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La sicurezza stradale vista da Bruxelles

Intervista ad Antonio Tajani, Commissario ai Trasporti dell'Unione Europea

Moto - News: La sicurezza stradale vista da Bruxelles

In Italia, nonostante i progressi compiuti in materia di sicurezza stradale, si contato ancora 633 incidenti al giorno, in cui, come ha ricordato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, "perdono la vita 14 persone e 619 rimangono ferite". Un triste bilancio a cui si aggiunge il danno economico per lo Stato e per la collettività. Nel 2007 gli incidenti stradali sono letteralmente "costati" agli italiani 30,4 miliardi di euro, pari al 2% del PIL. Per il 2010 l'Unione Europea ha fissato un traguardo: dimezzare il numero delle vittime della strada rispetto al 2001. La riduzione nel nostro Paese si attesta intorno al 27,3% e, anche se l’Italia è in contro-tendenza nello scenario internazionale, dove l’incidentalità è tornata a crescere, questo traguardo non è sufficiente. L'obiettivo comunitario, sembra sempre più lontano e alcuni analisti ipotizzano che sarà raggiunto non più per il 2011, ma addirittura per il 2030, se non oltre.

Di questo e molto altro abbiamo parlato con Antonio Tajani, Commissario ai Trasporti dell’Unione Europea, che abbiamo incontrato in occasione dei festeggiamenti per l'80esimo compleanno dell'ANAS. A lui, che guarda l'Italia da Bruxelles, abbiamo chiesto anche se sia giusto o meno diminuire la concentrazione di alcol nel sangue consentita dalla legge dagli 0,5 attuali a 0,2 g/litro. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Commissario Tajani, l'Italia sta lentamente diminuendo il numero delle vittime sulle sue strade, ma il traguardo fissato dall'Unione Europea è ancora troppo lontano e a perdere la vita sono soprattutto i giovani. Cosa si sta facendo a Bruxelles per combattere questo triste fenomeno e l'obiettivo per il 2010 è davvero irraggiungibile ormai?
Per quanto riguarda il dimezzamento delle vittime della strada purtroppo siamo tutti quanti indietro, tutti i paesi dell'Unione Europea. Mi auguro che per il 2010 si possa arrivare comunque all'obiettivo, però dobbiamo fare molto di più. Devo ammettere, onestamente, che l'Italia in questa fase, cioè da quando io sono Commissario, sta dando segnali di grande attenzione, di grande impegno. L'Italia è stato il Paese che più mi ha sostenuto per quanto riguarda l'approvazione della direttiva dell'applicabilità delle sanzioni tra frontiere che è uno strumento per evitare che la facciano franca tante persone che a bordo di un'auto violano le regole, provocano incidenti e - la percentuale è alta - si nascondono dietro la targa di un paese diverso. Questo, soprattutto in paesi che hanno una presenza turistica elevata come l'Italia, è molto grave. Purtroppo, troppi paesi dell'Unione Europea non hanno seguito l'esempio dell'Italia, perché hanno fatto delle scelte favorevoli al terzo pilastro chiedendo che questa scelta non rientri più in una competenza comunitaria. L'Italia, invece, da questo punto di vista è stata all'avanguardia. Il Ministro Matteoli è, direi, quello che con maggior enfasi ha sostenuto la proposta di direttiva che non ha l'obiettivo di ridurre i poteri degli Stati membri: vogliamo soltanto ridurre il numero dei morti sulle strade. Il Parlamento Europeo ieri ha votato il testo proposto alla Commissione, ci auguriamo che il Consiglio segua l'esempio del Parlamento ascoltando i messaggi positivi che arrivano da parte italiana.

Che ruolo hanno le infrastrutture nella sicurezza stradale e quanto invece conta la responsabilità di un automobilista o di un motociclista?
La testa dell'automobilista è l'elemento più importante, noi abbiamo fatto delle proposte in Commissione Europea anche per un sistema di trasporto intelligente utilizzando una proposta di direttiva approvata l'altro giorno dalla Commissione - e adesso aspettiamo il verdetto del Parlamento e del Consiglio - per utilizzare tutti i sitemi tecnologici più avanzati per rafforzare il sistema di sicurezza. Abbiamo approvato definitivamente la proposta direttiva della Commissione per la sicurezza legata alla realizzazione di infrastrutture più sicure, dando dei canoni base per tutta l'Unione Europea per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture e di tutto il sistema ad esse legato. Ma la cosa principale è la testa di chi si mette alla guida di un'auto, di un camion o di una moto e per questo bisogna insistere molto sulla formazione, sull'educazione dei cittadini... Anche nelle scuole bisogna fare di più di quanto si fa oggi per formare dei buoni guidatori di auto e moto.

In Italia la proposta di legge del Presidente della commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci, di diminuire la concentrazione di alcol nel sangue consentita dalla legge dagli 0,5 attuali a 0,2 g/litro, sta sollevando numerose polemiche, non solo a livello politico, ma soprattutto tra gli automobilisti, piuttosto preoccupati. Lei, in qualità di Commissario ai Trasporti dell’Unione Europea, che cosa ne pensa?
La Commissione Europea già qualche anno fa aveva fatto una proposta per abbassare il tasso alcolemico, sono sempre stati gli Stati membri che non hanno accettato questa proposta. Io condivido a pieno la proposta del Presidente Valducci e mi auguro che si possa andare avanti. Qui non si tratta di impedire al cittadino di bersi una grappa o due bicchieri di vino quando va a cena con gli amici o a un ragazzo che va in discoteca di impedirgli di bere due bicchieri di whisky. Noi vogliamo impedire che chi beve due bicchieri di whisky, liberissimo di farlo, non si metta alla guida della macchina. Questo chiediamo soltanto. Questo è l'obiettivo, nessuno vuole impedire il divertimento. Vogliamo soltanto impedire la morte. E se si va in comitiva, a turno chi porta la macchina o porta la moto non beve. La settimana successiva quando si ritorna in discoteca, quello che ha bevuto la volta precedente non berrà e farà bere l'altro.


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