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WSBK 2013: intervista con Andrea Buzzoni

Il General Manager del Team BMW Motorrad: "Abbiamo tutte le risorse tecnologiche per vincere!"

Moto - News: WSBK 2013: intervista con Andrea Buzzoni

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Nei giorni scorsi siamo volati a Monaco di Baviera per presenziare alla conferenza stampa di lancio del BMW Motorrad GoldBet SBK Team. Come ormai tutti dovrebbero sapere, il progetto Superbike di BMW nel 2013 ha cambiato radicalmente faccia: uscita di scena la struttura cui BMW Germany si era appoggiata in questi anni, è la squadra italiana a raccoglierne il testimone divenendo ufficiale al 100%.
A capo del Team c'è quindi una personalità ben nota ai motociclisti italiani, visto che parliamo di Andrea Buzzoni, direttore della divisione moto di BMW Italia e, fin dal 2010, promotore dell’attività sportiva della filiale italiana della casa dell’Elica. Come sempre, Buzzoni si è reso disponibile per un rapido scambio di battute sulla stagione in arrivo.

Dott. Buzzoni, ci ritroviamo in questo contesto per il quarto anno consecutivo. BMW Italia è diventata una solida realtà anche nel panorama delle competizioni e viene oggi insignita dei galloni di squadra ufficiale BMW. Cosa cambia? Quali armi in più avrete da giocare?
"Direi che basta una definizione che è l’essere diventati Factory Team. Di conseguenza abbiamo accesso a tutte le risorse tecnologiche del Gruppo BMW. L’assetto operativo vedrà BMW Italia responsabile della parte racing, mentre Monaco ci supporterà con l’R&D del Motorsport con tutta la parte di motore ed elettronica che è quella più importante dal punto di vista tecnologico".

Di fatto, però, adesso ci saranno solo due moto in pista anziché quattro. Questo non potrebbe comportare che avere una minor quantità di dati da studiare e confrontare possa essere svantaggioso per la crescita della moto?
"Non credo, perché in realtà ora stiamo facendo una quantità di test superiore al passato, e quindi sicuramente non ci mancano i dati da analizzare. Negli ultimi test abbiamo già avuto riscontri positivi in confronto alle performance del 2012, ma abbiamo dei margini di miglioramento che vogliamo sfruttare nei prossimi quattro giorni di test che ci aspettano tra poco in Australia".

Se dovesse identificare cosa è mancato lo scorso anno a BMW per la conquista del titolo, su cosa punterebbe il dito?
"Beh, lo sport è bello perché non è lineare nei risultati che porta, perché i fattori che li influenzano sono tanti, da quelli umani a quelli tecnici alle circostanze. Nel nostro caso c’è stata sicuramente un po’ di sfortuna, però siamo fiduciosi per il 2013".

Non facciamo pronostici allora, però una domanda ci viene: è meglio vincere un mondiale da ufficiali al 100% o da semi-ufficiali?
"Diciamo che è meglio vincere un mondiale, punto!"

Marco Melandri è una sicurezza, un pilota maturo e veloce in ogni situazione. Gli affiancate Chaz Davies, un giovane con la faccia da bravo ragazzo, ma che in pista ha una grinta fuori dal comune. La sua opinione?
"Chaz è un ragazzo in gambissima; ha un aspetto molto cool, molto pacato, ma in realtà è un pilota velocissimo e soprattutto è uno mentalmente veloce. Secondo me ha un talento che potrebbe rappresentare il futuro della Superbike, già lo scorso anno ha mostrato dei risultati molto consistenti e quest’anno per la prima volta ha attorno a sé la forza e la professionalità di una squadra ufficiale e quindi sono molto fiducioso che verrà fuori. Ad ogni test che facciamo Chaz cresce, anche grazie al fatto che è molto metodico, e cresce passo dopo passo con costanza senza fare grossi exploit. Ciò gli permetterà però di raggiungere sì dei livelli di eccellenza ma soprattutto di mantenerli nel tempo, ed è proprio ciò che gli auguro di fare nel più breve tempo possibile".

BMW Italia, però non dimentica di aver vinto per due volte la Coppa FIM Superstock e quest’anno porta in squadra, accanto al Campione in carica Sylvain Barrier un giovane che in Europa è ancora sconosciuto: Greg Gildenhuys. Andrea, può dirci qualcosa in più su Greg?
"Greg arriva dal Sudafrica, dove ha vinto per tre anni di fila il Campionato Nazionale sudafricano. Lo abbiamo scelto perché lo scorso anno a Magny Cours è venuto a fare una wild card con noi, entrando in un team per lui nuovo, con una moto diversa da quella con cui corre in sudafrica e su una pista mai vista. Beh, dopo il primo turno di qualifiche era quarto e per tutto il weekend ha mostrato un gran talento. Il Team è molto contento e per noi è un po’ una scommessa, ma siamo sicuri che farà bene".

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