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Multe senza frontiere: anche il casco nel mirino

Scambio di informazioni tra Stati membri per punire chi viaggia senza casco

Moto - News: Multe senza frontiere: anche il casco nel mirino

Non è il Codice della strada unificato per tutta l’Unione europea, però si tratta di un passo avanti verso l’integrazione delle norme sulla circolazione: sono in arrivo le sanzioni senza frontiere per combattere l'impunità sulla strada. Nel mirino, anche il mancato utilizzo del casco. Così come eccesso di velocità, guida sotto l’effetto di alcol o droghe, mancato rispetto dei semafori rossi, utilizzo di corsie riservate. La direttiva europea dovrà essere adottata all'unanimità dal Consiglio dei Ministri e gli Stati membri avranno 24 mesi per attuare le nuove regole.

Oggi, infatti, un motociclista italiano che percorre le strade urbane di una città straniera non ha molte probabilità di ricevere a casa la multa. Idem (e forse peggio ancora) un motociclista straniero senza casco in Italia. Il motivo? Le amministrazioni locali dovrebbero spendere troppo per individuare la residenza del trasgressore: il gioco non vale la candela.
Ma ora l’Unione europea si sta attrezzando: lo scambio di informazioni tra Stati membri sull’immatricolazione dei veicoli potrebbe presto diventare realtà per perseguire chi vìola il Codice della strada in tutta l’Unione: il Parlamento Europeo ha dato il via libera poche ore fa alle nuove regole sulla cooperazione di Polizia.

Chiaramente, l’obiettivo della direttiva è migliorare la sicurezza stradale e assicurare l’uguaglianza davanti alla legge per tutti i trasgressori, compresi quelli residenti in un altro Paese.
Sentite la relatrice, Inés Ayala Sender: "Al termine di oltre tre anni di discussioni, questo accordo rappresenta un primo passo molto importante per porre fine al sentimento di impunità di alcuni conducenti e per ridurre il numero di vittime sulle nostre strade".
Gli Stati membri si impegneranno a fornire alle autorità del Paese in cui l’infrazione è stata rilevata le coordinate del conducente o del proprietario del veicolo incriminato, in modo che possano avviare i procedimenti giudiziari. Le autorità del Paese in cui l’infrazione è stata commessa inviano al trasgressore una raccomandata, per comunicare l’infrazione e informarlo della sanzione, dei possibili ricorsi e delle conseguenze legali. La multa e le modalità di recupero sono stabilite in base alla normativa del Paese in cui l’infrazione è stata commesso.

E la privacy? La commissione per i Trasporti del Parlamento europeo ha rafforzato il livello di protezione dei dati personali con l’obbligo di cancellare, alla chiusura del procedimento, i dati del trasgressore.

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