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Guard rail: chi crea il pericolo, paga

La Cassazione: l'ente proprietario della strada è responsabile dei danni

Moto - News: Guard rail: chi crea il pericolo, paga

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Anche il secondo round va a favore dei motociclisti, dopo il "primo passo" dello scorso febbraio. In caso di incidente, l’ente proprietario della strada è responsabile dei danni provocati dal guard rail, se questo è inadeguato e peicoloso. Lo stabilisce la sentenza 6537/2011, della Terza Sezione Civile della Cassazione.

Viene così confermata la responsabilità da custodia (articolo 2051 del Codice Civile) nei confronti dell’Anas (e di altri proprietari delle strade), e viene ribadita la sentenza 20427/2008 della Cassazione. L’ente proprietario della strada dev’essere in grado di effettuare sulla stessa un potere di di sorveglianza, o di modificarne lo stato. Unica eccezione: l’ente deve dimostrare di aver fatto tutto il possbile per evitare il danno (è il caso fortuito). Questo vale per tutte le strade, a prescindere dalle loro dimensioni.

Occhio, c’è una seconda parte della sentenza ancora più importante. Il guard rail deve impedire al guidatore di uscire fuori strada e tale funzione ovviamente è correlata a tutte le condotte di guida. Insomma, conta poco che il motocilista sbagli manovra, sorpassi o vada troppo veloce. Il guard rail non dev’essere un killer pronto a punirti se sbagli, ma un angelo protettore per chi va in moto. È ora di finirla con le criminalizzazioni e con le banalizzazioni del tipo: fosse andato più piano, il guard rail non lo avrebbe ucciso. Quelle barriere sono protettive per definizione, e non per un’invenzione di chi va in moto.

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