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Dakar 2013: le premiazioni - FOTO e VIDEO

Despres: "E' tutto reale!". Il "Best of Bike", quante emozioni...

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Inziamo... dalla fine: la Dakar 2013, l’ha vinta il "solito" nome, Cyril Despres. Una vittoria strameritata quella del francese della KTM, nulla da dire, ma tra gli appassionati, quando appaiono le due nuvolette, una alla sinistra con l’angioletto, ed una alla destra con il diavoletto, quella del "cattivo" ha sempre la voce più forte, e ti dice: "Despres è stato bravissimo, ma se avesse corso anche Marc Coma?". Chiacchiere da bar... (forse), un po’ come il cambio del motore alla moto di Francisco "Chaleco" Lopez (aveva problemi al cambio) avvenuto proprio alla vigilia dell’ultima speciale, costatogli 15 minuti di penalità, dando così quella "tranquillità psicologica" al rider francese.

Ad ogni modo, pochi ca... voli, l’ufficiale della KTM ha vinto, mettendo in bacheca per la quinta volta la statuetta della Dakar, il rally più duro al Mondo. E’ stato bravo, lui è un pilota completo. E’ veloce quando c’è da dare gas, è un calcolatore quando bisogna stare dietro e "farsi tirare", sa navigare nel deserto quando molti sbagliano, e soprattutto, sa sempre il fatto suo. Qualcuno ha dubbi su questo? Cyril vince dunque la 35esima Dakar e tutti, noi compresi, non possiamo fare altro che toglierci il cappello e inchinarci davanti al Re francese.

Dietro a Cyril Despres, troviamo Ruben Faria, autore di un rally eccezionale. Meno di undici minuti il ritardo del portoghese. Ha vinto solo l’ultima tappa, ma è stato costante, dimostrando a tutti che questa può essere un’ottima tecnica per andare lontano. Ricordiamo, tra l’altro, che ha iniziato e finito la gara con un solo motore! In terza posizione, meritatissima, troviamo Francisco "Chaleco" Lopez. Il cileno, sulla KTM, ha ritrovato la sua forma con la moto austriaca. Ha messo in tasca quattro speciali, e non abbiamo paura a proporre a KTM di portarselo in squadra per l’anno prossimo. Meno di 19 minuti il distacco da Despres, c’è da riflettere.

Quarta posizione per lo slovacco Ivan Jakes, che ha rotto... le ossa a diversi piloti ufficiali. E chi se lo aspettava un risultato simile? Forse nemmeno lui. Come Faria, è stato molto costante e guarda caso, anche lui non ha cambiato propulsore. Quinto, Juan Pedrero Garcia. L’aveva dichiarato prima del rally: "credo che sia arrivato il mio turno". Beh, alla faccia della modestia, ha ottenuto un’ottima posizione! Prima di "chiudere" la Top6 però, dobbiamo fare una breve riflessione. Qual è stata la miglior marca quest’anno? Rileggete le posizioni e se conoscete con cosa hanno corso i piloti avete la risposta. Ok, non ci giriamo intorno, KTM! L’anno scorso si era "infilata" una Yamaha in mezzo (quella di Helder Rodrigues), ma quest’anno non c’è stato nulla da fare... Tornando alla classifica, la sesta posizione se l’è conquistata, sudando non poco, Olivier Pain. Il francese della Yamaha è stato in testa al rally più volte, ma poi ha dovuto cedere il passo.

Settima posizione... Helder Rodrigues. Abbiamo messo volutamente i puntini di sospensione, perchè sinceramente quest’anno, il portoghese ha deluso, e non poco. Squadra ufficiale, quella della Honda HRC. Esperienza da vendere. Risultato per le sue possibilità... abbastanza pessimo. La cosa bella è che il compagno di squadra, Javier Pizzolito, ha chiuso dietro di lui a soli 15 minuti di differenza! A proposito del brasiliano, ha effettuato un’ottima gara e per lui, l’ottavo posto non è certo poco! Nono, Franz Verhoeven, per l’olandese della Yamaha ci si può stare, si è dimostrato uno dei migliori rider per la Casa dei Tre Diapason. Paulo Goncalves, ufficiale Husqvarna by Speedbrain: che dire, non è andato male, alla fine è stato il migliore della squadra ufficiale.

