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Autovelox illegittimi? La Corte Costituzionale deciderà

La questione della taratura al vaglio dei giudici: rischio annullamento per migliaia di verbali?

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Hanno voglia i Comuni di riempirsi la bocca con paroloni come “sicurezza stradale” e “riduzione dei sinistri”; in realtà, come sanno anche le pietre, troppo spesso gli autovelox servono solo a fare cassa. Per la cronaca i Comuni viaggiano al ritmo di 1,8 miliardi di euro l’anno in multe. Ed ecco che il problema esplode ancora in tutta la sua crudezza: gli autovelox necessitano della taratura periodica per garantire la correttezza delle rilevazioni?


Questione delicatissima


Il gioco è semplice: fai una taratura dell’autovelox una volta, alla nascita, e dai per scontato che per tutta la vita l’autovelox sia tarato. Sì, e chi garantisce che dopo qualche settimana l’autovelox non si stari? Chi mi dice che l’autovelox rilevi una velocità di 85 km/h, mentre andavi a 70 km/h? Sul punto, come denuncia lo Sportello dei Diritti, arriva una conferma che ha del clamoroso: un’ordinanza della seconda sezione civile della Cassazione rimette al vaglio della Corte Costituzionale la questione sulla legittimità dell’esenzione dalla periodica taratura per gli autovelox. Lo dice, infatti, chiaro e tondo l’ordinanza interlocutoria numero 17766, depositata il 7 agosto. Gli ermellini sollevano d’ufficio la questione di legittimità della norma di cui all’articolo 45 del decreto 285/1992 (Codice della Strada), in riferimento all’articolo 3 della Costituzione. Nella parte in cui non prevede che le apparecchiature rilevatrici delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a periodiche verifiche. La Cassazione quindi trasmette gli atti alla Corte costituzionale.


L’origine del guaio


Tutto nasce dal ricorso di due cittadini (da applaudire, per il lavoro svolto, a beneficio della collettività…) rispettivamente conduttrice e proprietario di un’automobile, che si erano visti dire no per i precedenti ricorsi innanzi al Giudice di Pace di Mondovì, il quale aveva respinto l'opposizione a un ordinanza di rigetto del prefetto di Cuneo. Che a sua volta aveva rigettato un ricorso amministrativo avverso un verbale della polizia stradale per aver violato l’articolo 142 del Codice della strada elevato: eccesso di velocità rilevato con autovelox. Anche il successivo appello innanzi al Tribunale di Torino aveva negato le istanze dei due ricorrenti. Ma questi due signori, con tenacia, hanno deciso di adire la Cassazione forti della convinzione circa l'illegittimità dell'originaria multa.
I giudici di legittimità con precedenti decisioni hanno ritenuto che gli autovelox non devono essere sottoposte alla procedura di taratura. Anche la Corte costituzionale si è pronunciata in passato sulla questione (sentenza 277/2007): “solo per erronea individuazione da parte del giudice rimettente del termine di comparazione”. Adesso, si gioca una seconda partita.


Per ora, le conseguenze...


Secondo lo Sportello dei Diritti, in primo luogo, coloro che hanno proposto ricorso o lo proporranno in materia di autovelox, potranno chiedere al Giudice di Pace in primo grado, o al Tribunale in caso di appello, che sospenda la causa e gli effetti connessi al verbale (pagamento della sanzione e sanzioni accessorie), in attesa della definitiva decisione della Consulta. Ciò comporterà l'ovvia conseguenza che nelle more - ossia in attesa della sentenza - potrà essere sospeso l’obbligo del pagamento delle sanzioni pecuniarie e di quelle accessorie come la decurtazione dei punti e soprattutto la sospensione della patente di guida. Ma la conseguenza più importante nel caso in cui la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la norma, sta nel fatto che la maggior parte - se non tutti - i verbali effettuati con le apparecchiature per la rilevazione elettronica della velocità dovranno essere considerati nulli. I Comuni tremano.

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