Un terzo degli incidenti avvengono su strade con scarsa manutenzione; la messa in sicurezza di una strada pericolosa riduce i costi sociali fino a 100 volte: sono due dati che emergono da una recente ricerca di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori). Ma per chi va in moto, i veri problemi, a livello di infrastrutture, si chiamano guardrail. Che in Italia troppo spesso sono inadeguati, trasformandosi in ghigliottine. A questo proposito, il presidente di Confindustria Ancma, Corrado Capelli, ha la ricetta per cominciare a limitare i danni dei guardrail: ricoprire i paletti di sostegno delle barriere con bande di materiale plastico o metallico, che prevengano l’impatto del motociclista contro strutture rigide.
UN PRIMO PASSO
Sarebbe, ci racconta Capelli,
"un primo passo per accrescere la sicurezza di tutti i cittadini che ogni giorno impegnano le strade italiane. E su questo chiediamo un forte impegno da parte di tutti gli enti coinvolti: Pubblica amministrazione, Comuni, Province, Regioni, Società di gestione autostradale".
SITUAZIONE PESANTE
In effetti, in Italia la situazione guardrail è pesante. A Genova, di recente, il Comune stesso ha ammesso di
non avere risorse per sostituire tutti i guardrail vecchi e pericolosi sulla Sopraelevata. In tutto lo Stivale, non si contano i guardrail a unica lama, col pezzo di metallo concavo verso la carreggiata: quello, per intenderci, protagonista dell’incidente di
Kubica. Altro che barriere di sicurezza: dovrebbero essere dispositivi di ritenuta per contenere e redirigere i veicoli uscenti dalla carreggiata. Sono trappole mortali.