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Incidente: il "ritorno" dell'Omicidio volontario

Più persone rischiano fino a 30 anni di carcere

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Dimenticate il semplice tamponamento per distrazione; qui parliamo di più reati che si sommano, e sfociano in un sinistro mortale. Infatti, come racconta il Gazzettino, una tragedia stradale verrà giudicata dalla Corte d’assise, perché c’è l’accusa di delitto volontario nell’uccisione di Goffredo Macolino, pensionato 76enne, che attraversava la strada sulle strisce pedonali il pomeriggio del 28 marzo 2012 in via Tirana a Padova.

L’imputazione del Pubblico Ministero Benedetto Roberti ha retto in udienza preliminare. Il Giudice Cristina Cavaggion ha rinviato a giudizio sei imputati (5 romeni e una donna italiana), che compariranno il 21 febbraio 2013 davanti ai giudici della Corte d’assise. Rischiano fino a 30 anni di carcere, per un mix di omicidio volontario e guida senza aver conseguito la patente (per il conducente), ricettazione, favoreggiamento personale, procurato allarme per il resto della "banda".

Il guidatore romeno ha ricostruito la tragedia con il Pubblico Ministero Roberti: si è trovato in contromano in via Tirana perché andava così veloce da non riuscire a imboccare la traversa precedente; sulle strisce pedonali, ha travolto e ucciso Macolino, ha impattato contro le vetture che stavano transitando ed è fuggito a piedi.

Il fatto è che il reato di Omicidio volontario non è mai stato inserito nel nostro Codice Penale, nonostante se ne sia parlato per mesi, specie col Governo Monti: per casi come quello su, si applica generalmente l’Omicidio colposo, ossia dovuto a imprudenza. Per fortuna, qualche Pubblico Ministero, qualche giudice, e talvolta la Cassazione si spingono più in là sempre più spesso: speriamo che il legislatore raccolga il messaggio.


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