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Mercato moto-scooter giugno 2011: calo del 19,6%

Dopo i segnali incoraggianti di maggio, giugno riconferma il trend negativo

Moto - News: Mercato moto-scooter giugno 2011: calo del 19,6%

Giugno è un mese abbastanza importante per le vendite di moto e scooter. Arriva la bella stagione, chiudono le scuole, si inizia a pensare alle vacanze. Tutti fattori che in teoria dovrebbero anche favorire le vendite di veicoli a due ruote, ma i dati dell’immatricolato confermano, invece, il trend negativo che sta segnando ormai da troppi mesi il mercato.
Giugno, che di solito conta sul bilancio annuale per il 13%, ha chiuso i dati con un calo, rispetto a giugno 2010, del 19,6%. Il totale dell’immatricolato è stato di 31.764 veicoli, di cui 22.076 sono scooter e 9.688 sono moto. A questi vanno aggiunti 11.057 cinquantini, i quali sono anch’essi il 18,7 % in meno rispetto al 2010.

Ad aiutarci a capire i motivi che sono dietro ai continui insuccessi del mercato interviene Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), che tira le somma sulla prima metà dell’anno: "Nel primo semestre 2011 mancano all’appello circa 30.000 immatricolazioni e oltre 8.000 vendite di 50 cc. Da un lato sono mancati gli incentivi, che anche l’anno scorso hanno limitato i danni consentendo di promuovere almeno 33.000 vendite, dall’altro il clima di incertezza e le manovre fiscali che deprimono il potere d’acquisto delle famiglie e di conseguenza il rinnovo di beni durevoli, come i mezzi di trasporto, subisce un rinvio.
Nonostante gli sforzi dei costruttori per mettere a disposizione un’offerta adeguata, sia in termini di sicurezza attiva che di rispetto dei vincoli ambientali, riceviamo segnali negativi da chi dovrebbe avere a cuore lo sviluppo del mercato e dell’occupazione: nuove gabelle ventilate, come l’Imposta Provinciale di Trascrizione; addizionali per le assicurazioni che già presentano tariffe ormai fuori controllo; aumenti delle accise sui carburanti e condizioni di credito al consumo sempre più onerose. E’ necessario
- conclude il Presidente Capelli - creare le condizioni per favorire i veicoli con minori emissioni e dispositivi di sicurezza avanzati, come indicato anche dalla Commissione Europea; ma da subito occorre evitare di generare nuove barriere all’acquisto, che penalizzano i costi di gestione dei mezzi".

Da gennaio a giugno l’immatricolato è stato di 164.381 veicoli, in flessione del 15,7% rispetto allo stesso periodo del 2010, che aveva beneficiato ancora di circa 10 milioni di incentivi. Gli scooter realizzano 107.816 unità, con una flessione del 18,5%. Le moto raggiungono 56.565 vendite e presentano un calo più contenuto, pari a -9,8%.

La situazione è davvero complessa: da un lato le Case cercano di anticipare i Trend degli anni a venire, che vedranno gli scooter sempre più protagonisti della vita nelle nostre città, mentre dall’altro si impegnano a sviluppare moto di grossa cilindrata. Questi due dati sembrano in antitesi, e il calo notevole dell’immatricolato scooter sembrerebbe sconfessare le previsioni delle Case, mentre le limitate perdite del settore moto sembrerebbero indicare che bisogna battere la strada delle maxi, delle tourer e delle enduro stradali.

Ma il problema reale, quello con cui i concessionari debbono scontrarsi quotidianamente, dove sta? E’ semplice: chi fino a quattro anni fa poteva permettersi una maxi ai vertici dei listini, continua ad avere la disponibilità economica per spendere oggi 18/20 mila euro, mentre chi faceva due anni di rate per comprare una media o uno scooterone, adesso deve fare i conti con stipendi sempre più risicati, e le rate preferisce farle per comprare l’automobile. Non è un caso, a nostro avviso, che le nostre città siano sempre più popolate di automobili di piccola cilindrata, di provenienza del Sol Levante, che costano pochissimo e offrono standard qualitativi ormai accettabili anche in Europa.

SCOOTER: QUALE SARA’ IL FUTURO?
Se perdiamo un po’ di tempo a guardare i dati di vendita di questi sei mesi, scopriamo che è il settore scooter a portare con sé cali sensibili, mentre le moto non se la passano malissimo.
Il segmento più affollato è quello tra 300 e 500 cc con 41.275 vendite, che sono il 18,8% in meno. A seguire i 125 cc con 34.112 pezzi pari al -12,8%. Forte il calo degli scooter tra 150 e 200 cc (21.729 unità che sono il -24,7% in meno) e i 250 cc che con 9.257 pezzi segnano un -26,5%. In progresso i maxi scooter oltre 500 cc con +43%, ma con volumi poco significativi pari a 1.443 pezzi.
Che significa tutto ciò? Da un lato significa che bisogna spingere ancora forte sui 125, perché costituiscono il gradino d’accesso alla mobilità cittadina per chi non vuole rifare gli esami della patente. D’altro canto però questi numeri ci fanno capire che l’utente che scende da un 125, non va più in cerca di un 150 o di un 250, ma non guarda neanche più a un 500. I suoi interessi potrebbero volgere, da quanto si intuisce, verso un maxi scooter che superi i 500 cc, in modo da unire la praticità dello scooter alla potenza di una moto.
Il problema dov’è? Semplice, è nel fatto che sul mercato gli scooter oltre 500 cc ancora non esistono, a parte pochissimi esemplari (l'Honda SW-T 600 e il Suzuki Burgman 650 che è vecchio di 10 anni). Come OmniMoto.it ha già anticipato in passato, saranno proprio i nuovi BMW C-Concept, Honda NM e Ducati a dettare le linee guida di questo settore nel prossimo futuro.

