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Palermo, Monreale e il bandito Giuliano: Sicilia in moto!

Un itinerario alla scoperta dei suggestivi dintorni del capoluogo siculo: le strade più panoramiche, cosa vedere e dove fermarsi per una sosta golosa

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Panorami insoliti sulla città, gioielli architettonici. Ma anche il fresco dei boschi, l’azzurro del mare e storie di banditi. Il tutto, in una manciata di chilometri. Questi gli ingredienti di un percorso ad anello piuttosto breve, ma intenso, nei dintorni di Palermo. Un itinerario che, dal mare, raggiunge i suggestivi monti che circondano quest'affascinante città. Come al solito, non mancheranno momenti divertenti alla guida… e anche a tavola!


Da Palermo a Partinico: 70 km circa


Si lascia Palermo percorrendo la Statale 113, attraverso il lungomare Cristoforo Colombo, fino a raggiungere la celebre spiaggia di Mondello. Un passaggio piacevole, a patto di evitare il traffico dei bagnanti nelle ore più caotiche. Dopo un breve tratto nell’entroterra, fino al caratteristico borgo di Sferracavallo (se l’ora è quella giusta per una seconda colazione, fermatevi ad uno dei tanti chioschi di pane e panelle), si torna a costeggiare il mare proseguendo sulla SS 113, fino ai suggestivi bel vedere che spaziano sull’isola delle Femmine. Numerose sono le leggende legate al nome di questo isolotto, con la sua antica torre di avvistamento, che dista appena qualche centinaio di metri dalla costa. Una di queste, narra di una misteriosa prigione per sole donne. Testimonianze di epoca romana, invece, raccontano di una residenza per bellissime fanciulle che venivano date in premio ai vincitori in battaglia. Un consiglio, ritagliatevi un po’ di tempo, parcheggiate la moto, e godetevi un suggestivo bagno nelle acque cristalline antistanti l’isolotto.


Da “Isola delle Femmine” un veloce trasferimento ci porta a Terrasini, che merita una sosta per godere dei meravigliosi panorami offerti dalla sua tormentata costa, oggi riserva naturale, oltre che porta d’accesso al Golfo di Castellammare. Da non perdere i faraglioni e un bagno in una delle splendide cale di Capo Rama. Una su tutte, la magnifica Cala Rossa. Una passeggiata nel centro storico vi permetterà poi di andare alla scoperta del Duomo, dedicato a Maria Santissima delle Grazie e di apprezzare alcuni palazzi storici di rilievo, come Palazzo Cataldi, Palazzo La Grua e Palazzo d’Aumale, sede di un interessante Museo civico.

Torniamo in sella e, percorso qualche chilometro indietro, svoltiamo per Carini all’altezza di Villagrazia di Carini. Questa cittadina, posta su un’altura a 162 metri sul livello del mare, oltre a splendidi panorami, offre interessanti spunti di visita al centro storico, sovrastato dall’imponente castello di epoca normanna. Celebre bastione in cui, nel XV secolo, si consumò il noto episodio dell’uccisione della Baronessa di Carini accusata di infedeltà. Storia narrata spesso dai pupari siciliani nei loro spettacoli (vedi box d’approfondimento in basso sull’opera dei Pupi). Altri monumenti degni di nota sono il Duomo, con l’antistante piazza, caratterizzata da altri edifici religiosi di pregio.

Ma è giunto il momento di tornare in sella per andare alla scoperta del territorio di Montelepre, “regno” del leggendario bandito Salvatore Giuliano (che proprio qui è nato), protagonista – nel bene e nel male – di numerose vicende oscure, tra politica e mafia, a ridosso della seconda guerra mondiale. Ovunque si guardi, dietro il costone di una roccia, tra le pale acuminate di una foresta di fichi d’india, sembra di poter scorgere salvatore Giuliano e i suoi, pronti all’agguato. Lasciata Carini, quindi, si imbocca la SP 40 (conosciuta anche come “strada provinciale del Saraceno”) per godersi questi chilometri evocativi in direzione Partinico.


Da Partinico a Palermo: 65 km circa


Superata Partinico, si seguono le indicazioni per Pioppo, godendo di una piacevole strada, con belle curve, che conduce a Monreale. Adagiata su un’altura con splendida vista sulla cosiddetta Conca d’Oro e su Palermo, Monreale è una delle località più celebri e visitate dell’intera Sicilia. Impossibile sfuggire al rito di una passeggiata tra i suoi vicoli alla scoperta della celebre Cattedrale, autentico gioiello di architettura normanna in Sicilia: all’interno, incredibili mosaici dorati e sublimi giochi di luce tra le navate, mentre una passeggiata tutt’attorno all’edificio, permetterà di scoprire le splendide absidi multicolore, appena oltre il suggestivo arco che collega la chiesa al palazzo reale. Oltre alla Cattedrale, immancabile anche una visita alla collegiata e al chiostro, con l’attiguo giardino del Belvedere (mai nome fu più azzeccato). Per gli amanti dello street-food, le friggitorie sparse nelle viuzze del centro storico rappresentano un irresistibile richiamo peccaminoso, dopo tanta contemplazione mistica.


