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Ducati 1199 Panigale e Panigale S 2012

195 CV per 164 kg e motore superquadro. Il nuovo riferimento tra le superbike?

Moto - News: Ducati 1199 Panigale e Panigale S 2012

Mesi di attesa, un susseguirsi di foto spia e avvistamenti e finalmente, a EICMA 2011, la nuova superbike emiliana è stata presentata in tutto il suo splendore nel corso di una conferenza stampa quasi esclusivamente a lei dedicata.
La nuova Ducati 1199 Panigale, sia in versione standard che in versione S, vista dal vivo affascina e, almeno dai dati diffusi, mantiene le aspettative degli appassionati proponendosi come nuovo punto di riferimento della categoria.

NATA DA - E PER - LE CORSE
Ducati Corse ha guidato questo nuovo progetto sin dalla sua nascita perchè è alle corse e alla clientela sportiva che questa moto si rivolge. Il suo motore superquadro - illustrato in dettaglio già da settimane - è il bicilindrico di produzione più avanzato e più potente del pianeta e i suoi numeri lo dimostrano. Sono ben 195 i cavalli disponibili a 10.650 giri, mentre la coppia si attesta a 132 Nm a 9.000 giri, dati ancor più impressionanti se abbinati al peso della moto, pari a soli 164 kg.

AERODINAMICA E DESIGN
Le linee sono ricercate e le dimensioni da compatta rendono l'estetica della 1199 Panigale davvero attraente. Accuratamente progettata per garantire l’efficienza aerodinamica e avvolgere le linee del telaio, anche la carena della nuova 1199 ha ricevuto le attenzioni del caso. La sezione frontale della carena è stata sviluppata in pista per garantire l’integrazione con l’impianto di raffreddamento, indirizzando il flusso d’aria attraverso il radiatore dell’acqua e i radiatori dell’olio. I condotti di alimentazione dell’aria, progettati in maniera aerodinamica e posizionati subito sotto i fari anteriori, sono stati dimensionati per assicurare un’abbondante portata
d’aria all’airbox.

TELAIO: LA VERA RIVOLUZIONE
In Ducati, negli anni passati hanno più volte scomodato la parola "rivoluzione" per descrivere i model year che si susseguivano nel tempo, ma mai come oggi potremmo parlare di "rivoluzione copernicana, perché per la prima volta da molti decenni a Borgo Panigale hanno abbandonato una filosofia tecnica che è stata per lustri e lustri il fiore all’occhiello di Ducati.
Fin dai primi Pantah, infatti, siamo stati abituati al telaio a traliccio in tubi d’acciaio, che ha attraversato gli anni settanta, ottanta, novanta e gli anni dieci del nuovo millennio, per lasciare spazio ora a una struttura che… non c’è! Ebbene sì, la nuova 1199 Panigale non ha un telaio vero e proprio, bensì una serie di sub strutture in lega leggera che si fissano ciascuna alla reale struttura portante del veicolo che è il motore.
I motivi che sono dietro a questa scelta sono molteplici, e sicuramente avremo modo di approfondirli con più cura non appena la moto sarà oggetto dei primi test, ma a grandi linee possiamo sostenere fin da ora che è stato abbandonato il telaio a traliccio principalmente per motivi tecnici, che poi portano in dote anche dei risvolti economici degni di nota.

L’architettura del motore bicilindrico a Elle longitudinale è infatti di per sé abbastanza ingombrante ed ha limitato per decenni la possibilità dei progettisti di spaziare al meglio nel disegno della ciclistica. Per avere la possibilità di intervenire drasticamente sulle quote vitali della moto e sulla distribuzione dei pesi, quindi, l’unica via era quella di reinventare totalmente il concetto di telaio, e così Ducati ha fatto, realizzando una struttura con motore portante, sul quale sono infulcrati i vari elementi della ciclistica. Nella sua parte anteriore è fissato il telaio vero e proprio, una struttura monoscocca in lega leggera fusa che si prolunga fino al cannotto di sterzo ed ha anche la funzione di airbox. In questa parte è infatti contenuto tutto il gruppo di aspirazione con filtro, corpi farfallati, iniettori e tutte le tubazioni del carburante. La faccia superiore dell’airbox è chiusa dalla superficie inferiore del serbatoio, e questa soluzione non farà che piacere ai Ducatisti più incalliti, perché riporterà a galla i fasti della 916 di Tamburiniana memoria, che già adottava questa soluzione.

