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Lo spot del Giro d'Italia offende i motociclisti: è polemica [VIDEO]

La RAI sta trasmettendo uno spot che sminuisce i piloti di moto ed esalta le gesta dei ciclisti... pessima figura

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Motociclisti contro ciclisti, una costante soprattutto in questo periodo di inizio stagione, dove sia le moto che le biciclette cominciano a riempire le strade di montagna di tutta Italia. Noi di OmniMoto.it siamo sempre stati superpartes pur rappresentando una delle due fazioni, ci sono pregi e difetti per entrambe le categorie ed è inutile cercare lo scontro. In RAI, invece, hanno avuto un'idea un po' troppo estrema per lo spot sul Giro d'Italia 2016.


Uno spot offensivo?


Lo spot che sta girando in TV ha indignato i motociclsiti, che vengono usati come metro di paragone fra i "guerrieri" della bicilcetta e i piloti "fighetti". Fatica, impegno, sofferenza e gesto atletico del ciclismo, secondo il narratore, rendono il ciclismo "il vero sport a due ruote".
Non sappiamo se tutto ciò è stato voluto per attirare l'attenzione o se si tratta della leggerezza di una produzione che non conosce la storica rivalità fra motore e pedali, e che non ha tenuto conto del fatto che qualcuno si sarebbe potuto offendere. Sta di fatto che in tanti si sono indignati, a partire dal presidente FMI Sesti: "Uno spot che non rende merito a nessuno, ma che soprattutto danneggia l’immagine dei nostri piloti ed appassionati. Una caduta di stile inaspettata, soprattutto dalla RAI".


Si poteva fare in mille altri modi


Difficile dargli torto, soprattutto quando parla di caduta di stile della RAI. C'era davvero bisogno di creare un promo così radicale e offensivo nei confronti di uno sport (il riferimento alla MotoGP è chiaro) che, a parte le due ruote, non ha altro in comune?
Se proprio avessero voluto fare un confronto fra bici e moto, si sarebbe potuta usare l'ironia o meglio ancora accomunare gesti atletici di piloti e ciclisti in onore delle due ruote... c'erano tanti modi di fare questo spot, e la RAI ha scelto quello più sbagliato, che offende una categoria in un contesto che è già abbastanza delicato e che non fa altro che alimentare la stupida battaglia di chi preferisce la moto alla bici o viceversa. 

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