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Moto: due paroline sui numeri

Contro la strumentalizzazione anti-moto

Moto - News: Moto: due paroline sui numeri

I recenti dati Istat sugli incidenti delle moto sono stati più strumentalizzati del solito. Nel 2010, i sinistri che hanno causato lesioni a persone e in cui è stato coinvolto un ciclomotore o un motociclo sono stati 71.108, causando il decesso di 1.244 persone e il ferimento di 84.548. E siccome il 34% del totale degli incidenti considerati vede coinvolto un veicolo a due ruote, si grida allo scandalo: gli scooter sono pericolosissimi, i centauri non sanno guidare, e così via. Inoltre, una vittima della strada su tre perde la vita in un incidente in cui è stato coinvolto un motoveicolo. L'indice di mortalità per i veicoli a due ruote sulle strade extraurbane è di 7,1 per 100 incidenti; sulle strade urbane, invece, è di 1,1 morti per 100 sinistri.

Si sottolinea da più parti che, rispetto al 2001, l'Italia ha registrato una diminuzione del numero di morti del 42% negli incidenti, mentre il Libro bianco dell'Unione Europea prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010. Sottintendendo che gran parte della colpa sia delle moto.

Secondo l’Istat, l’analisi delle circostanze accertate o presunte di causa di incidente che coinvolge almeno una moto mette in evidenza come, nell’ambito dei comportamenti errati, la guida distratta, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto delle regole di precedenza sono le prime tre cause di incidente. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 47,6% dei casi.

Peccato però che su diversi mass media vengano dimenticati due aspetti fondamentali. Primo: tra il 2006 e il 2010, gli incidenti stradali di moto sono diminuiti del 18,6%, e anche il numero dei morti risulta in calo (-23%). Nello stesso quinquennio, i sinistri nel complesso sono diminuiti in percentuale minore (-11,2%). Secondo: qui siamo di fronte a un mezzo miracolo, visto che le condizioni delle nostre strade urlano vendetta. Al di là dei guard rail ghigliottina, delle voragini in città, c’è uno studio della Confcommercio, secondo cui il gap infrastrutturale rispetto alla Germania, negli ultimi dieci anni, ha fatto perdere all'Italia 142 miliardi di Pil; 50 miliardi è, invece, la perdita di ricchezza nel solo 2010 dovuta al divario infrastrutturale esistente fra le aree del nostro Paese. Inoltre, a oggi risultano ancora incompiute ben 27 opere infrastrutturali, alcune risalenti addirittura a 50 anni fa, per un valore di 31 miliardi di euro.

Sempre stando a Confcommecio, le nostre città sono sempre più congestionate: la velocità media all'interno dei maggiori centri urbani è di appena 15 km/h per scendere addirittura a 7-8 km/h nelle ore di punta, quella di fine '700. È colpa delle moto se le strade sono pericolose a causa del traffico?

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