Hanno un po’ deluso i risultati di Pal Ullevalseter e Joan Barreda Bort. Il primo l’anno scorso chiuse sesto e vinse l’ultima tappa il 15 gennaio, quest’anno non ha fatto di più: sedicesimo. Barreda Bort, invece, ha chiuso diciassettesimo. Da lui ci si aspettava il podio, ma la sua Husqvarna non si è dimostrata affidabile e l’ha lasciato a piedi durante una speciale. Un peccato... Kurt Caselli ha chiuso 31esimo, ma ha vinto due tappe, onore all’americano, ma se quella moto l’avesse avuta Lopez... Farres Guell, 69esimo. Già, nel 2012 chiuse settimo... Sfortuna nera poi, per David Casteu che ha preso una mucca in pieno e per David Fretignè, che ha rotto il motore in speciale.

I nostri? Alessandro Botturi ha commesso un errore che gli è stato fatale, saltare un waypoint, ovvero, un’ora di penalità. E non è nemmeno arrivato, perchè il motore, cambiato la sera prima, si è rotto durante la speciale... Era nuovo il propulsore dell’Husqvarna, possibile? Il migliore dei nostri dunque, è stato Alex Zanotti! 72esimo, che però ha sofferto con la sua TM, problemi "di gioventù" per una moto nuova che solo dopo che i tecnici ci hanno pesantemente messo mano nel "Rest Day" è iniziata ad andare bene (problemi alla pompa della benzina N.d.R.). Un vero peccato, quest’anno tutti lo vedevano come un pilota con la Top20 alla portata. 86esimo posto per Manuel Lucchese e la sua TM, che dopo la sfortuna dell’anno scorso, vede il pilota veneto arrivare con il sorriso sulle labbra. 97esimo posto per Fabio Mauri, miglior pilota della Franco Picco Racing. Il 49enne non può che esser felice dell’arrivo a Santiago! Infine, abbiamo la coppia Lorenzo Napodano/Stefano Rampolla: il loro sogno, fare la Dakar, è diventato realtà!

Cyril Despres: "Sono andato per vincere, con tutte le sorprese che la Dakar può ‘darti’. Ho fatto qualche errore di navigazione, ma meno di altri. Ho preso cura della moto ed il team è il migliore. Alla fine, ho buone ragioni per essere felice. Il giorno che vinci la Dakar, tutto diventa facile, non ti interessa altro. Ma questo sembra lontano all’inizio, è troppo lunga, è troppo difficile, fa troppo caldo. Fa anche troppo freddo. Ti devi svegliare prestissimo la mattina. Devi trovare la giusta direzione tra le dune del Perù e del Cile. Devi affrontare le rocce vicino Còrdoba. E’ quasi impossibile vincere. Sono sempre focalizzato su ciò che devo fare, noi andiamo contro il deserto. Poi ci sono le pietre, le Ande... e abbiamo passato questa esperienza. E’ tutto reale".

Ruben Faria: "Alla 13esima tappa avevo perso la seconda posizione e pensavo che già essere sul podio sarebbe stato fantastico per me: essere vicino a Cyril Despres... e mai mi sarei immaginato che avrei potuto finire secondo. Non è possibile che sia vero!".

E mentre i granelli del deserto tornano al loro posto spostati dal vento... e ricordiamo Thomas Bourgin, noi vi diamo appuntamento con la Dakar all’anno prossimo. Ma prima, godetevi le immagini realizzate dalla ASO, il "Best of Bike" (sotto). Sulla colonna di destra trovate tutte le gallery, e appena la stessa ASO ci manderà le foto della premiazione, le integreremo.

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