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Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2011

Ciclisti e pedoni protagonisti del quarto rapporto Dekra sulla sicurezza stradale

Moto - News: Rapporto DEKRA sulla sicurezza stradale 2011

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Lo scorso 30 novembre si è tenuta a Roma la terza edizione della "Serata Parlamentare Dekra" per la sicurezza stradale, durante la quale sono stati presentati i risultati del quarto rapporto sulla Sicurezza Stradale stilato dall’ente certificatore tedesco. Le passate edizioni, dal 2008 al 2010, avevano centralizzato l’attenzione del rapporto prima sulle autovetture, poi sui mezzi pesanti e in seguito sulle moto. L’edizione 2011 del rapporto Dekra abbraccia invece le tematiche e le casistiche di incidentalità legate alle sicurezza di ciclisti e pedoni e cioè dei cosiddetti "utenti deboli" della strada. Considerato quindi che spesso i problemi di ciclisti e pedoni sono facilmente riconducibili a quelli degli utenti motociclisti, diamo spazio ai risultati di DEKRA sulla nostra testata.

OmniMoto.it ha partecipato alla serata parlamentare indetta da Dekra, un’ottima occasione per incontrare non solo i vertici di Dekra Italia, rappresentati da Marco Mauri, direttore della filiale italiana e Andrea Da Lisca, direttore marketing, ma anche per capire come queste iniziative riescano a coinvolgere istituzioni e governo.
Per le prime, infatti, erano presenti Pier Francesco Caliari, Direttore Generale di Confindustria ANCMA ed EICMA e Piero Nigrelli, Direttore settore Bicicletta di ANCMA, mentre i politici sono stati rappresentati dall’on. Silvia Velo del PD, Vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.

CICLISTI E PEDONI: STRATEGIE E POLITICHE DI PREVENZIONE
L’apertura di serata spetta a Marco Mauri di DEKRA che pone subito in evidenza il fatto che l’obiettivo della Carta Europea della Sicurezza Stradale di dimezzare il numero di morti sulle strade non è stato raggiunto, anche se le statistiche mostrano comunque dei dati positivi. Un dato più che certo, sottolineato da Mauri, è che in futuro, specie nelle aree urbane, aumenteranno notevolmente le persone che saranno costrette a lasciare a casa l’auto per gli spostamenti brevi, e quindi entreranno giocoforza a far parte dell’anello debole della catena.

Scendendo un po’ nel dettaglio dei dati che ci vengono illustrati da Andrea Da Lisca, si scopre subito l’importanza dei rapporti annuali stilati da DEKRA, in quanto hanno influenza sulle istituzioni e sulle case. Giusto per citare un esempio, a seguito della presentazione nel 2009 del rapporto inerente i veicoli pesanti, sono state introdotte importanti misure di sicurezza come l’ESP obbligatorio sui Tir.
Analizzando i dati provenienti da 23 paesi europei, si scopre che il 6,6% dei morti sulle nostre strade sono ciclisti e che il 20,5 % sono pedoni; scendendo nel dettaglio, si scopre che in Italia la percentuale di pedoni uccisi in incidenti stradali è del 13,7% sul totale e che quelle dei ciclisti è del 6,1%, quindi in media con il resto d’Europa. L’unico dato positivo, ha sottolineato Da Lisca, è che il numero dei decessi tra i pedoni è calato dal 2001 al 2008 di una percentuale oltre il 36 %, e ciò fa ben sperare per il futuro.

PEDONI: A RISCHIO BAMBINI E ANZIANI
I dati del Rapporto DEKRA evidenziano che le fasce maggiormente a rischio tra i pedoni sono quelle dei bambini tra i 6 e i 14 anni e quella degli over 65 anni.
Per i primi i principali fattori di rischio sono i comportamenti errati come l’attraversare la strada senza prestare attenzione, il comparire all’improvviso dietro ad ostacoli e il giocare sulla carreggiata. Per gli "anziani" invece, la principale causa di morte è la disattenzione nell’attraversare la strada.
Gli incidenti in cui è maggiore la probabilità in cui i pedoni siano coinvolti avvengono per lo più (24,8 %) ai semafori, seguiti dagli attraversamenti sulle strisce pedonali (17,4 %) e, a sorpresa, in corrispondenza delle pensiline delle fermate dei mezzi pubblici. Ciò perché di solito il lato sinistro delle pensiline sempre coperto da pubblicità impedisce alle controparti la vicendevole visuale.
Tra gli altri fattori di rischio che riguardano i pedoni sono la scarsa visibilità in condizioni di controluce o di notte. Nella maggior parte dei casi, infatti, il pedone di notte diventa visibile all’automobilista quando la sua distanza è inferiore ai 20 metri.

CICLISTI: IL RISCHIO E’ IN CITTA’
L’analisi dei dati sull’incidentalità per i ciclisti dimostra come il luogo più a rischio per chi usa i pedali è la città. La media europea riporta i centri urbani come il luogo dove si verificano il 60% dei decessi di ciclisti e l’Italia è in media con il 63,2%.
Situazione peggiore nei paesi dove in città si usa molto di più la bicicletta, come Finlandia e Romania (oltre il 74% di morti in città), e migliore dove la cultura delle piste ciclabili è sviluppata da tempo come Francia e Belgio (sotto al 50%).
Dall’analisi dei dati si scopre che la maggior parte degli incidenti che coinvolgono i ciclisti hanno come controparte una automobile. Al secondo posto troviamo incidenti nei quali il ciclista cade da solo, e al terzo posto c’è lo scontro con un veicolo pesante.
L’analisi dei comportamenti errati dimostra che la principale causa di incidente è l’errato utilizzo della strada, seguito dalle manovre di svolta, inversione, partenza e immissione in carreggiata e mancata precedenza. Le due situazioni di maggior pericolo per i ciclisti in città sono l’apertura repentina delle portiere delle auto e la svolta a destra dei veicoli pesanti.

