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Honda VTR1000F Britten Tribute

Una replica (estetica) della mitica V1000 in arrivo dalla Nuova Zelanda

Moto - News: Honda VTR1000F Britten Tribute

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La Nuova Zelanda è una terra così lontana da noi che non siamo neanche in grado di capire con esattezza quanto la cultura motociclistica sia sviluppata lì, dall’altra parte del globo.
Una cosa è certa, quando un appassionato di motociclette pensa alla Nuova Zelanda, sono tre i nomi che gli possono venire in mente: quello di Aaron Slight storico pilota Honda in Superbike da sempre avversario di Carl Fogarty, quello di Burt Munro recordman neozelandese divenuto famoso grazie alla magistrale interpretazione di Anthony Hopkins in Indian – La grande sfida e, appunto quello di John Britten.

Ad uso di chi ancora non sa chi sia John Britten (e ci auguriamo che siano davvero in pochi) ricordiamo che l’ingegnere di Christchurch in Nuova Zelanda divenne famoso per aver ideato e progettato una motocicletta, la V1000, che nei primi anni novanta destò scalpore per la sua rivoluzionaria tecnologia costruttiva e per le prestazioni incredibili che la portarono a battere in più occasioni le Superbike di allora.
Se cercate informazioni su John Britten potete acquistare il DVD che racconta la sua storia, prodotto dalla fondazione sorta alla memoria del genio neozelandese.

VTR 1000 BRITTEN TRIBUTE

Immaginate a questo punto di essere un appassionato di moto che vive in Nuova Zelanda. Assodato che di miti e campioni a due ruote in patria ce ne sono ben pochi, se decideste di realizzare una motocicletta a ricordo di uno di essi, chi scegliereste?
E’ quanto deve aver pensato il possessore della Honda VTR1000F che vedete in foto che, da fan entusiasta della triste storia di John Britten (l’ingegnere morì a soli 45 anni per un melanoma), ha ben pensato di stravolgere la propria moto per farla diventare il più possibile uguale alla V1000.
Dalle foto che vi mostriamo, si nota l’estrema somiglianza tra questa special e l’originale bicilindrica di Britten (di cui vi alleghiamo una gallery scattata anni addietro al Barber Park Museum in Alabama). Somiglianza che però è solamente esteriore, perché sotto le carene la VTR è rimasta pressoché di serie.

Guardando le immagini si nota facilmente che tutto ciò che è in vista non è altro che una copertura estetica di ciò che c’è sotto; del resto sarebbe stato impossibile ricostruire i componenti in fibra di carbonio strutturale che utilizzava Britten e quindi il nostro appassionato Hondista ha rimediato costruendo delle cover.
La moto originale utilizzava all’avantreno una sospensione Hossack che è stata mimata costruendo una copertura in vetroresina poi applicata alla forcella di serie. Stessa tecnica è stata usata per il forcellone posteriore, mentre il telaio è stato verniciato in nero per essere meno visibile.
Il telaietto posteriore è stato ricostruito per adattarsi alle forme del codone "simil-Britten" e anch’esso verniciato in nero per essere meno visibile.
I radiatori laterali della VTR sono stati montati più in alto e verniciati in nero per essere nascosti alla vista, poiché quello della Britten V1000 era messo piatto tra motore e sellino del pilota.
Le sovrastrutture sono state ricostruite completamente in vetroresina e la somiglianza con l’originale è davvero notevole. L’unica licenza che il costruttore si è concesso, dovendo usare la moto su strada, è stata l’allargamento della presa d’aria anteriore del cupolino, diventata un’asola da cui occhieggiano due faretti poliellissoidali.
Un applauso al volenteroso Hondista, per il suo contributo a mantenere viva la memoria di uno dei più tecnici più prestigiosi del ventesimo secolo.

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