MOTO: SI SALVANO SOLO LE MAXI
Per quanto riguarda le moto, ancora una volta evidenziamo che il mercato si stringe sempre più attorno alle maxi oltre i 1000 cc. Da gennaio a oggi, infatti, sono state vendute 17.634 moto con una crescita rispetto al 2010 del 4,2%. Subito dietro si piazzano le 800-1000 cc con 15.105 pezzi che si traduce in un -2%.
Non si arresta, invece, il calo di interesse verso le cilindrate intermedie: le 650-750 cc vendono 10.802 pezzi con un calo del 24,3%, mentre la classe 600 cc si avvia verso un inesorabile scomparsa dai listini. Sono solamente 4.738 moto (di cui 1700 tra Honda Hornet e CBR600F) con un calo del -33,5%. Vanno malino le 125 cc con 3.654 immatricolazioni che evidenziano un -12,8%; mentre appaiono in ripresa le moto da 300 a 500 cc con +6,9% pari a 2.992 pezzi venduti.

Il quadro del mercato, quindi, ci fa capire che ormai i tempi stanno cambiando radicalmente, perché tutto ciò che era valido solo quattro anni fa, oggi è completamente stravolto e le Case hanno dovuto fare i conti con uno scenario commerciale che è cambiato più velocemente dei piani di sviluppo dei nuovi modelli.
Guardiamo le Supersportive: se Honda e Yamaha non rinnovano le loro 600 da oltre quattro anni è perché sanno che quello è un filone ormai esaurito, e il fatto che la Suzuki GSX-R 600, che è l’unica nuova 600 del 2011, abbia fatto battere il cuore solo a 254 persone, lo conferma.
Se guardiamo le 1000 la situazione non è tanto migliore: l'unica che tira è la BMW S 1000 RR, mentre la Kawasaki ZX-10R 2011 è stata venduta in 260 unità, ed è la più nuova in commercio, mentre Yamaha R1 e Honda CBR 1000RR che sono le più anziane del mercato hanno venduto rispettivamente 223 e 270 unità, mentre la GSX-R 1000 rifatta nel 2009, ha venduto solo 157 moto.
Detto ciò, vale la pena spendere milioni di euro di investimenti per rinnovare queste moto, o si fa prima ad allungare i cicli di sostituzione prodotto, rinfrescando ogni due anni estetica e colori?

LA TOP 100

Per capire meglio le tendenze del mercato cerchiamo di analizzare criticamente la classifica dei primi 100 modelli in commercio.
Non vi mostriamo i dati così come arrivano dall’Ancma solamente perché presentano alcune incongruenze che lasciano spazio a dubbi. Ad esempio la BMW R 1200 GS viene classificata sia al primo posto con 2.443 pezzi, che al quinto posto con la Adventure che vende 1.054 moto. Stesso trattamento è riservato alla Ducati Multistrada che è inserita in classifica in tutte e tre le sue versioni, con la più venduta al 18esimo posto con 699 pezzi, mentre se sommassimo i tre allestimenti la MTS 1200 si classificherebbe al secondo posto assoluto con 1.639 unità.
Singolare notare che Ancma non utilizza lo stesso metro per la Triumph Tiger 800 che inizialmente è stata inserita in classifica nelle due versioni 800 e 800 XC, mentre ora figura in una voce unica.
Ora ci chiediamo: sono più diverse tra loro moto che differiscono nell’allestimento, ma mantengono le stesse misure per le ruote, di due moto che non hanno neanche la stessa misura di cerchio anteriore?

Le incongruenze non finiscono qui: la naked più venduta è nuovamente la Honda Hornet 600 con 1.247 unità, ma lo è solo perché l’Ancma considera due modelli diversi per la Kawasaki Z 750, che nei suoi due allestimenti, base ed R, vende 1.678 moto.
Insomma, il mercato sarà un po’ in confusione, ma anche i dati forniti non brillano per chiarezza.

Scendendo con la classifica, troviamo la rinnovata BMW R 1200 R di cui sono stati immatricolati 1.114 pezzi e poi la sempreverde Honda Transalp che supera di poco i 1.000 pezzi, inseguita dalla Harley-Davidson Sportster 1200 Forty-Eight a quota 986.
Andando a cercare le novità più importanti del 2011 troviamo la Ducati Diavel che ha già venduto 672 moto, la BMW G 650 GS con 589 moto e la Triump Speed Triple, venduta in 571 pezzi.
La classifica Ancma vede poi una concentrazione di novità tra il 33esimo e il 36esimo posto, con la Kawasaki Z 1000SX venduta in 456 pezzi, la CBR 600F di Honda con 453 unità, la Suzuki GSR 750 con 449 e la Honda Crossrunner con 422 immatricolazioni.

La classic Kawasaki W 800 è piaciuta a 311 italiani al 47esimo posto, davanti alla KTM 990 SM T che è stata venduta in 301 pezzi. Al 52esimo posto si piazza la BMW K 1600 GT, un risultato interessante per una moto così di nicchia e al 60esimo posto troviamo la Suzuki GSX-R 600 con soli 254 pezzi.
Scendendo verso la coda della classifica troviamo la Aprilia Dorsoduro 1200, 74esima con 210 pezzi, mentre la Tuono V4R è penultima con soli 156 moto, ex-aequo con la Honda HM CRE 250 F.


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