Prima di far rientro a Palermo, da Monreale, una tappa obbligata è la deviazione a San Martino alle Scale, amena località circondata da pinete verdeggianti, fresca anche d’estate, che si raggiunge attraverso una bellissima strada panoramica da cui (soprattutto al momento di ripercorrerla a ritroso, nel far ritorno a valle) si godono vedute spettacolari su Monreale dall’alto, spaziando fino al mare. Prima di raggiungere San Martino alle Scale, si rimane col naso all’in sù passando sotto al cosiddetto Castellaccio, un monastero del XIII secolo in posizione suggestiva, arroccato su una montagna. Giunti presso il piccolo centro abitato, ci si può ristorare ai tavolinetti di un bar, per poi – magari – concedersi una visita all’abbazia benedettina, fondata, come vorrebbe la tradizione, addirittura da Gregorio Magno nel VI sec, sebbene l’attuale complesso risalga al XIV secolo circa.


Dopo essersi ritemprati in questa oasi verde di pace e tranquillità, è il momento di ripercorrere i piacevolissimi 15 Km circa di panorami in discesa fino a Monreale, per poi lanciarsi nell’altrettanto panoramica e suggestiva planata fino a percorrere corso Calatafimi, che infilza Palermo, dritto come un fuso, raggiungendo il bellissimo palazzo dei normanni.


Approfondimento: l'Opera dei Pupi


Terra d’arte e di antiche tradizioni, la Sicilia. Tra queste, sopravvive ancora oggi la celebre Opera dei Pupi, un teatro di marionette (per l’appunto i pupi) nato dalla tradizione dei cantastorie che narravano, talvolta con rielaborazioni alquanto fantasiose, le vicende di Carlo Magno e dei personaggi che animavano le pagine dei romanzi e dei poemi del ciclo carolingio. Diffusa in tutta la regione, è possibile assistere all’Opera dei Pupi – riconosciuta nel 2008 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO – in occasione di eventi culturali, feste di piazza o durante coinvolgenti rappresentazioni teatrali.


Le meraviglie di Palermo


Inutile dilungarsi sulle innumerevoli occasioni di visita offerte da una città ricolma di meraviglie come Palermo. Dalla Cattedrale al palazzo dei Normanni, passando per la chiesa della Martorana non basterebbe un’enciclopedia. Meglio quindi limitarsi a fornire qualche “dritta” davvero imperdibile, come le catacombe dei frati cappuccini, nella cripta della chiesa di via Pindemonte nel quartiere Cuba. Un cimitero sotterraneo, all’interno di cunicoli realizzati nel 500, che raccoglie circa 8.000 salme mummificate, perfettamente conservate e vestite di tutto punto. Uno spettacolo un po’ macabro ma incredibilmente suggestivo davvero unico al mondo. Anche la sorprendente fontana monumentale di Piazza Pretoria merita sicuramente una visita. Vietato, in ogni caso, lasciare la città senza una passeggiata al pittoresco mercato della Vucciria (dove non farsi scappare un tradizionale panino ca’ meusa, milza e polmone di vitello, in versione “schetta” o “maritata”). In generale, sarebbe un abomino lasciare Palermo senza aver approfondito la conoscenza di cannoli, cassate, sfinci, pasta con le sarde, arancine e chi più ne ha più ne metta. Incredibile la qualità media, che rende difficile fornire indicazioni puntuali sui posti migliori. Giusto un paio di indirizzi al volo. Per i dolci: Pasticceria Costa (Via Gabriele D’Annunzio), Antico caffè Spinnato (Via Principe di Belmonte) e pasticceria Oscar (via Mariano Migliaccio). Per il salato, trovate indicazioni più in basso, nell’apposita sezione.


Dove mangiare


Nel borgo di pescatori di Isola delle Femmine, antistante l’isola, da non perdere l’Antica Panelleria in via Roma. Panelle e crocché da album di ricordi.
A Palermo, sempre in tema di street-food, da non perdere la panineria friggitoria Chiluzzo, in piazza della Kalsa. Ma anche Nni Franco U’ Vastiddaru a Corso Vittorio Emanuele non è da meno. Nei pressi del Teatro Massimo, la Pasticceria Amato (Via Favara 14-16) non è solo una pasticceria strepitosa dove mangiare squisiti cannoli over the top, ma anche gastronomia e piatti caldi di grande soddisfazione con un imbattibile rapporto qualità/prezzo.
Per un panino ca’ meusa fuori dal comune, il celebre Nino u Ballerinu (Corso Finocchiaro Aprile, Palermo) ve lo preparerà addirittura ballando.

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