Sangue sull’asfalto: Comuni nel mirino

I dati Istat 2014 non lasciano spazio a dubbi: gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (escluse le autostrade), dove si sono registrati 4,63 decessi ogni 100 incidenti. Le vittime sono state invece 1,13 ogni 100 incidenti sulle strade urbane e 3,14 sulle autostrade. Il numero dei morti diminuisce su autostrade e strade extraurbane (-10,6% e -3,8% sull’anno precedente), aumenta, invece, sulle strade urbane (+5,4%). Insomma, Comuni nel mirino: proprio contro di loro si punta il dito per il gravissimo problema dei morti sulle strade.

L’Aci attacca

“I dati dimostrano l’urgenza di garantire l’utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano - dichiara il presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani - con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. L’Aci presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre”.

Altra figuraccia?

A partire dal 2011, è stata inaugurata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dalla Commissione europea la nuova decade di iniziative per la Sicurezza stradale 2011-2020. L’obiettivo fissato per il 2020 consiste nell’ulteriore dimezzamento, a partire dal 2010, dei morti sulle strade in Europa e nel mondo. Anche a causa dei Comuni, difficilmente ce la faremo. Attenzione: già fra il 2011 e il 2010 l’Italia ha fatto flop, non centrando l’obiettivo. È forse il caso di inserire nel Codice della strada un piccolo cavillo: una norma che imponga ai Comuni di rendicontare sugli introiti delle multe, per capire se e quanto viene investito in sicurezza stradale...