurotunnel) e raggiungere le bianche scogliere di Dover, che annunciano l’arrivo in Gran Bretagna. Una piccola annotazione: in Germania e Belgio (che per l’andata ho preferito alla Francia), come anche in Inghilterra, le autostrade son pressoché tutte gratuite.
La risalita dell’Inghilterra col sole è stata la ciliegina sulla torta. Meravigliosi gli scorci sulla sua celebre campagna. Poi l’arrivo a Liverpool, un’interessante passeggiata alla scoperta della vicina Chester e il traghetto per Man (in merito, vi darò un po’ di indicazioni e “dritte”, in uno dei prossimi aggiornamenti).
L’arrivo, finalmente, sull’isola di Man è una sensazione difficile da spiegare. Ce l’ho fatta, ci sono, mi sento parte di una passione fortissima e coinvolgente, che posso condividere con centinaia di motociclisti attorno a me… tutti con la stessa identica emozione negli occhi.


Occhio al LED 


Lo confesso! Dopo essermi goduto “a pieno carico” qualche bella piega tra Italia e Svizzera, e poi subito dopo tra i colli dell’Alsazia, non vedo l’ora di smontare le borse e lanciarmi sul traciato di gara per una prima ricognizione (cosa che conto di fare spesso, in questi giorni, non appena avrò un attimo libero). Adoro quando sulla S 1000 XR, al momento di sconfinare nella zona rossa del contagiri, il LED sul cruscotto inizia a lampeggiare per avvisarmi di cambiare marcia… ma faccio finta di niente e continuo a dare gas… e lei me ne dà ancora, con gusto. C’è dell’erotismo in tutto ciò, lo so!


Feeling sempre!


Al momento, abbondantemente superati i 2.500 km di utilizzo con le Metzeler Roadtec 01, le doti migliori riscontrate si confermano l’ecletticità e l’uniformità della resa. Buono il comfort sui lunghi trasferimenti - e qui si apprezza molto l’equilibrio della carcassa - e piacevolissima la senzazione di grip immediato non appena si affronta una serie di curve. Anche i repentini cambi di temperatura non sono un problema, come ho potuto verificare risalendo lo Spluga: neve, asfalto non perfetto, rivoli d’acqua a tagliare la carreggiata… tutto affrontato senza far mai venire meno l’elevata sensazione di feeling. Ma per i Roadtec 01, la prova del fuoco arriverà a breve, sul Mountain… ma di questo vi parlerò con calma al riestro dall’isola, quando tireremo le somme.


Sole non ti temo


La tanto temuta pioggia al momento - scongiuri di rito appena effettuati - ancora non si è fatta vedere. Anzi, in alcuni momenti è stato il caldo il vero problema. E questo mi ha permesso di ricordare come le ottime doti del Gore-Tex non siano solo quelle antipioggia… l’elevato effetto isolante e la traspirabilità tipica di questo materiale aiutano "a non squagliare" sotto al sole. Poi vi lascio immaginare l’ulteriore sollievo quando ho aperto i soffietti d’aerazione della giacca Dainese Carve Master con cui sto viaggiando… al momento una vera 360° (con il pregio di non sventolare in velocità e rimanere compatta sul corpo). Rimango comunque in attesa di verificare tutte le doti dell'equipaggiamento fornitomi in condizioni più severe.

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