La portata della crisi che investe l’Italia emerge anche dai dati della rete viaria strategica del Paese. Dal 2003, anno in cui le vendite di carburante in autostrada erano pari a 4,232 miliardi di litri, nel 2011 sono precipitate a 3,035 miliardi di litri, con un crollo di 28 punti percentuali. Ma secondo le dinamiche del primo quadrimestre di quest’anno, calcolando una flessione più severa di quella della rete ordinaria, e cioè non del 10 ma del 15%, il 2012 rischia di marcare un ulteriore collasso di mezzo miliardo di litri. Sono i numeri snocciolati con amarezza da Stefano Canatarelli, Presidente di Anisa Confcommercio (gestori benzina autostradali).
Da marzo 2011, si è delineata una flessione che però non ha mai superato fino a ottobre un punto percentuale, andando di poco oltre nel bimestre di novembre e dicembre. Tuttavia, da gennaio 2012 si sta andando a capofitto: le statistiche Aiscat (riunisce le concessionarie autostradali) riportano una perdita di oltre il 6 % a gennaio e superiore al 10% nel bimestre gennaio-febbraio. Il traffico dei veicoli leggeri (fra cui le moto) a marcare il risultato peggiore: in lieve flessione sin dal dicembre 2010, nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno è crollato di 6 ed 11 punti percentuali (11% sul bimestre intero), mentre il traffico dei veicoli pesanti (stazionario o in crescita da marzo 2010 anovembre 2011) a gennaio è caduto di 7,5 punti percentuali e di 8 sul bimestre intero di gennaio-febbraio.
Le previsioni sono nere. "Se in autostrada si è perso il 28% delle vendite in anni in cui il traffico lievitava o si manteneva costante - dice Cantarelli -, non so immaginare cosa potrà ancora succedere dal momento che anche questa variabile è ora entrata pesantemente in gioco". Ma quali sono le possibili soluzioni? Secondo Cantarelli, "serve intervenire sulla rete in termini di razionalizzazione e ristrutturazione". Il sindacato è contro l’apertura di nuovi impianti: "Una circostanza che genererebbe ulteriore frammentazione di mercato e incremento di costi, e del tutto ingiustificabile nel contesto che abbiamo davanti". Al contrario, per Cantarelli, "ci sarebbe da metter mano a dismissioni di impianti che ormai sono di una marginalità tale da non giustificarne la sussistenza".