LE RICHIESTE DI DEKRA

Le richieste della DEKRA in merito agli utenti deboli della strada sono di una maggior diffusione della cultura della sicurezza, perché ancora oggi la causa principale di tutti gli incidenti stradali è l’errore umano. Le proposte sono di maggior sensibilità alla prudenza, l’incremento dell’uso del casco per i ciclisti, l’uso di indumenti a forte contrasto con elementi riflettenti, l’installazione di dispositivi di illuminazione attiva e passiva per le bici e l’istituzione di controlli tecnici regolari. Relativamente alle controparti, la DEKRA sostiene la necessità di incentivare la diffusione di sistemi avanzati di assistenza alla guida (fanali più efficienti di notte, sistemi di prevenzione radar etc.) e di promuovere ulteriormente la tecnologia dell’auto sicura anche nei confronti dei pedoni.
In merito ai veicoli pesanti, DEKRA propone la diffusione dell’uso dei nuovi specchi retrovisori in grado di identificare meglio un ciclista nell’angolo morto e, soprattutto la realizzazione di piazzole di regolazione degli specchietti, visto che i camionisti spesso non hanno i riferimenti corretti per registrare lo specchio destro.
Oltre allo sviluppo di infrastrutture stradali apposite per la circolazione dei ciclisti e dei pedoni (marciapiedi avanzati e privi di ostacoli visivi, piste ciclabili lontane da autobus e tram etc.), la DEKRA vede come fondamentale per la sicurezza l’armonizzazione delle norme stradali, poiché ancora oggi vigono codici della strada molto diversi tra loro.

LA PAROLA DELLA COMMISSIONE TRASPORTI

Al termine della presentazione DEKRA, la parola è passata all’Onorevole Silvia Velo, Vicepresidente alla commissione Trasporti della Camera. L’On. Velo ha esposto come la commissione trasporti abbia lavorato durante la legislatura Berlusconi con molte proposte, di cui la più importante è stata la revisione del codice della strada con l’inasprimento delle pene nei confronti dei comportamenti a maggior rischio. La commissione ha poi lavorato per salvaguardare gli utenti più deboli della strada con la riformulazione dell’articolo 191 del CdS in tema di attraversamenti pedonali.
L’opinione dell’Onorevole Velo, è che la nuova Carta Europea sulla Sicurezza stradale 2010/2020 ha posto degli obiettivi molto ambiziosi e che, per raggiungerli, sarà necessaria una generale rivisitazione del codice attuale, già proposta con una legge delega al governo. Ma soprattutto, secondo l’Onorevole del PD, se è vero come è vero che gli incidenti stradali non sono solo degli eventi fortuiti ma hanno delle colpe riconducibili a comportamenti scorretti, allora è importantissima l’educazione stradale dei conducenti.

ANCMA: L’INFRASTRUTTURA VA RIPENSATA
La parola passa quindi a Pier Francesco Caliari che riporta l’opinione di Confindustria ANCMA. Partendo da un dato che riguarda le moto, e quindi è indicativo anche per gli altri utenti deboli della strada, che riporta che il 39% degli incidenti mortali in moto è dovuto all’infrastruttura stradale, secondo Caliari è urgente che siano proprio le infrastrutture ad essere ripensate per andare incontro alle esigenze di chi non ha una carrozzeria attorno a protezione.
Il Direttore di ANCMA ha sollevato poi il problema della necessità di un maggior collegamento tra chi deve pensare le infrastrutture e chi dovrà utilizzarle, in modo da poter dare indicazioni corrette e soprattutto di utilità pratica a chi deve progettare gli spazi urbani.
A chiosa del suo intervento, Caliari ha anche sollevato la questione dei proventi derivanti dalle contravvenzioni al codice della strada, e del loro impiego ai fini della sicurezza stradale. OmniMoto.it si è resa portavoce di questi problemi non più tardi di due settimane addietro, riportando i primi risultati di un’azione legale indetta dalla Fondazione Luigi Guccione, con la speranza che possa portare presto a risultati concreti.

Insomma: gli obiettivi della nuoca Carta Europea della Sicurezza Stradale sono sì molto ambiziosi, ma ci auguriamo che le tante iniziative a sostegno, se appoggiate da chi di dovere in seno al governo, portino i risultati sperati.

Chi volesse approfondire autonomamente lo studio dei rapporti DEKRA sulla sicurezza stradale può scaricarli cliccando sui link qui sotto:
Rapporto Sicurezza Stradale 2008 - Autoveicoli
Rapporto Sicurezza Stradale 2009 – Veicoli Pesanti
Rapporto Sicurezza Stradale 2010 – Motoveicoli
Rapporto Sicurezza Stradale 2011 – Ciclisti e pedoni

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