Il telaietto posteriore è anch’esso una struttura fusa in lega leggera, avvitata alla testata del cilindro posteriore, mentre faro, cruscotto e cupolino sono sostenuti da un ulteriore telaietto ausiliario in lega di magnesio. Il forcellone è ora infulcrato direttamente nel motore senza che ci sia nessun collegamento con il telaio, e anche questo sarà un gradito ritorno per i Ducatisti di più lungo corso, poiché questa era proprio la soluzione adottata dalle Supersport e Monster degli anni novanta. Ma se un tempo questa era una scelta essenzialmente semplificativa, oggigiorno è stata presa soprattutto per consentire di avanzare il più possibile il fulcro del forcellone, che è ora più lungo rispetto a quello della 1198 di ben 39 mm.
Con questo nuovo layout della ciclistica, con motore ruotato all’indietro di 6° e gli scarichi sotto al basamento, non rimaneva molto spazio per la sospensione posteriore, che infatti è stata ultra compattata e montata lateralmente a sinistra della moto, attraverso una piastra in lega leggera che funge anche da supporto per le pedane.

I NUMERI DELLA CICLISTICA

Per gli appassionati della numerologia, andiamo a scoprire le caratteristiche geometriche della 1199 Panigale. Iniziamo dal valore di interasse, che è di 1.437 mm, solo 7 mm in più rispetto alla 1198. L’inclinazione del cannotto di sterzo è di 24,5° e, avendo ridotto l’avanzamento delle piastre di sterzo da 36 a 30 mm, l’avancorsa è cresciuta da 97 a 100 mm tondi tondi. Queste modifiche, insieme alla variazione della geometria del forcellone, nettamente più lungo di prima, hanno portato delle differenze sia nel valore dell’avancorsa posteriore, che nel rapporto tra le masse che gravano sui due assi.
Nell’ottica di migliorare ancora la dinamica di guida, quindi, il nuovo bilanciamento statico della moto prevede che il 52% della massa sia sull’avantreno, mentre prima il bilanciamento era 50/50 %. Con ogni probabilità, però, più che il bilanciamento statico della moto, dovrebbe essere maggiormente cambiato quello dinamico con il pilota in sella, visto che la distanza tra sella e manubrio è stata ridotta di 30 mm e quindi la massa del guidatore è nettamente più avanti.
Il dato che più impressiona della 1199 Panigale, però, è il peso, diminuito di circa 10 kg rispetto alla 1198, facendo raggiungere all’ago della bilancia l’incredibile valore di 164 kg a secco, che diventano 177 kg in ordine di marcia e 188 kg con il pieno di benzina.

SOSPENSIONI: RIVOLUZIONE ANCHE QUI
Su una motocicletta tanto rivoluzionaria non potevano che esserci montate sospensioni altrettanto all’avanguardia. Sulla versione S che tradizionalmente monta componentistica più raffinata, è installata una coppia di sospensioni Öhlins a regolazione elettronica con all’avantreno la forcella NIX30 dotata di riporto al TiN da 43 mm e al posteriore l’ultima evoluzione del monoammortizzatore TTX36 a gestione elettronica.
Ma non basta, perché Ducati ha voluto stupire anche con il modello "d’accesso" alla famiglia Panigale, poiché sulla versione base è installata una forcella Marzocchi a steli rovesciati da 50 mm che ha la particolarità di avere gli steli in lega leggera anziché in acciaio e l’idraulica pressurizzata. Sul modello base, poi, l’ammortizzatore posteriore è un Sachs interamente regolabile.
In merito alla sospensione posteriore, poi, Ducati ha realizzato un nuovo leveraggio completamente a vista con la particolarità di variare non solo l’altezza del retrotreno allungando il piedino dell’ammortizzatore, ma anche la curva di progressività. Invertendo infatti la posizione dell’asta di reazione (e allungandola ovviamente) è possibile scegliere tra un’escursione "progressiva" indicata per l’uso stradale, e quella "flat" specifica per l’uso in pista.

