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Vendita Ducati a Audi: più di una chiacchiera

Trapela qualche notizia, entro Aprile la verità

Moto - News: Vendita Ducati a Audi: più di una chiacchiera
Ducati continua a far parlare di sé non solo per i tempi in pista di Rossi e Hayden che stanno fortunatamente scendendo, ma anche per l’ipotizzata vendita del marchio italiano a un gruppo straniero.
Fin da quando Bonomi dichiarò al Financial Times l’intenzione di vendere, partirono le ipotesi più disparate, ma tra esse quella che si è fatta strada più prepotentemente è quella in cui sia Audi ad aprire il borsellino e scendere nella Motor Valley a fare spese.

750 MILIONI

Quando trapelarono le prime indiscrezioni sull’interesse di Audi nell’acquisto del pacchetto azionario di maggioranza, detenuto da Investindustrial, preferimmo tenere un approccio terzo in attesa di indagare un po’ più a fondo.
Nel frattempo, quindi, ci siamo messi in caccia di informazioni, spaziando, ovviamente, dalle aziende interessate, agli analisti finanziari, alle grandi banche. Beh, la conseguenza più che ovvia è che le bocche sono cucite dappertutto, ma è anche vero che tutti gli "insider" che abbiamo interpellato, sanno, sono informati, ma nessuno è in grado di confermare.
A questo punto iniziamo a pensare che quando da più parti ci dicono che c’è un fondamento di verità, ma nessuno smentisce, allora qualcosa che bolle in pentola c’è sul serio.
Potrebbero quindi essere veritiere le informazioni diramate nelle scorse settimane su un ipotetico diritto di prelazione che legherebbe già Audi a Ducati, e potrebbe anche essere realistica la cifra di 750 Milioni di euro, dichiarata dal Corriere di Bologna.

Del resto, non bisogna essere dei geni della finanza per comprendere che 750 milioni sarebbero un grossissimo affare per Investindustrial, che in soli sette anni avrebbe centrato l’obiettivo del raddoppio dell’investimento.
Insomma, se Bonomi non è sciocco (e sappiamo che non lo è), ed ha un minimo a cuore le sorti del marchio di punta dell’Italian Style, ci penserà sicuramente due volte prima di rifiutare una proposta concreta da parte di un investitore europeo. Non dimentichiamo, infatti, che fino ad oggi tutti gli investitori dell’Est che hanno messo mano su marchi Italiani (o ci hanno provato…) hanno solo combinato dei pasticci…
Chiudiamo con una domanda ai Ducatisti: meglio un "padrone" interessato solo a fare utili, o uno che abbia i motori nel sangue?


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