FRENI: ARRIVA L’ABS
Come già accaduto più volte in passato, ad un nuovo modello presentato da Ducati si affianca una nuova generazione di impianti frenanti della Brembo. La Panigale porta al debutto infatti le nuove pinze radiali monoblocco M50 del produttore bergamasco, che sono state alleggerite di circa 250 g ciascuna rispetto alla versione precedente. Le pinze hanno quattro pistoni da 30 mm e lavorano su dischi semiflottanti da 330 mm. Il maggior interasse tra gli steli della forcella ha permesso di montare i dischi più esterni rispetto al pneumatico, permettendo loro di raffreddarsi meglio.
La novità importante è che su questa moto sarà disponibile in optional l’impianto ABS Bosch 9ME, il più avanzato sistema antibloccaggio disponibile sul mercato. La gestione dell’impianto è totalmente integrata con quella dei Riding Mode e prevede anche la feature di poter disabilitare, in modalità Race, l’Abs al posteriore, lasciandolo attivo solo sull’asse anteriore.
Novità anche per il comparto ruote: sulla 1199 standard debuttano nuovi cerchi a 10 razze più leggeri di 500 g rispetto ai precedenti, mentre sulla Panigale S troviamo una coppia di forgiati Marchesini più leggeri di 400 g rispetto ai predecessori.
In più, come già anticipato, su questa moto debutta il nuovo Pirelli Diablo Supercorsa nella inedita misura di 200/55 ZR17 posteriore, accoppiata alla classica 120/70 ZR17 all’anteriore.

ELETTRONICA: LA NUOVA SOVRANA
Creare una motocicletta rivoluzionaria come la 1199 Panigale senza donarle un’elettronica di prim’ordine sarebbe come fare l’Amatriciana senza il guanciale, di conseguenza in Ducati hanno dato fondo a tutte le loro competenze in materia per generare la Ducati più avanzata mai prodotta.
Il sistema di controllo elettronico della 1199 Panigale prevede una quantità di caratteristiche tali che meriterebbe un approfondimento separato, quindi ci limiteremo a presentarne le funzionalità, rimandando ad un prossimo servizio lo studio di tutti gli ausili alla guida.

Cuore pulsante del sistema è il nuovo cruscotto TFT dal quale è possibile monitorare e variare tutti i parametri della moto. Accanto al già conosciuto sistema di acquisizione dati Ducati DDA, ora accessoriabile con il modulo GPS aggiuntivo, attraverso la strumentazione è possibile cambiare i ben noti Riding Mode. Scegliendo le tre possibilità: Race, Sport e Wet, sarà possibile cambiare i settaggi di ABS, sospensioni elettroniche (DES: Ducati Electronic Suspension), traction control, cambio elettronico (DQS: Ducati Quick Shift), Engine Brake Control, Ride by wire e tipologia di visualizzazione cruscotto.
Alcune di queste sigle meritano un approfondimento: l’EBS è un sistema di controllo del freno motore in staccata che regola l’apertura delle farfalle in rilascio, evitando il saltellamento della ruota motrice. Il ride by wire, invece, arriva per la prima volta su una Ducati superbike di serie, e consente al controllo motore di selezionare diverse curve di apertura delle farfalle in base al Riding Mode impostato.
Nei vari Riding Mode cambia ovviamente anche la curva di erogazione del motore che, selezionando "Wet" viene depotenziato a 120 cavalli.
Considerate, poi, le caratteristiche sportive della motocicletta, il sistema prevede la possibilità di personalizzare a piacimento i Riding Mode, scegliendo in autonomia come variare i parametri impostabili, per cucirsi addosso la moto nella maniera preferita.

Leggi la prova in pista della Ducati 1199 Panigale, cliccando: qui

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